DALL’INTRODUZIONE ALLE “GUERRE EBRAICHE” DI GIUSEPPE FLAVIO
(I libro: paragrafi 15->18)
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Dall’introduzione del testo di Giuseppe Flavio, storico ebreo antico (contemporaneo all’incirca di Gesù e di San Paolo) sulle “Guerre giudaiche”.
L’autore spiega chiaramente quale sarà il piano della sua opera e, contrariamente ad altri storici non romani, non si perita affatto di “accusare” i propri dominatori di superficialità e di ignoranza in campo storico.
Il suo impegno è – come secondo lui dovrebbe essere quello di qualsiasi storico φιλόπονος, cioè amante della fatica – quello di narrare cose mai narrate prima, in particolare quelle di cui egli ha avuto esperienza diretta e che quindi conosce meglio.
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Testo originale:
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[15] τό γε μὴν μνήμῃ τὰ προϊστορηθέντα διδόναι καὶ τὰ τῶν ἰδίων χρόνων τοῖς μετ᾽ αὐτὸν συνιστάνειν ἐπαίνου καὶ μαρτυρίας ἄξιον: φιλόπονος δὲ οὐχ ὁ μεταποιῶν οἰκονομίαν καὶ τάξιν ἀλλοτρίαν, ἀλλ᾽ ὁ μετὰ τοῦ καινὰ λέγειν καὶ τὸ σῶμα τῆς ἱστορίας κατασκευάζων ἴδιον. [16] κἀγὼ μὲν ἀναλώμασι καὶ πόνοις μεγίστοις ἀλλόφυλος ὢν Ἕλλησί τε καὶ Ῥωμαίοις τὴν μνήμην τῶν κατορθωμάτων ἀνατίθημι: τοῖς δὲ γνησίοις πρὸς μὲν τὰ λήμματα καὶ τὰς δίκας κέχηνεν εὐθέως τὸ στόμα καὶ γλῶσσα λέλυται, πρὸς δὲ τὴν ἱστορίαν, ἔνθα χρὴ τἀληθῆ λέγειν καὶ μετὰ πολλοῦ πόνου τὰ πράγματα συλλέγειν, πεφίμωνται παρέντες τοῖς ἀσθενεστέροις καὶ μηδὲ γινώσκουσι τὰς πράξεις τῶν ἡγεμόνων γράφειν. τιμάσθω δὴ παρ᾽ ἡμῖν τὸ τῆς ἱστορίας ἀληθές, ἐπεὶ παρ᾽ Ἕλλησιν ἠμέληται.
[17] Ἀρχαιολογεῖν μὲν δὴ τὰ Ἰουδαίων, τίνες τε ὄντες καὶ ὅπως ἀπανέστησαν Αἰγυπτίων, χώραν τε ὅσην ἐπῆλθον ἀλώμενοι καὶ πόσα ἑξῆς κατέλαβον καὶ ὅπως μετανέστησαν, νῦν τε ἄκαιρον ᾠήθην εἶναι καὶ ἄλλως περιττόν, ἐπειδήπερ καὶ Ἰουδαίων πολλοὶ πρὸ ἐμοῦ τὰ τῶν προγόνων συνετάξαντο μετ᾽ ἀκριβείας καί τινες Ἑλλήνων ἐκεῖνα τῇ πατρίῳ φωνῇ μεταβαλόντες οὐ πολὺ τῆς ἀληθείας διήμαρτον. [18] ὅπου δ᾽ οἵ τε τούτων συγγραφεῖς ἐπαύσαντο καὶ οἱ ἡμέτεροι προφῆται, τὴν ἀρχὴν ἐκεῖθεν ποιήσομαι τῆς συντάξεως: τούτων δὲ τὰ μὲν τοῦ κατ᾽ ἐμαυτὸν πολέμου διεξοδικώτερον καὶ μεθ᾽ ὅσης ἂν ἐξεργασίας δύνωμαι δίειμι, τὰ δὲ προγενέστερα τῆς ἐμῆς ἡλικίας ἐπιδραμῶ συντόμως...
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Testo tradotto liberamente:
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Certo, lo scrivere di eventi già narrati in precedenza e collegare le cose dei tempi passati con quelle dei tempi seguenti è cosa degna di lode e di ricordo. Ma storico davvero serio e volenteroso è colui che, anziché risistemare la disposizione e l’ordine già dati da altri agli eventi, riesce anche ad elaborare – parlando di cose mai trattate prima – un proprio discorso originale.
E io con spese e fatiche enormi, essendo straniero a Greci e Romani, erigo un’opera che sia memoria delle imprese più gloriose. Ai bennati difatti, di fronte a guadagni e leggi subito la bocca si spalanca e la lingua inizia a blaterare, ma davanti alla ricerca storica, che richiede per dire la verità la grande fatica di raccogliere i fatti, essi perdono la parola, lasciando ai loro concittadini meno valenti e nemmeno ben informati il compito di raccontare le imprese dei propri condottieri. Sia rispettata presso di noi la verità della storia, poiché presso i Greci è oramai trascurata.
