ANEDDOTI SULLA GENEROSITA' E LA MISERICORDIA DI CESARE: Plutarco - Vita di Cesare [17.6]
Un primo aneddoto plutarchiano (uno tra i tanti…) dal quale emerge una caratteristica della personalità di Giulio Cesare diversa dall'ambizione, e cioè la misericordia.
Infatti, secondo la testimonianza di Plutarco, e non solo, quello di dispensare favori a singole persone in difficoltà senza alcun (apparente) motivo di interesse personale, fu un tipo di comportamento che Cesare riservò non solo ai propri amici (quali ad esempio Oppio, come si narra nel brano sottostante) ma anche spesso ai suoi stessi nemici.
Un tale atteggiamento del resto, può stupirci e farci pensare per due ragioni: -> prima di tutto perché insolito tra i condottieri antichi (che tendevano invece a ricompensare generosamente i propri sostenitori e a reprimere e vendicarsi brutalmente dei nemici sconfitti), -> ma anche e soprattutto qualora si consideri che, solo pochi decenni più tardi, si sarebbe affermata in Palestina e poi in tutto il bacino mediterraneo la figura (rivoluzionaria) di Gesù Cristo, il quale predicò appunto la misericordia verso i propri simili come tramite tra uomo e Dio!… Ovviamente, quella di Cesare fu in gran parte una tattica politica (che alla fine, peraltro, come ricorda più volte Plutarco, fallì miseramente, dal momento che portò al suo assassinio) finalizzata al consolidamento del proprio potere personale, ma fa comunque pensare il fatto che una tale magnanimità (clementia) Cesare la riservasse, similmente a Cristo, non solo ai suoi alleati, ma anche ai suoi stessi avversari. Questa sintonia ideale tra Cesare e Cristo ha portato in passato più di uno studioso a formulare l’ipotesi (davvero fantasiosa e storicamente mai provata!) che Cristo e Cesare fossero in realtà una sola persona, ovvero che il primo fosse una sorta di "trasfigurazione mitica" del secondo, diffusasi nel mondo romano (inizialmente in quello orientale, come prova l'ambientazione dei Vangeli) tra la gente più umile: una sorta di culto del sovrano-dio (Cesare) che sfuggì di mano ai suoi inventori acquisendo col tempo caratteri propri (Gesù) e che prese poi velocemente piede (come, secoli prima, era avvenuto con il culto di Serapide) tra la gente comune. (Altro elemento di somiglianza tra i due: anche Cesare, come Cristo, morì ucciso da coloro che credeva suoi amici e fedeli alla sua parte, ma che in realtà gli erano ostili... Ma per approfondire meglio una tale, bizzarra ipotesi, consiglio di consultare il sito: www.carotta.de). TESTO GRECO: (...) ἐν ὁδῷ δέ ποτε συνελασθεὶς ὑπὸ χειμῶνος εἰς ἔπαυλιν ἀνθρώπου πένητος, ὡς οὐδὲν εὗρε πλέον οἰκήματος ἑνὸς γλίσχρως ἕνα δέξασθαι δυναμένου, πρὸς τοὺς φίλους εἰπών ὡς τῶν μὲν ἐντίμων παραχωρητέον εἴη τοῖς κρατίστοις, τῶν δὲ ἀναγκαίων τοῖς ἀσθενεστάτοις, Ὄππιον ἐκέλευσεν ἀναπαύσασθαι: αὐτὸς δὲ μετὰ τῶν ἄλλων ὑπὸ τῷ προστεγίῳ τῆς θύρας ἐκάθευδεν. ->Una volta poi lungo un percorso (ἐν ὁδῷ δέ ποτε) essendo stato condotto (συνελασθεὶς->part. pass. aor. da συν-ελαύνω: guido) dall’inverno (ὑπὸ χειμῶνος) presso la capanna di un pover’uomo (εἰς ἔπαυλιν ἀνθρώπου πένητος), poiché (ὡς) non trovava nulla di più (οὐδὲν εὗρε πλέον) di un'unica stanza (οἰκήματος ἑνὸς) che poteva (δυναμένου) a stento (γλίσχρως) contenere una sola persona (ἕνα δέξασθαι), dicendo agli amici che (πρὸς τοὺς φίλους εἰπών ὡς) tra coloro che hanno valore (τῶν μὲν ἐντίμων: genitivo partitivo!) sarebbe necessario farsi da parte (εἴη παραχωρητέον->aggettivo verbale da παρα -χωρέω: indietreggio davanti a) a favore dei più valorosi (τοῖς κρατίστοις), ma (μὲν… δὲ) tra i parenti/amici stretti (τῶν δὲ ἀναγκαίων: genitivo partitivo!) (lo sarebbe…) a favore dei più deboli (τοῖς ἀσθενεστάτοις), chiese che Oppio fosse posto (Ὄππιον ἐκέλευσεν ἀναπαύσασθαι) (nella stanza…); egli stesso invece (αὐτὸς δὲ) in mezzo agli altri (μετὰ τῶν ἄλλων) sotto la tettoia della porta (ὑπὸ τῷ προστεγίῳ τῆς θύρας) riposava (ἐκάθευδεν). Traduzione libera: Una volta, durante un viaggio, costretto dalla tempesta a rifugiarsi nella capanna di un uomo povero, non trovando altro che una stanzetta che poteva ospitare a stento una sola persona, disse che quando si trattava di onore bisognava cedere ai potenti, ma se si trattava di necessità bisognava privilegiare più deboli; quindi ordinò che lì si riposasse Oppio: con gli altri egli passò la notte sotto il tettuccio della porta. (Traduzione di Domenico Magnino; edizione BUR, 1987)
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