(Tucidide; Storie: libro II, paragr. 37)
Cosa intende Pericle per ‘democrazia’? Queste le parole attribuite a Pericle da Tucidide nell’"Epitafio per i primi caduti ateniesi della guerra del Peloponneso":
“Il sistema politico che abbiamo adottato non emula le leggi dei vicini: ma siamo noi un modello per alcuni, piuttosto che essere noi a imitare gli altri. E quanto al nome, per il fatto che non compete a pochi ma alla maggioranza, viene chiamata ‘democrazia’. Secondo le leggi, per quanto riguarda la sfera privata, tutti sono alla pari; invece per quanto riguarda la considerazione pubblica, ciascuno è stimato in quanto gode di reputazione in un determinato campo: non per la parte sociale da cui proviene ma per la sua qualità. E quanto alla povertà nessuno, se può fare qualcosa di bene per la città, è penalizzato dall’oscurità della sua condizione.”
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TESTO GRECO:
χρώμεθα γὰρ πολιτείᾳ οὐ ζηλούσῃ τοὺς τῶν πέλας νόμους, παράδειγμα δὲ μᾶλλον αὐτοὶ ὄντες τισὶν ἢ μιμούμενοι ἑτέρους.
καὶ ὄνομα μὲν διὰ τὸ μὴ ἐς ὀλίγους ἀλλ᾽ ἐς πλείονας οἰκεῖν δημοκρατία κέκληται· μέτεστι δὲ κατὰ μὲν τοὺς νόμους πρὸς τὰ ἴδια διάφορα πᾶσι τὸ ἴσον, κατὰ δὲ τὴν ἀξίωσιν, ὡς ἕκαστος ἔν τῳ εὐδοκιμεῖ, οὐκ ἀπὸ μέρους τὸ πλέον ἐς τὰ κοινὰ ἢ ἀπ᾽ ἀρετῆς προτιμᾶται, οὐδ᾽ αὖ κατὰ πενίαν, ἔχων γέ τι ἀγαθὸν δρᾶσαι τὴν πόλιν, ἀξιώματος ἀφανείᾳ κεκώλυται.
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TESTO GRECO TRADOTTO LETTERALMENTE, CON SPIEGAZIONE:
χρώμεθα γὰρ πολιτείᾳ οὐ ζηλούσῃ τοὺς τῶν πέλας νόμους, παράδειγμα δὲ μᾶλλον αὐτοὶ ὄντες τισὶν ἢ μιμούμενοι ἑτέρους. UTILIZZIAMO INFATTI (χρώμεθα γὰρ) UNA COSTITUZIONE NON INVIDIANTE/ELOGIANTE (πολιτείᾳ οὐ ζηλούσῃ) LE LEGGI DEGLI STATI VICINI (τοὺς τῶν πέλας νόμους; πέλας è avverbio: vicino, dappresso; τῶν πέλας: dei vicini), UN MODELLO (παράδειγμα) NOI STESSI ESSENDO (αὐτοὶ ὄντες; αὐτοὶ significa: stessi, ed è legato al soggetto che è noi, come si vede dal verbo della reggente: χρώμεθα) PER ALCUNI (τισὶν) PIUTTOSTO (δὲ μᾶλλον; μᾶλλον (come avverbio) significa solitamente: più, maggiormente, ma qui significa invece: piuttosto; è da porre in relazione con ἢ) CHE (ἢ) IMITANDO/IMITARE DEGLI ALTRI (μιμούμενοι ἑτέρους). ---- καὶ ὄνομα μὲν διὰ τὸ μὴ ἐς ὀλίγους ἀλλ᾽ ἐς πλείονας οἰκεῖν δημοκρατία κέκληται· E IL