Parlare della storia antica degli Ebrei, di come essi riuscirono a sfuggire alla tirannia degli Egizi, essendo ciò che erano in quel tempo, di quale territorio raggiunsero vagando, di quali grandi imprese di volta in volta riuscirono a compiere e del modo in cui riuscirono a cambiare la loro residenza, mi è sembrato che fosse cosa inopportuna o quantomeno eccessiva, dal momento che altri miei connazionali prima di me avevano già raccolto e esposto queste vicende con precisione, e dal momento che alcuni Greci avevano tradotto i loro lavori nella loro lingua patria, esponendo così pressoché tutta la verità dei fatti.
Dal punto in cui i precedenti espositori di queste vicende e i nostri profeti si sono interrotti, da lì inizierò io la mia esposizione; di questi argomenti poi, la parte riguardante la guerra che ho vissuto in prima persona sarà quella che tratterò più compiutamente, e con tutta l’energia di cui sono capace; la parte invece che precede la mia giovinezza la tratterò in modo solo sintetico.
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(Traduzione mia)
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Testo spiegato:
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[15] τό γε μὴν μνήμῃ τὰ προϊστορηθέντα διδόναι καὶ τὰ τῶν ἰδίων χρόνων τοῖς μετ᾽ αὐτὸν συνιστάνειν: φιλόπονος δὲ οὐχ ὁ μεταποιῶν οἰκονομίαν καὶ τάξιν ἀλλοτρίαν, ἀλλ᾽ ὁ μετὰ τοῦ καινὰ λέγειν καὶ τὸ σῶμα τῆς ἱστορίας κατασκευάζων ἴδιον.
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Certamente il portare alla memoria le cose che sono state indagate in precedenza (τό γε μὴν διδόναι μνήμῃ τὰ προϊστορηθέντα->acc. neutro plur. part. passivo aoristo di προ-ιστορέω: indago prima) e congiungere/porre in relazione (καὶ συνιστάνειν) le cose dei tempi andati (τὰ τῶν ἰδίων χρόνων; ἴδιος: privato->sciocco->strano->sconosciuto->dimenticato) coi (tempi…) dopo quello/successivi (τοῖς μετ᾽ αὐτὸν) di lode e di ricordo (è…) cosa degna (ἐπαίνου καὶ μαρτυρίας ἄξιον); ma amante della fatica/virtuoso lavoratore non (è…) colui che cambia/risistema a modo suo (φιλόπονος δὲ οὐχ ὁ μεταποιῶν) la disposizione e l’ordine (degli eventi storici…) altrui (οἰκονομίαν καὶ τάξιν ἀλλοτρίαν), ma colui che anche appronta (ἀλλ᾽ ὁ καὶ κατασκευάζων) col narrare cose nuove (μετὰ τοῦ λέγειν καινὰ) un proprio corpo privato di ricerca/anche un discorso storico originale (τὸ σῶμα ἴδιον τῆς ἱστορίας).
Certo, lo scrivere di eventi già narrati in precedenza e collegare le cose dei tempi passati con quelle dei tempi a esse seguenti è cosa degna di lode e di ricordo. Ma storico davvero serio e volenteroso è colui che, anziché risistemare la disposizione e l’ordine già dati da altri agli eventi, riesce anche ad elaborare – parlando di cose mai trattate prima – un proprio discorso originale.
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[16] κἀγὼ μὲν ἀναλώμασι καὶ πόνοις μεγίστοις ἀλλόφυλος ὢν Ἕλλησί τε καὶ Ῥωμαίοις τὴν μνήμην τῶν κατορθωμάτων ἀνατίθημι: τοῖς δὲ γνησίοις πρὸς μὲν τὰ λήμματα καὶ τὰς δίκας κέχηνεν εὐθέως τὸ στόμα καὶ γλῶσσα λέλυται, πρὸς δὲ τὴν ἱστορίαν, ἔνθα χρὴ τἀληθῆ λέγειν καὶ μετὰ πολλοῦ πόνου τὰ πράγματα συλλέγειν, πεφίμωνται παρέντες τοῖς ἀσθενεστέροις καὶ μηδὲ γινώσκουσι τὰς πράξεις τῶν ἡγεμόνων γράφειν.
