Demostene; LE LEGGI SONO IL FONDAMENTO (νόμισμα) DELLE COMUNITA’ POLITICHE (Orazione XIV; par. 212-214)
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Un brano di Demostene, trovato su un versionario di liceo, non del tutto facile sia a livello lessicale, che sintattico.
È importante tenere presente:
- Il significato di νόμισμα, un termine che si può tradurre in più modi e che ha qui essenzialmente – come l’autore mostra a un certo punto nel brano – un significato intermedio tra “legge” (νόμος) e “moneta”. In questo contesto infatti, esso sta a indicare un concetto molto vasto: ovvero quello di "istituzione" inteso nel senso più generale possibile, cioè come una qualsiasi convenzione che si ponga a fondamento di un qualche aspetto della vita associata. Come tale esso comprende in se stesso anche gli altri due significati: sia cioè l'idea di moneta (istituzione alla base delle relazioni private, in particolare di quelle di natura commerciale), sia quella di legge (istituzione o insieme di istituzioni alla base delle relazioni pubbliche o politiche)! (Tra parentesi, “moneta” in greco si dice proprio νόμισμα, e in questa ambiguità terminologica e di significato (νόμισμα: "istituzione" e/o "moneta") risiede gran parte della difficoltà dell'interpretare il testo).
- Fare attenzione a costruzioni sintattiche non sempre facili, in particolare al fatto che, a partire dalla terza frase in poi, tutte le proposizioni reggenti sono delle infinitive, rette a loro volta implicitamente dal λέγεται ("si dice che"…) con cui inizia la seconda frase.
- Alla presenza di svariati μὲν… (da una parte) e …δὲ (dall’altra), che aiutano a comprendere il significato e la struttura “binaria” di alcun delle frasi più lunghe.
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TESTO GRECO:
24.212 Βούλομαι τοίνυν ὑμῖν κἀκεῖνο διηγήσασθαι ὅ φασί ποτ’ εἰπεῖν Σόλωνα κατηγοροῦντα νόμον τινὸς οὐκ ἐπιτήδειον θέντος. λέγεται γὰρ τοῖς δικασταῖς αὐτὸν εἰπεῖν, ἐπειδὴ τἄλλα κατηγόρησεν, ὅτι νόμος ἐστὶν ἁπάσαις, ὡς ἔπος εἰπεῖν, ταῖς πόλεσιν, ἐάν τις τὸ νόμισμα διαφθείρῃ, θάνατον τὴν ζημίαν εἶναι. ἐπερωτήσας δ’ εἰ δίκαιος αὐτοῖς καὶ καλῶς ἔχων ὁ νόμος φαίνεται, 24.213 ἐπειδὴ φῆσαι τοὺς δικαστάς, εἰπεῖν ὅτι αὐτὸς ἡγεῖται ἀργύριον μὲν νόμισμ’ εἶναι τῶν ἰδίων συναλλαγμάτων εἵνεκα τοῖς ἰδιώταις εὑρημένον, τοὺς δὲ νόμους ἡγοῖτο νόμισμα τῆς πόλεως εἶναι. δεῖν δὴ τοὺς δικαστὰς πολλῷ μᾶλλον, εἴ τις ὃ τῆς πόλεώς ἐστι νόμισμα, τοῦτο διαφθείρει καὶ παράσημον εἰσφέρει, μισεῖν καὶ κολάζειν, ἢ εἴ τις ἐκεῖν’ ὃ τῶν ἰδιωτῶν ἐστιν. 24.214 προσθεῖναι δὲ τεκμήριον τοῦ καὶ μεῖζον εἶναι τἀδίκημα, τὸ τοὺς νόμους διαφθείρειν ἢ τὸ ἀργύριον, ὅτι ἀργυρίῳ μὲν πολλαὶ τῶν πόλεων καὶ φανερῶς πρὸς χαλκὸν καὶ μόλυβδον κεκραμένῳ χρώμεναι σῴζονται καὶ οὐδ’ ὁτιοῦν παρὰ τοῦτο πάσχουσιν, νόμοις δὲ πονηροῖς χρώμενοι καὶ διαφθείρεσθαι τοὺς ὄντας ἐῶντες οὐδένες πώποτ’ ἐσώθησαν.
