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Immagine del redattoreAdriano Torricelli

DA FLAVIO GIUSEPPE, UN CONFRONTO TRA STORIOGRAFIA GRECA E STORIOGRAFIA EBRAICA

DA FLAVIO GIUSEPPE, UN CONFRONTO TRA STORIOGRAFIA GRECA E STORIOGRAFIA EBRAICA

(Flavio Giuseppe, Contro Apione (In difesa degli ebrei); 37-46)

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Autore del I secolo d.C., Flavio Giuseppe (o Giuseppe Flavio) fu uno scrittore ebreo che divulgò nel mondo greco-romano la storia e la cultura del suo popolo.

Scrisse in particolare due opere importantissime: le Antichità ebraiche (che tratta la storia del popolo ebraico dalla nascita ai suoi giorni) e le Guerre giudaiche, un lungo resoconto della guerra tra Ebrei e Romani cui egli stesso aveva preso parte.

Il brano qui tradotto invece, costituisce una riflessione sulla differenza tra storiografia ebraica e storiografia greca. È tratto dalla Contro Apione, un trattatello con cui Flavio Giuseppe si proponeva di sfatare vari miti negativi in circolazione ai danni degli Ebrei nel mondo greco-romano.

Ma col pretesto di portare avanti tale discorso, egli più volte si lancia in riflessioni generali sulla cultura greca e su quella ebraica, rilevandone le profonde differenze.

In questo brano, in particolare, Flavio Giuseppe riflette sulle profonde differenze che sussistono tra gli storici ebraici e quelli greci: i primi sono pochi, ma selezionati, in quanto parlano di cose di cui possiedono una conoscenza esclusiva e indubitabile; i secondi invece, sono descritti da Flavio Giuseppe come dei “dilettanti” che si divertono a scrivere cose di cui sanno poco o nulla, per il puro gusto del narrare e dell’apparire .

Gli Ebrei hanno pochi testi storici (i testi sacri dell’Antico Testamento, diremmo oggi) ma assolutamente fededegni, i Greci invece hanno tantissimi testi storici, miriadi, ma di scarso se non nullo valore.

Appare qui chiaramente la diversa matrice non solo della storiografia, ma della stessa cultura ebraica rispetto a quella greca e romana.

Gli Ebrei vivono nella dimensione del Sacro, dell’Assoluto (i loro libri sono in gran parte inni a Dio e da Lui ispirati); i pagani invece vivono nella dimensione del transeunte, del passeggero, dell’umano. Per i primi tutto è Verità assoluta, dettata da Dio; per i secondi invece, tutto è Interpretazione, frutto della fantasia e dell’ingegno umani!

La testimonianza di Flavio Giuseppe è essenziale per inquadrare i rapporti che si instaurarono tra Ebraismo e Cultura romana, rapporti certo non facili (anche se per molti versi di profonda compenetrazione reciproca) e che, per molti aspetti, sembrano anticipare la futura antitesi tra Romanità e Cristianesimo...

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TESTO ORIGINALE:

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[37] εἰκότως οὖν, μᾶλλον δὲ ἀναγκαίως, ἅτε μήτε τὸ ὑπογράφειν αὐτεξουσίου πᾶσιν ὄντος μήτε τινὸς ἐν τοῖς γραφομένοις ἐνούσης διαφωνίας, ἀλλὰ μόνον τῶν προφητῶν τὰ μὲν ἀνωτάτω καὶ παλαιότατα κατὰ τὴν ἐπίπνοιαν τὴν ἀπὸ τοῦ θεοῦ μαθόντων, τὰ δὲ καθ᾽ αὑτοὺς ὡς ἐγένετο σαφῶς συγγραφόντων, [38] οὐ μυριάδες βιβλίων εἰσὶ παρ᾽ ἡμῖν ἀσυμφώνων καὶ μαχομένων, δύο δὲ μόνα πρὸς τοῖς εἴκοσι βιβλία τοῦ παντὸς ἔχοντα χρόνου τὴν ἀναγραφήν, τὰ δικαίως πεπιστευμένα. [39] καὶ τούτων πέντε μέν ἐστι Μωυσέως, ἃ τούς τε νόμους περιέχει καὶ τὴν ἀπ᾽ ἀνθρωπογονίας παράδοσιν μέχρι τῆς αὐτοῦ τελευτῆς: οὗτος ὁ χρόνος ἀπολείπει τρισχιλίων ὀλίγῳ ἐτῶν. [40] ἀπὸ δὲ τῆς Μωυσέως τελευτῆς μέχρι τῆς Ἀρταξέρξου τοῦ μετὰ Ξέρξην Περσῶν βασιλέως οἱ μετὰ Μωυσῆν προφῆται τὰ κατ᾽ αὐτοὺς πραχθέντα συνέγραψαν ἐν τρισὶ καὶ δέκα βιβλίοις: αἱ δὲ λοιπαὶ τέσσαρες ὕμνους εἰς τὸν θεὸν καὶ τοῖς ἀνθρώποις ὑποθήκας τοῦ βίου περιέχουσιν. [41] ἀπὸ δὲ Ἀρταξέρξου μέχρι τοῦ καθ᾽ ἡμᾶς χρόνου γέγραπται μὲν ἕκαστα, πίστεως δ᾽ οὐχ ὁμοίας ἠξίωται τοῖς πρὸ αὐτῶν διὰ τὸ μὴ γενέσθαι τὴν τῶν προφητῶν ἀκριβῆ διαδοχήν. [42] δῆλον δ᾽ ἐστὶν ἔργῳ, πῶς ἡμεῖς πρόσιμεν τοῖς ἰδίοις γράμμασι: τοσούτου γὰρ αἰῶνος ἤδη παρῳχηκότος οὔτε προσθεῖναί τις οὐδὲν οὔτε ἀφελεῖν αὐτῶν οὔτε μεταθεῖναι τετόλμηκεν, πᾶσι δὲ σύμφυτόν ἐστιν εὐθὺς ἐκ πρώτης γενέσεως Ἰουδαίοις τὸ νομίζειν αὐτὰ θεοῦ δόγματα καὶ τούτοις ἐμμένειν καὶ ὑπὲρ αὐτῶν, εἰ δέοι, θνήσκειν ἡδέως. [43] ἤδη οὖν πολλοὶ πολλάκις ἑώρανται τῶν αἰχμαλώτων στρέβλας καὶ παντοίων θανάτων τρόπους ἐν θεάτροις ὑπομένοντες ἐπὶ τῷ μηδὲν ῥῆμα προέσθαι παρὰ τοὺς νόμους καὶ τὰς μετὰ τούτων ἀναγραφάς. [44] ὃ τίς ἂν ὑπομείνειεν Ἑλλήνων ὑπὲρ αὐτοῦ; ἀλλ᾽ οὐδ᾽ ὑπὲρ τοῦ καὶ πάντα τὰ παρ᾽ αὐτοῖς ἀφανισθῆναι συγγράμματα [45] τὴν τυχοῦσαν ὑποστήσεται βλάβην: λόγους γὰρ αὐτὰ νομίζουσιν εἶναι κατὰ τὴν τῶν γραψάντων βούλησιν ἐσχεδιασμένους, καὶ τοῦτο δικαίως καὶ περὶ τῶν παλαιοτέρων φρονοῦσιν, ἐπειδὴ καὶ τῶν νῦν ἐνίους ὁρῶσι τολμῶντας περὶ τούτων συγγράφειν, οἷς μήτ᾽ αὐτοὶ παρεγένοντο μήτε πυθέσθαι παρὰ τῶν εἰδότων ἐφιλοτιμήθησαν. [46] ἀμέλει καὶ περὶ τοῦ γενομένου νῦν ἡμῖν πολέμου τινὲς ἱστορίας ἐπιγράψαντες ἐξενηνόχασιν οὔτ᾽ εἰς τοὺς τόπους παραβαλόντες οὔτε πλησίον τούτων πραττομένων προσελθόντες, ἀλλ᾽ ἐκ παρακουσμάτων ὀλίγα συνθέντες τῷ τῆς ἱστορίας ὀνόματι λίαν ἀναιδῶς ἐνεπαροίνησαν.