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E io con spese e fatiche enormi, essendo straniero a Greci e Romani (κἀγὼ μὲν ἀναλώμασι καὶ πόνοις μεγίστοις ἀλλόφυλος ὢν Ἕλλησί τε καὶ Ῥωμαίοις), la memoria delle cose ben fatte/di imprese gloriose erigo (τὴν μνήμην τῶν κατορθωμάτων ἀνατίθημι); ai bennati/agli indigeni (si riferisce ai Romani…) davanti ai guadagni e alle leggi (τοῖς δὲ γνησίοις πρὸς μὲν τὰ λήμματα καὶ τὰς δίκας) si è spalancata/si spalanca subito la bocca e la lingua blatera (κέχηνεν εὐθέως τὸ στόμα καὶ γλῶσσα λέλυται), ma davanti alla ricerca storica, dove è necessario dire cose vere/la verità e con molta fatica raccogliere i fatti (πρὸς δὲ τὴν ἱστορίαν, ἔνθα χρὴ τἀληθῆ λέγειν καὶ μετὰ πολλοῦ πόνου τὰ πράγματα συλλέγειν), (essi…) si sono ammutoliti/ammutoliscono (πεφίμωνται: 3^ plur. indic. medio-passivo perfetto di φιμόω: sono messo a tacere) lasciando/delegando (παρέντες: nomin. masch. plur. partic. att. aoristo di παρ-ίημι: mando giù, lascio andare, delego a…) ai (cittadini…) più insignificanti e nemmeno conoscenti/nemmeno informati (sui fatti…) (τοῖς ἀσθενεστέροις καὶ μηδὲ γινώσκουσι) lo scrivere delle imprese dei (loro…) condottieri (γράφειν τὰς πράξεις τῶν ἡγεμόνων).
E io con spese e fatiche enormi, essendo straniero a Greci e Romani, erigo un’opera che sia memoria delle imprese più gloriose. Ai bennati difatti, di fronte a guadagni e leggi subito la bocca si spalanca e la lingua inizia a blaterare, ma davanti alla ricerca storica, che richiede per dire la verità la grande fatica di raccogliere i fatti, essi perdono la parola, lasciando ai loro concittadini meno valenti e nemmeno ben informati il compito di raccontare le imprese dei propri condottieri.
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τιμάσθω δὴ παρ᾽ ἡμῖν τὸ τῆς ἱστορίας ἀληθές, ἐπεὶ παρ᾽ Ἕλλησιν ἠμέληται.
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Sia rispettata presso di noi la verità della storia (τιμάσθω δὴ παρ᾽ ἡμῖν τὸ τῆς ἱστορίας ἀληθές; τιμάσθω: 3^ sing. imperat. presente medio-pass. di τιμάω: rispetto), poiché presso i Greci è stata trascurata/è oramai trascurata (ἐπεὶ παρ᾽ Ἕλλησιν ἠμέληται->3^ sing. indic. medio-pass. perf. di ἀμελέω: non curo, trascuro).
Sia rispettata presso di noi la verità della storia, poiché presso i Greci è oramai trascurata.
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[17] Ἀρχαιολογεῖν μὲν δὴ τὰ Ἰουδαίων, τίνες τε ὄντες καὶ ὅπως ἀπανέστησαν Αἰγυπτίων, χώραν τε ὅσην ἐπῆλθον ἀλώμενοι καὶ πόσα ἑξῆς κατέλαβον καὶ ὅπως μετανέστησαν, νῦν τε ἄκαιρον ᾠήθην εἶναι καὶ ἄλλως περιττόν, ἐπειδήπερ καὶ Ἰουδαίων πολλοὶ πρὸ ἐμοῦ τὰ τῶν προγόνων συνετάξαντο μετ᾽ ἀκριβείας καί τινες Ἑλλήνων ἐκεῖνα τῇ πατρίῳ φωνῇ μεταβαλόντες οὐ πολὺ τῆς ἀληθείας διήμαρτον.
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Parlare delle antiche vicende ebraiche (Ἀρχαιολογεῖν μὲν δὴ τὰ Ἰουδαίων; Ἀρχαιολογεῖν=parlare di cose antiche): quali essendo (τίνες τε ὄντες) come anche/inoltre (καὶ ὅπως) sfuggirono agli Egizi (ἀπανέστησαν Αἰγυπτίων; ἀπανέστησαν= ἀπό ἀνά ἵστημι: lontano da + sopra + mi pongo= mi allontano da; ἐστησαν: 3^ plur. indic. aoristo att. di ἵστημι)//come riuscirono a sfuggire alla tirannia degli Egizi, essendo ciò che erano in quel tempo (τίνες τε ὄντες καὶ ὅπως ἀπανέστησαν Αἰγυπτίων), e quale territorio raggiunsero vagando (χώραν τε ὅσην ἐπῆλθον ἀλώμενοι->part. pres. att. da ἀλάομαι: vago) e quanto grandi cose/imprese di volta in volta compirono (καὶ πόσα ἑξῆς κατέλαβον) e come cambiarono dimora/riuscirono a cambiare dimora (καὶ ὅπως μετανέστησαν), ho pensato/mi è sembrato essere (ᾠήθην εἶναι; ᾠήθην: 1^ sing. indic. aoristo (forma passiva ma con valore attivo) di οἴομαι: penso, credo) in questo momento cosa inopportuna (νῦν τε ἄκαιρον) e/o altrimenti eccessiva (καὶ ἄλλως περιττόν), poiché/dopo che certo (ἐπειδή(περ)) anche molti dei Giudei prima di me (καὶ Ἰουδαίων πολλοὶ πρὸ ἐμοῦ) le (cose/vicende…) dei progenitori/antenati avevano raccolto assieme/avevano raccolto e esposto (τὰ τῶν προγόνων συνετάξαντο) con precisione (μετ᾽ ἀκριβείας), e alcuni a causa dei/a favore dei Greci (καί τινες Ἑλλήνων ἐκεῖνα) avendo(li) tradotti nella lingua patria/nella loro lingua (μεταβαλόντες τῇ πατρίῳ φωνῇ), non molto della verità (storica…) avevano trascurato (nella narrazione storica…) (οὐ πολὺ τῆς ἀληθείας διήμαρτον; διήμαρτον: 3^ plur. indic. att. aoristo di διαμαρτάνω: commetto errori o mancanze; trascuro di dire qualcosa).