->TRADUZIONE (PIU') LIBERA: https://www.skuolasprint.it/versioni-demostene/argomentazione-solone.html
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TESTO CON TRADUZIONE, COMMENTO E NOTE:
Βούλομαι τοίνυν ὑμῖν κἀκεῖνο διηγήσασθαι ὅ φασί ποτ’ εἰπεῖν Σόλωνα κατηγοροῦντα νόμον τινὸς οὐκ ἐπιτήδειον θέντος.
VOGLIO DUNQUE ORA MOSTRARE A VOI ANCHE QUESTO (κἀκεῖνο= καὶ ἐκεῖνο) IL QUALE/CHE DICONO (φασί) UN TEMPO AVER DETTO SOLONE ACCUSANDO QUALCUNO (κατηγοροῦντα τινὸς) DI AVERE PROMULGATO (θέντος: partic. att. aoristo da τίθημι) UNA LEGGE NON GIUSTA.
Glossario: “Pongo”: Presente τίθημι, Futuro θήσω, Aoristo ἔθηκα, Perfetto τέθεικα, τέθηκα, Perfetto Medio Passivo τέθειμαι, Aoristo Passivo ἐτέθην, Futuro Passivo τεθήσομαι.
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λέγεται γὰρ τοῖς δικασταῖς αὐτὸν εἰπεῖν, ἐπειδὴ τἄλλα κατηγόρησεν, ὅτι νόμος ἐστὶν ἁπάσαις, ὡς ἔπος εἰπεῖν, ταῖς πόλεσιν, ἐάν τις τὸ νόμισμα διαφθείρῃ, θάνατον τὴν ζημίαν εἶναι.
SI DICE INFATTI CHE EGLI (Solone) ABBIA DETTO AI GIUDICI, DOPO CHE EBBE AFFERMATO IN MODO CATEGORICO (κατηγόρησεν) LE ALTRE COSE (τἄλλα= τὰ ἄλλα), CHE ESISTE UNA LEGGE (VALIDA…), PER COSÌ DIRE (ὡς ἔπος εἰπεῖν: trattasi di espressione ricorrente o modo di dire), PER TUTTE LE CITTÀ-STATO: L’ESSERE LA MORTE LA PENA, QUALORA (ἐάν) QUALCUNO FALSIFICHI LA MONETA (=τὸ νόμισμα διαφθείρῃ; qui il termine νόμισμα sta a indicare effettivamente la moneta in senso proprio!!!)
Nota Nota che… κατηγόρέω qui significa “affermare in modo deciso, categorico, accusatorio”; nel precedente periodo invece significava “accusare qualcuno“ (τινὸς)…
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ἐπερωτήσας δ’ εἰ δίκαιος αὐτοῖς καὶ καλῶς ἔχων ὁ νόμος φαίνεται, ἐπειδὴ φῆσαι τοὺς δικαστάς, εἰπεῖν ὅτι αὐτὸς ἡγεῖται ἀργύριον μὲν νόμισμ’ εἶναι τῶν ἰδίων συναλλαγμάτων εἵνεκα τοῖς ἰδιώταις εὑρημένον, τοὺς δὲ νόμους ἡγοῖτο νόμισμα τῆς πόλεως εἶναι.
