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IL SENSO DEL DOVERE VIENE PRIMA DELLA CONVENIENZA PERSONALE

  • Immagine del redattore: Adriano Torricelli
    Adriano Torricelli
  • 12 gen 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

IL SENSO DEL DOVERE VIENE PRIMA DELLA CONVENIENZA PERSONALE

(Epitteto, Manuale (Ἐγκειρίδιον), XXXII: 3)

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Qui di seguito troviamo sintetizzato in poche righe il concetto di Dovere tipico degli stoici.

In questo breve passaggio del suo celebre Manuale, Epitteto ricorda difatti al lettore che, conformemente all’etica stoica che vuole che l’essere umano obbedisca a una logica superiore, che trascende i suoi “meschini” scopi personali (e che lo ricongiunge al Tutto, al Dio immanente, ovvero al Cosmo stesso e al suo Logos!), è dovere di ogni uomo soccorrere gli amici (συγκινδυνεύειν), anche qualora i presagi degli indovini gli annuncino che ciò gli porterà disgrazia.

Non sono tanto difatti (come Epitteto ci spiega più volte nel suo Manuale) la morte o la mutilazione o l’esilio (θάνατος ἢ πήρωσις μέρους τινὸς τοῦ σώματος ἢ φυγή), e in genere tutte le cosiddette ”disgrazie”, a costituire il vero male per l’uomo; è piuttosto il fatto di considerarle tali, ciò che tali ce le fa sembrare.

Invece, spiega Epitteto, l’unico vero male per l’uomo è il non obbedire al richiamo del Dovere, che ci impone fedeltà a una logica superiore a noi stessi, anche a scapito delle nostre convenienze personali.

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Testo originale:

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32 [3] ἔρχου δὲ ἐπὶ τὸ μαντεύεσθαι, καθάπερ ἠξίου Σωκράτης, ἐφ᾽ ὧν ἡ πᾶσα σκέψις τὴν ἀναφορὰν εἰς τὴν ἔκβασιν ἔχει καὶ οὔτε ἐκ λόγου οὔτε ἐκ τέχνης τινὸς ἄλλης ἀφορμαὶ δίδονται πρὸς τὸ συνιδεῖν τὸ προκείμενον: ὥστε, ὅταν δεήσῃ συγκινδυνεῦσαι φίλῳ ἢ πατρίδι, μὴ μαντεύεσθαι, εἰ συγκινδυνευτέον. καὶ γὰρ ἂν προείπῃ σοι ὁ μάντις φαῦλα γεγονέναι τὰ ἱερά, δῆλον ὅτι θάνατος σημαίνεται ἢ πήρωσις μέρους τινὸς τοῦ σώματος ἢ φυγή: ἀλλ᾽ αἱρεῖ ὁ λόγος καὶ σὺν τούτοις παρίστασθαι τῷ φίλῳ καὶ τῇ πατρίδι συγκινδυνεύειν. τοιγαροῦν τῷ μείζονι μάντει πρόσεχε, τῷ Πυθίῳ, ὃς ἐξέβαλε τοῦ ναοῦ τὸν οὐ βοηθήσαντα ἀναιρουμένῳ τῷ φίλῳ.

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Traduzione libera (mia):

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Recati a farti predire il futuro (come riteneva giusto fare Socrate) solo per quelle cose su cui tutta la tua riflessione si concentri sull’esito, e per cui non si diano soluzioni né attraverso la ragione né in qualsiasi altro modo, al fine di comprendere ciò che ti angustia. Dal che discende che, qualora tu debba soccorrere un amico o la patria correndo dei rischi, non devi ricorrere alla mantica! Difatti, qualora l’indovino ti comunichi dei cattivi presagi, è chiaro che ti vengono indicati con essi la morte o la mutilazione di una qualche parte del corpo o l’esilio. Ma il Logos ti chiama comunque, anche con questi segni, a restare vicino all’amico o alla patria per soccorrerli. Perciò tu rimani fedele a un più grande indovino, quello Pizio [cioè, ad Apollo Pizio…], che scacciò dal tempio colui che non aveva soccorso l’amico in disgrazia.