(http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0215%3Abook%3D1%3Awhiston%20section%3D7&fbclid=IwAR2gIKM20EDPR-2EvKHBNYIQhS8PwfqmlLzP2JZZhibEzsjkAHQrQ1SmGSc)

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TRADUZIONE LIBERA:

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37. Non è permesso a chiunque di scrivere di storia e non vi sono discordanze tra gli scritti ma solamente i profeti hanno appreso per ispirazione divina i fatti più antichi e lontani e hanno scritto con chiarezza come si è svolto ciò che è avvenuto ai loro tempi. 38. Ne consegue naturalmente, anzi di necessità, che noi non abbiamo migliaia di libri divergenti e tra loro contraddittori, ma solamente ventidue libri cui a ragione si presta fede, che contengono la storia di tutti i tempi. 39. Di questi, cinque sono i libri di Mosè che contengono le leggi e la tradizione dalla creazione dell’uomo alla morte dello stesso. 40. Dalla morte di Mosè fino ad Artaserse, re di Persia dopo Serse, i profeti successivi a Mosè scrissero gli avvenimenti del loro tempo in tredici libri; i rimanenti quattro contengono inni al Signore e consigli di vita agli uomini. 41. Dai tempi di Artaserse fino a oggi ogni evento è stato narrato. A tali scritti, però, non si attribuisce fiducia quanto ai precedenti, perché la successione dei profeti non è precisa. 42. Risulta chiara, dai fatti, la reverenza con cui ci accostiamo ai nostri libri; pur essendo trascorso tanto tempo, nessuno ha osato aggiungere, togliere o modificare alcunché; per tutti gli Ebrei, fin dalla nascita, è naturale considerare tali testi decreti divini, ad essi restare fedeli, per essi, se necessario, morire con gioia. 43. Molte volte già si sono visti numerosi prigionieri sopportare torture e persino la morte in ogni forma nei teatri per non pronunciare parola alcuna contro le leggi e le loro prescrizioni. 44. Quale dei Greci sopporterebbe tanto per lo stesso motivo? Neppure per evitare la distruzione di tutti i loro scritti gli Elleni sopporterebbero un qualsiasi danno; 45. Li considerano infatti discorsi improvvisati, frutto del disegno degli scrittori; ed è giusto che essi pensino così anche degli storici più antichi, giacché anche ora si vedono alcuni autori che osano scrivere di cose cui non hanno assistito, e di cui non si sono dati la pena di informarsi presso coloro che le conoscono. 46. Così, anche sulla nostra guerra recente, alcuni autori hanno pubblicato resoconti storici senza neppure essersi avvicinati ai luoghi, né essere avanzati nel teatro dell’azione: raccolte un po’ di falsità, hanno oltraggiato senza vergogna il nome della storia.

(Traduzione di Francesca Calabi)

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TRADUZIONE SPIEGATA:

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[37] εἰκότως οὖν, μᾶλλον δὲ ἀναγκαίως, ἅτε μήτε τὸ ὑπογράφειν αὐτεξουσίου πᾶσιν ὄντος μήτε τινὸς ἐν τοῖς γραφομένοις ἐνούσης διαφωνίας, ἀλλὰ μόνον τῶν προφητῶν τὰ μὲν ἀνωτάτω καὶ παλαιότατα κατὰ τὴν ἐπίπνοιαν τὴν ἀπὸ τοῦ θεοῦ μαθόντων, τὰ δὲ καθ᾽ αὑτοὺς ὡς ἐγένετο σαφῶς συγγραφόντων, [38] οὐ μυριάδες βιβλίων εἰσὶ παρ᾽ ἡμῖν ἀσυμφώνων καὶ μαχομένων, δύο δὲ μόνα πρὸς τοῖς εἴκοσι βιβλία τοῦ παντὸς ἔχοντα χρόνου τὴν ἀναγραφήν, τὰ δικαίως πεπιστευμένα.