AVENDO CHIESTO (ἐπερωτήσας) (SOLONE, sogg. sott.) SE APPARE/SEMBRI LORO QUELLA LEGGE (ὁ νόμος) ESSERE GIUSTA E ESISTENTE IN MODO BELLO (καλῶς ἔχων->secondo significato del verbo ἔχω: esistere/sussistere), DOPO (ἐπειδὴ) L’AVERE (=CHE EBBERO) DETTO I GIUDICI DI SÌ (ἐπειδὴ φῆσαι τοὺς δικαστάς: è un’infinitiva!; φῆσαι significa qui non solo “dire, affermare” ma “affermare positivamente”), DISSE (εἰπεῖν: è retto implicitamente da λέγεται: vedi sopra; letter., “sembra che disse”) CHE (ὅτι) ESSA DA UNA PARTE (μὲν) IMPLICA (ἡγεῖται) CHE VI SIA (εἶναι: verbo dell'infinitiva) L’ARGENTO/IL DANARO (ἀργύριον) COME FONDAMENTO/ISTITUZIONE FONDAMENTALE (νόμισμα) PER QUANTO RIGUARDA I RAPPORTI PRIVATI (τῶν ἰδίων συναλλαγμάτων εἵνεκα; εἵνεκα è una preposiz. di solito postposta e non preposta ai termini cui si riferisce…) CHE È STATO TROVATO (εὑρημένον: partic. passivo perfetto di εὐρίσκω: trovo) PER I PRIVATI CITTADINI (τοῖς ἰδιώταις) [...Questa ovviamente è una traduzione improponibile; in un italiano corretto potrebbe essere: “CHE IL DANARO È DA SEMPRE CONSIDERATO IL FONDAMENTO (L’ISTITUZIONE FONDAMENTALE) DEI RAPPORTI (COMMERCIALI) TRA PRIVATI CITTADINI”], CHE DALL’ALTRA PARTE (δὲ) (il soggetto è sempre “TALE LEGGE”: αὐτὸς νόμος) DOVREBBE IMPLICARE (ἡγοῖτο: 3^ sing. ottativo da ἡγέομαι: l’ottativo ha qui valore dubitativo, volitivo…) CHE LE LEGGI (νόμους) SIANO IL FONDAMENTO/L’ISTITUZIONE FONDAMENTALE (νόμισμα) DELLA CITTÀ-STATO.
Glossario: “Precedo/conduco/comando/ritengo”: Presente ἡγέομαι, Futuro ἡγήσομαι (passivo) ἡγηθήσομαι, Aoristo ἡγησᾰ́μην (passivo) ἡγήθην, Perfetto ἥγημαι
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δεῖν δὴ τοὺς δικαστὰς πολλῷ μᾶλλον, εἴ τις ὃ τῆς πόλεώς ἐστι νόμισμα, τοῦτο διαφθείρει καὶ παράσημον εἰσφέρει, μισεῖν καὶ κολάζειν, ἢ εἴ τις ἐκεῖν’ ὃ τῶν ἰδιωτῶν ἐστιν.
(Si dice che Solone affermasse che (sottinteso)= λέγεται Σόλωνα εἰπεῖν, + infinitiva) E’ NECESSARIO (δεῖν) CHE MOLTO PIÙ (πολλῷ μᾶλλον) I GIUDICI, SE/QUALORA QUALCUNO QUESTO/CIÒ (τοῦτο) IL QUALE/CHE (ὃ: pronome neutro relat.) È IL FONDAMENTO DELLA CITTÀ (τῆς πόλεώς νόμισμα), INFANGA/FALSIFICA E DIFFONDE (διαφθείρει καὶ εἰσφέρει) FALSIFICATO (παράσημον: letter., falso, non vero), (LO…) ODINO E PUNISCANO (μισεῖν καὶ κολάζειν), CHE (ἢ: preposiz. comparativa da porre in relazione a μᾶλλον) SE QUALCUNO QUELLO (ἐκεῖν’; cioè il νόμισμα o fondamento) DEI PRIVATI (sottinteso: διαφθείρει καὶ εἰσφέρει; FALSIFICA E DIFFONDE).