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Spiegazione del testo greco:

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Vai per ascoltare vaticini (ἔρχου δὲ ἐπὶ τὸ μαντεύεσθαι; ἔρχου: 2^ sing. imperat. di ἔρχομαι: vado), come appunto (καθάπερ) riteneva giusto Socrate (ἠξίου Σωκράτης; ἠξίου: 3^ sing. indic. att. imperfetto di ἀξιόω: stimo degno/giusto), (per quelle cose…) sulle quali (ἐφ᾽ ὧν) tutta la riflessione ha il suo sforzo verso l’uscita/la fine (ἡ πᾶσα σκέψις ἔχει τὴν ἀναφορὰν εἰς τὴν ἔκβασιν)//su cui tutta la tua riflessione si concentri sull’esito (ἐφ᾽ ὧν ἡ πᾶσα σκέψις τὴν ἀναφορὰν εἰς τὴν ἔκβασιν ἔχει), e né dal discorso/dalla logica né da qualche altra tecnica si danno spunti (καὶ οὔτε ἐκ λόγου οὔτε ἐκ τέχνης τινὸς ἄλλης δίδονται ἀφορμαὶ) per comprendere ciò che è davanti/il problema che vuoi risolvere (πρὸς τὸ συνιδεῖν τὸ προκείμενον).

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Cosicché/Di conseguenza (ὥστε), qualora abbia in futuro bisogno di (ὅταν δεήσῃ->2^ sing. cong. futuro (!) di δέομαι: ho bisogno di…) correre un rischio per un amico o per la patria (συγκινδυνεῦσαι φίλῳ ἢ πατρίδι), non ricorrere alla mantica/agli indovini(μὴ μαντεύεσθαι), (per sapere…) se (è…) da correre il rischio/devi metterti in gioco per loro (εἰ συγκινδυνευτέον->aggett. verbale: quelli che terminano in …έον indicano dovere).

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E infatti qualora dica a te l’indovino (καὶ γὰρ ἂν προείπῃ σοι ὁ μάντις) essere sorti dei cattivi presagi/che i presagi sono cattivi (γεγονέναι φαῦλα τὰ ἱερά), (è…) cosa evidente/chiaro (δῆλον) che la morte è indicata (da essi…) o la mutilazione di una qualche parte del corpo o l’esilio (ὅτι θάνατος σημαίνεται ἢ πήρωσις μέρους τινὸς τοῦ σώματος ἢ φυγή).

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Ma (ti…) prende/chiama il Logos (ἀλλ᾽ αἱρεῖ ὁ λόγος) anche con questi (presagi…) (καὶ σὺν τούτοις), a stare accanto all’amico o alla patria (παρίστασθαι τῷ φίλῳ καὶ τῇ πατρίδι) per correre rischi con loro/per soccorrer(li) (συγκινδυνεύειν).

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Perciò (τοιγαροῦν) a un maggiore/più grande oracolo accostati (τῷ μείζονι μάντει πρόσεχε->2^ sing. imperat. att. di προσέχω: mi trovo davanti; mi accosto a…), al Pizio/a quello di Apollo Pizio (τῷ Πυθίῳ), il quale cacciò dal tempio (ὃς ἐξέβαλε τοῦ ναοῦ; ἐξέβαλε: 3^ sing. indic. aoristo attivo di ἐκ-βάλλω: lancio via; scaccio) il non avente dato soccorso/colui che non aveva dato soccorso (τὸν οὐ βοηθήσαντα) all’amico distrutto/caduto in disgrazia (τῷ φίλῳ ἀναιρουμένῳ->dat. masch. sing. del partic. pass. di ἀν-αιρέω: distruggo; uccido; annullo; rovino).


 
 
 

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