NOME (καὶ ὄνομα), PER/A CAUSA DELL’ ESSERE ORDINATA/GOVERNATA (διὰ τὸ… οἰκεῖν ha qui un senso traslato, quello di: essere regolato…, anziché il classico: abitare) NON A FAVORE DEI POCHI MA DEI MOLTI (μὴ ἐς ὀλίγους ἀλλ᾽ ἐς πλείονας; πλείονας è accus. masch. dal comparativo πλείων, πλεῖον: più, maggiore in quantità), È DETTO (κέκληται: 3^ sing. ind. pass. perf. da καλέω: chiamo) DEMOCRAZIA (δημοκρατία). ---- μέτεστι δὲ κατὰ μὲν τοὺς νόμους πρὸς τὰ ἴδια διάφορα πᾶσι τὸ ἴσον, SPETTA (μέτεστι: 3^ sing. da μέτειμι: sono in mezzo; spetto/riguardo) A TUTTI LA STESSA COSA/TRATTAMENTO (πᾶσι τὸ ἴσον) DI FRONTE ALLE LEGGI (κατὰ τοὺς νόμους) DA UNA PARTE (μὲν) PER I CONFLITTI (πρὸς τὰ διάφορα; διάφορος,ον è un aggettivo: differente; ma il neutro διάφορον diviene a volte un sostantivo: opposizione, dissidio) PRIVATI (ἴδια), ---- κατὰ δὲ τὴν ἀξίωσιν, ὡς ἕκαστος ἔν τῳ εὐδοκιμεῖ, οὐκ ἀπὸ μέρους τὸ πλέον ἐς τὰ κοινὰ ἢ ἀπ᾽ ἀρετῆς προτιμᾶται, οὐδ᾽ αὖ κατὰ πενίαν, ἔχων γέ τι ἀγαθὸν δρᾶσαι τὴν πόλιν, ἀξιώματος ἀφανείᾳ κεκώλυται. DI FRONTE/RIGUARDO ALLA STIMA PUBBLICA (κατὰ τὴν ἀξίωσιν) DALL’ALTRA (δὲ), QUANDO CIASCUNO/QUALCUNO (ὡς ἕκαστος) IN QUALCOSA (ἔν τῳ->= forma attica per τινὶ: dativo di τις, τι (τινός): qualcuno, qualcosa) ACQUISTA BUONA FAMA (εὐδοκιμεῖ), NON VIENE STIMATO (οὐκ… προτιμᾶται) MAGGIORMENTE (τὸ πλέον: uso avverbiale del neutro di πλείων/πλέων: maggiore) DAL/PER IL RUOLO (ἀπὸ μέρους) VERSO LA COMUNITÀ (ἐς τὰ κοινὰ; ἀπὸ μέρους ἐς τὰ κοινὰ è un'espressione che significa in sostanza: “per la sua importanza sociale”, ovvero “PER LA RICCHEZZA/IL PRESTIGIO DELLA NASCITA”) CHE (ἢ; va messo in relazione a τὸ πλέον: neutro di: più, maggiore, che ha valore di avverbio: maggiormente) DALLA/A CAUSA DELLA VIRTÙ/VALORE PERSONALE (ἀπ᾽ ἀρετῆς), NÉ (οὐδ᾽) INOLTRE (αὖ) PER LA SUA POVERTÀ (κατὰ πενίαν), AVENDO/SE HA (ἔχων; riferito a ἕκαστος: ciascuno/qualcuno) QUALCOSA DI BUONO (τι ἀγαθὸν) DA FARE (δρᾶσαι: infinito aoristo att. da δράω: opero) PER LA CITTÀ (τὴν πόλιν: accusativo di relazione: in relazione alla città), NE È STATO DISTOLTO/VIENE SCORAGGIATO (κεκώλυται: 3^ sing. ind. perf. pass. da κωλύω: distolgo; “sono stato distolto”=”sono scoraggiato/impedito”) PER L’OSCURITÀ (ἀφανείᾳ) DEL PRESTIGIO (DELLA SUA NASCITA…) (ἀξιώματος).
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