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προσθεῖναι δὲ τεκμήριον τοῦ καὶ μεῖζον εἶναι τἀδίκημα, τὸ τοὺς νόμους διαφθείρειν ἢ τὸ ἀργύριον, ὅτι ἀργυρίῳ μὲν πολλαὶ τῶν πόλεων καὶ φανερῶς πρὸς χαλκὸν καὶ μόλυβδον κεκραμένῳ χρώμεναι σῴζονται καὶ οὐδ’ ὁτιοῦν παρὰ τοῦτο πάσχουσιν, νόμοις δὲ πονηροῖς χρώμενοι καὶ διαφθείρεσθαι τοὺς ὄντας ἐῶντες οὐδένες πώποτ’ ἐσώθησαν.
(Si dice che (sottinteso)= λέγεται, + infinitiva (Σόλωνα, sogg. sott.)) (SOLONE, sott.) PROPONEVA (προσθεῖναι: inf. aor. att. da προσ-τίθημι: pongo davanti, propongo) COME SEGNO (τεκμήριον) DELL’ESSERE ANCHE PIÙ GRANDE (μεῖζον: comparat. neutro di μέγας: grande) (l’)INGIUSTIZIA (τἀδίκημα= τὰ ἀδίκημα) L’INFANGARE LE LEGGI CHE LA MONETA/L’ARGENTO, IL FATTO CHE (ὅτι) DA UNA PARTE (μὲν) MOLTE DELLE CITTÀ-STATO (πολλαὶ τῶν πόλεων->genit. partit.) SI SALVANO (σῴζονται) ANCHE CON L’ARGENTO (ἀργυρίῳ) USANDO(LO) (χρώμεναι) MESCOLATO (κεκραμένῳ: partic. perf. passivo da κεράννυμι: mescolo, mischio) CHIARAMENTE (φανερῶς) CON IL BRONZO E IL PIOMBO (πρὸς χαλκὸν καὶ μόλυβδον) E NULLA (οὐδ’ ὁτι[-οῦν]: letter., non qualcosa-> ὁτι: pronome neutro indeterminato) SOFFRONO OLTRE A QUESTO (παρὰ τοῦτο: cioè le conseguenze della falsificazione delle monete), MA CHE (ὅτι-> vedi sopra) DALL’ALTRA PARTE (δὲ) NESSUNO ESISTENTE (ἐῶντες οὐδένες: letter., “non alcuni esistenti”: cioè, nessuno è al plurale!) USANDO LEGGI INGIUSTE E COL/PER IL FALSIFICARE/IMBRATTARE (=διαφθείρεσθαι) LE ESISTENTI (τοὺς ὄντας) MAI (πώποτ’) È STATO SALVATO (letter., sono stati salvati) (ἐσώθησαν: 3^ plur. passivo aoristo da σῴζω: salvo).
Glossario: “Segno”: τεκμήριον “Mescolo”: Presente κεράννυμι, Futuro κεράσω, κερῶ, Aoristo ἐκέρασα, Perfetto κέκρακα, Perfetto Medio Passivo κέκραμαι, κεκεράσμαι, Aoristo Passivo ἐκεράσθην, ἐκράθην, Futuro Passivo κραθήσομαι. “Utilizzo”: Presente χράω (medio-pass.) χράομαι, Futuro χρήσω (medio) χρήσομαι (pass.) χρησθήσομαι, Aoristo ἔχρησα (medio) ἐχρησάμην (pass.) ἐχρήσθην, Perfetto κέχρηκα (medio-pass.) κέχρημαι (=Utor latino + abl.) “Mi salvo”: Presente σῴζω, Futuro σώσω, Aoristo ἔσωσα, Perfetto σέσωκα, σέσῳκα, Perfetto Medio Passivo σέσωμαι, σέσῳμαι, Aoristo Passivo ἐσώθην, Futuro Passivo σωθήσομαι (NB: nella forma attiva: salvo; in quella media assume una sfumatura riflessiva: mi salvo; in quella passiva: sono salvato)
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