Opportunamente dunque, e ancor più necessariamente (εἰκότως οὖν, μᾶλλον δὲ ἀναγκαίως), giacché (ἅτε) né quanto al riscrivere (i fatti storici…) essendovi uno/un individuo indipendente/autonomo da tutti (gli altri…) (μήτε τὸ ὑπογράφειν αὐτεξουσίου πᾶσιν ὄντος), né essendo presente una qualche discordanza nelle/riguardo alle cose (già…) scritte (μήτε τινὸς ἐν τοῖς γραφομένοις ἐνούσης διαφωνίας), ma solamente (ἀλλὰ μόνον) i profeti avendo appreso da una parte le cose massimamente alte e massimamente antiche attraverso l’ispirazione (proveniente…) da Dio (τῶν προφητῶν τὰ μὲν ἀνωτάτω καὶ παλαιότατα κατὰ τὴν ἐπίπνοιαν τὴν ἀπὸ τοῦ θεοῦ μαθόντων), quelle cose dall’altra avendo scritto per se stessi/unicamente loro (τὰ δὲ καθ᾽ αὑτοὺς συγγραφόντων) come avvennero in modo veritiero (ὡς ἐγένετο σαφῶς), non vi sono presso di noi miriadi/migliaia di libri discordanti e che lottano/in conflitto tra loro (οὐ μυριάδες βιβλίων εἰσὶ παρ᾽ ἡμῖν ἀσυμφώνων καὶ μαχομένων), ma due soli libri (δύο δὲ μόνα βιβλία) per le cose evidenti/degni di fede (πρὸς τοῖς εἴκοσι) che hanno/danno di tutto il tempo la descrizione (τοῦ παντὸς ἔχοντα χρόνου τὴν ἀναγραφήν), che sono stati creduti/che sono oggetto di fede giustamente (τὰ δικαίως πεπιστευμένα).

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[39] καὶ τούτων πέντε μέν ἐστι Μωυσέως, ἃ τούς τε νόμους περιέχει καὶ τὴν ἀπ᾽ ἀνθρωπογονίας παράδοσιν μέχρι τῆς αὐτοῦ τελευτῆς: οὗτος ὁ χρόνος ἀπολείπει τρισχιλίων ὀλίγῳ ἐτῶν.

E di questi (libri…) cinque sono di Mosé (καὶ τούτων πέντε μέν ἐστι Μωυσέως), i quali abbracciano sia le leggi (ἃ τούς τε νόμους περιέχει) sia la storia dalla creazione dell’uomo (καὶ τὴν ἀπ᾽ ἀνθρωπογονίας παράδοσιν) fino alla morte di quello (μέχρι τῆς αὐτοῦ τελευτῆς); questo tempo/arco temporale manca di poco/sfiora (οὗτος ὁ χρόνος ἀπολείπει ὀλίγῳ) i tremila anni (τρισχιλίων ἐτῶν).

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[40] ἀπὸ δὲ τῆς Μωυσέως τελευτῆς μέχρι τῆς Ἀρταξέρξου τοῦ μετὰ Ξέρξην Περσῶν βασιλέως οἱ μετὰ Μωυσῆν προφῆται τὰ κατ᾽ αὐτοὺς πραχθέντα συνέγραψαν ἐν τρισὶ καὶ δέκα βιβλίοις: αἱ δὲ λοιπαὶ τέσσαρες ὕμνους εἰς τὸν θεὸν καὶ τοῖς ἀνθρώποις ὑποθήκας τοῦ βίου περιέχουσιν.

Dalla morte di Mosé fino alla (morte….) di Artaserse re dei Persiani (ἀπὸ δὲ τῆς Μωυσέως τελευτῆς μέχρι τῆς Ἀρταξέρξου τοῦ μετὰ Ξέρξην Περσῶν βασιλέως) i profeti presso Mosé/del tempo di Mosé scrissero (βασιλέως οἱ μετὰ Μωυσῆν προφῆται συνέγραψαν) le cose fatte presso quello in tredici libri (τὰ κατ᾽ αὐτοὺς πραχθέντα ἐν τρισὶ καὶ δέκα βιβλίοις); i restanti quattro (profeti…) comprendono inni a dio (αἱ δὲ λοιπαὶ τέσσαρες ὕμνους εἰς τὸν θεὸν περιέχουσιν) e avvertimenti di vita agli uomini (καὶ τοῖς ἀνθρώποις ὑποθήκας τοῦ βίου).

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[41] ἀπὸ δὲ Ἀρταξέρξου μέχρι τοῦ καθ᾽ ἡμᾶς χρόνου γέγραπται μὲν ἕκαστα, πίστεως δ᾽ οὐχ ὁμοίας ἠξίωται τοῖς πρὸ αὐτῶν διὰ τὸ μὴ γενέσθαι τὴν τῶν προφητῶν ἀκριβῆ διαδοχήν.