Parlare della storia antica degli Ebrei, di come essi riuscirono a sfuggire alla tirannia degli Egizi, essendo ciò che erano in quel tempo, di quale territorio raggiunsero vagando, di quali grandi imprese di volta in volta riuscirono a compiere e del modo in cui riuscirono a cambiare la loro residenza, mi è sembrato che fosse cosa inopportuna o quantomeno eccessiva, dal momento che altri miei connazionali prima di me avevano già raccolto e esposto queste vicende con precisione, e dal momento che alcuni Greci avevano tradotto i loro lavori nella loro lingua patria, esponendo così pressoché tutta la verità dei fatti.
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[18] ὅπου δ᾽ οἵ τε τούτων συγγραφεῖς ἐπαύσαντο καὶ οἱ ἡμέτεροι προφῆται, τὴν ἀρχὴν ἐκεῖθεν ποιήσομαι τῆς συντάξεως: τούτων δὲ τὰ μὲν τοῦ κατ᾽ ἐμαυτὸν πολέμου διεξοδικώτερον καὶ μεθ᾽ ὅσης ἂν ἐξεργασίας δύνωμαι δίειμι, τὰ δὲ προγενέστερα τῆς ἐμῆς ἡλικίας ἐπιδραμῶ συντόμως...
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Dove gli espositori di queste cose e i nostri profeti hanno cessato/si sono interrotti (ὅπου δ᾽ οἵ τε συγγραφεῖς τούτων καὶ οἱ ἡμέτεροι προφῆται ἐπαύσαντο), da lì (ἐκεῖθεν) farò/porrò l’inizio della (mia…) esposizione (ποιήσομαι τὴν ἀρχὴν τῆς συντάξεως); di queste cose/vicende, quelle da una parte della guerra (τούτων δὲ τὰ μὲν τοῦ πολέμου) presso di me/che conobbi di persona (κατ᾽ ἐμαυτὸν) più compiutamente (διεξοδικώτερον: neutro comparativo con valore avverbiale!, dell’aggettivo διεξοδικός: compiuto) e con quanta energia/impegno (καὶ μεθ᾽ ὅσης ἐξεργασίας) (io…) possa (ἂν δύνωμαι), passo in rassegna (δίειμι: passo attraverso; descrivo in ogni parte), quelle invece (τὰ δὲ) più antiche/precedenti la mia giovinezza (προγενέστερα τῆς ἐμῆς ἡλικίας) (le…) percorrerò in modo sintetico (ἐπιδραμῶ συντόμως; ἐπι-δραμῶ: futuro di ἐπι-τρέχω: corro sopra; tocco velocemente).
Dal punto in cui i precedenti espositori di queste vicende e i nostri profeti si sono interrotti, da lì inizierò io la mia esposizione; di questi argomenti poi, la parte riguardante la guerra che ho vissuto in prima persona sarà quella che tratterò più compiutamente, e con tutta l’energia di cui sono capace; la parte invece che precede la mia giovinezza la tratterò in modo solo sintetico.
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Ripasso del paradigma di ἵημι (mando):
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PRESENTE: ἵημι;
Participio: masch: ἰείς, ἰέντος – femm: ἱεῖσα – neutro: ἱέν;
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IMPERF: ἵην;
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FUTURO: ἥσω;
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AORISTO: ἧκα… ἧμεν…;
Participio: masch: εἵς, ἕντος – femm: εἷσα – neutro: ἕν;
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PERFETTO: εἷκα... εἵκαμεν...;
Participio: masch: εἱκώς, εἱκοτος – femm: εἱκυῖα – neutro: εἱκός
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