Dalla (morte…) di Arteserse fino al tempo nostro (ἀπὸ δὲ Ἀρταξέρξου μέχρι τοῦ καθ᾽ ἡμᾶς χρόνου) sono state scritte/raccontate tutte le cose (γέγραπται μὲν ἕκαστα), ma non di eguale fede/degne di altrettanta fiducia sono valutate (queste narrazioni…) (πίστεως δ᾽ οὐχ ὁμοίας ἠξίωται) rispetto a quelle prima di esse (τοῖς πρὸ αὐτῶν) per il non esservi una precisa successione dei profeti (διὰ τὸ μὴ γενέσθαι τὴν τῶν προφητῶν ἀκριβῆ διαδοχήν).

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[42] δῆλον δ᾽ ἐστὶν ἔργῳ, πῶς ἡμεῖς πρόσιμεν τοῖς ἰδίοις γράμμασι: τοσούτου γὰρ αἰῶνος ἤδη παρῳχηκότος οὔτε προσθεῖναί τις οὐδὲν οὔτε ἀφελεῖν αὐτῶν οὔτε μεταθεῖναι τετόλμηκεν, πᾶσι δὲ σύμφυτόν ἐστιν εὐθὺς ἐκ πρώτης γενέσεως Ἰουδαίοις τὸ νομίζειν αὐτὰ θεοῦ δόγματα καὶ τούτοις ἐμμένειν καὶ ὑπὲρ αὐτῶν, εἰ δέοι, θνήσκειν ἡδέως.

È chiaro secondo l’opera/nei fatti (δῆλον δ᾽ ἐστὶν ἔργῳ) come noi ci accostiamo alle narrazioni private/alle nostre opere storiche (πῶς ἡμεῖς πρόσιμεν τοῖς ἰδίοις γράμμασι); infatti di una tale tempo che è già trascorso (τοσούτου γὰρ αἰῶνος ἤδη παρῳχηκότος) né qualcuno/nessuno ha osato (οὔτε τις τετόλμηκεν) aggiungere nulla, né togliere (nulla…) di quelle (narrazioni…) né cambiar(le) (προσθεῖναί οὐδὲν οὔτε ἀφελεῖν αὐτῶν οὔτε μεταθεῖναι), e a tutti i Giudei (πᾶσι δὲ Ἰουδαίοις) è connaturato dalla prima nascita/dai primi momenti di vita (σύμφυτόν ἐστιν εὐθὺς ἐκ πρώτης γενέσεως) il ritenere/tenere in grande considerazione le stesse parole di Dio (τὸ νομίζειν αὐτὰ θεοῦ δόγματα) e a queste restare fedele (καὶ τούτοις ἐμμένειν) e per esse, fosse necessario, morire dolcemente/con piacere (καὶ ὑπὲρ αὐτῶν, εἰ δέοι, θνήσκειν ἡδέως).

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[43] ἤδη οὖν πολλοὶ πολλάκις ἑώρανται τῶν αἰχμαλώτων στρέβλας καὶ παντοίων θανάτων τρόπους ἐν θεάτροις ὑπομένοντες ἐπὶ τῷ μηδὲν ῥῆμα προέσθαι παρὰ τοὺς νόμους καὶ τὰς μετὰ τούτων ἀναγραφάς.

Già dunque molti spesso (ἤδη οὖν πολλοὶ πολλάκις) hanno visto/conosciuto le torture dei prigionieri e i modi di un po’ tutte le morti nei teatri (ἑώρανται τῶν αἰχμαλώτων στρέβλας καὶ παντοίων θανάτων τρόπους ἐν θεάτροις), astenendosi/per astenersi sul/dal proferire nessuna/alcuna parola (ὑπομένοντες ἐπὶ τῷ μηδὲν ῥῆμα προέσθαι->infinito di προ-ίημι: mando fuori, profferisco) contro le leggi e (contro…) gli scritti presso questi/di questi autori (παρὰ τοὺς νόμους καὶ τὰς μετὰ τούτων ἀναγραφάς)?

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[44] ὃ τίς ἂν ὑπομείνειεν Ἑλλήνων ὑπὲρ αὐτοῦ;

Chi (è/sarebbe colui…) il quale (τίς… ὃ) degli Elleni si asterrebbe per questa cosa/si sacrificherebbe per ciò (ἂν ὑπομείνειεν Ἑλλήνων ὑπὲρ αὐτοῦ)?

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ἀλλ᾽ οὐδ᾽ ὑπὲρ τοῦ καὶ πάντα τὰ παρ᾽ αὐτοῖς ἀφανισθῆναι συγγράμματα [45] τὴν τυχοῦσαν ὑποστήσεται βλάβην: λόγους γὰρ αὐτὰ νομίζουσιν εἶναι κατὰ τὴν τῶν γραψάντων βούλησιν ἐσχεδιασμένους, καὶ τοῦτο δικαίως καὶ περὶ τῶν παλαιοτέρων φρονοῦσιν, ἐπειδὴ καὶ τῶν νῦν ἐνίους ὁρῶσι τολμῶντας περὶ τούτων συγγράφειν, οἷς μήτ᾽ αὐτοὶ παρεγένοντο μήτε πυθέσθαι παρὰ τῶν εἰδότων ἐφιλοτιμήθησαν.

Ma nemmeno per l’essere occultati/perché non vengano occultati (ἀλλ᾽ οὐδ᾽ ὑπὲρ τοῦ ἀφανισθῆναι) anche tutti gli scritti presso di loro/dei loro autori (καὶ πάντα τὰ παρ᾽ αὐτοῖς συγγράμματα) si sottometterà a (il greco…) (ὑποστήσεται: 3^ sing. futuro medio indic. di ὑφ-ίστημι: sto sotto; medio: mi sottometto) la sventura che è in sorte (per lui…)/che gli capita (τὴν τυχοῦσαν βλάβην; τυχοῦσαν: acc. femmin. sing. partic. att. aoristo di τυγχάνω: accado); infatti li ritengono essere (γὰρ αὐτὰ νομίζουσιν εἶναι) discorsi fatti alla leggera/improvvisati (λόγους ἐσχεδιασμένους->acc. plur. masch partic. medio-passivo perfetto di σχεδιάζω: opero alla leggera; improvviso) secondo il progetto/l’intenzione presso/di coloro che li hanno scritti (κατὰ τὴν τῶν γραψάντων βούλησιν) e questa cosa giustamente anche attorno ai più antichi (la…) pensano (καὶ τοῦτο δικαίως καὶ περὶ τῶν παλαιοτέρων φρονοῦσιν), poiché anche di quelli di adesso vedono (ἐπειδὴ καὶ τῶν νῦν ὁρῶσι) alcuni che osano scrivere di questa cose (ἐνίους τολμῶντας συγγράφειν περὶ τούτων) alle quali né essi stessi erano presenti (οἷς μήτ᾽ αὐτοὶ παρεγένοντο) né bramarono/si diedero pena di informarsi presso/da coloro che (le…) avevano conosciute (μήτε ἐφιλοτιμήθησαν πυθέσθαι παρὰ τῶν εἰδότων->genit. plur. masch. partic. attivo perfetto di ὁράω, ovvero di οἷδα: so (verbo al perfetto)).

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[46] ἀμέλει καὶ περὶ τοῦ γενομένου νῦν ἡμῖν πολέμου τινὲς ἱστορίας ἐπιγράψαντες ἐξενηνόχασιν οὔτ᾽ εἰς τοὺς τόπους παραβαλόντες οὔτε πλησίον τούτων πραττομένων προσελθόντες, ἀλλ᾽ ἐκ παρακουσμάτων ὀλίγα συνθέντες τῷ τῆς ἱστορίας ὀνόματι λίαν ἀναιδῶς ἐνεπαροίνησαν.

Certamente anche sulla guerra che è avvenuta ora a noi/presso di noi (ebrei…) (ἀμέλει καὶ περὶ τοῦ γενομένου νῦν ἡμῖν πολέμου) alcuni che hanno compilato delle storie (τινὲς ἱστορίας ἐπιγράψαντες) (la…) hanno mostrata/narrata (ἐξενηνόχασιν: 3^ plur. indic. att. perfetto di ἐκ-φέρω: porto fuori; mostro) né essendosi spinti verso i luoghi, né essendo andati vicino alla cose fatte/avvenute (οὔτ᾽ εἰς τοὺς τόπους παραβαλόντες οὔτε πλησίον τούτων πραττομένων προσελθόντες), ma da cose udite poche cose avendo messo insieme (ἀλλ᾽ ἐκ παρακουσμάτων ὀλίγα συνθέντες) hanno insultato il nome della storia (τῷ τῆς ἱστορίας ὀνόματι ἐνεπαροίνησαν) molto spudoratamente (λίαν ἀναιδῶς).

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