GERMANICO SEDA LA RIVOLTA DELLE LEGIONI DOPO LA MORTE DI AUGUSTO (III)
Un ritratto di Germanico…
(Tacito – Annali: I-33,34)
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Se fino ad ora Tacito ha descritto il comportamento e il pensiero delle legioni in rivolta, in questi paragrafi (il 33 e il 34), e in particolare nel primo, egli si sofferma invece sulla figura di Germanico.
Sposato con Agrippina, la nipote di Augusto, da cui ha avuto parecchi figli, nonché figlio di Druso, fratello del nuovo imperatore Tiberio (Druso fratre Tiberii genitus), da questi peraltro amatissimo, Germanico brilla per fedeltà al nuovo Cesare (…scrive a questo proposito Tacito, con mirabile concisione: Sed Germanicus quanto summae spei propior, tanto impensius pro Tiberio niti), nonostante la grande popolarità di cui gode a Roma per la sua nobiltà e le sue doti militari.
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Tacito passa quindi a descrivere la reazione di Germanico alla notizia della rivolta delle legioni. Appena saputo di essa, egli si mobilita per raggiungerle, ma i legionari lo hanno in realtà già preceduto ed egli se li trova davanti, appena uscito fuori dal suo accampamento; e non minacciosi come ci si potrebbe aspettare, bensì contriti e a occhi bassi (…deiectis in terram oculis velut paenitentia).
Il suo carisma e il suo prestigio di condottiero gli permetteranno anche in tale situazione di mantenere l’ordine, laddove dal canto loro i soldati avranno occasione di fargli presenti le ragioni della loro esasperazione (Et quidam prensa manu eius per speciem exosculandi inseruerunt digitos ut vacua dentibus ora contingeret; alii curvata senio membra ostendebant).
Il paragrafo si conclude con un elogio dell’operato del nuovo imperatore Tiberio, ascoltato in silenzio o quasi dai soldati rivoltosi (…silentio haec vel murmure modico audita sunt), a suggello del fatto che essi siano stati riportati da Germanico a più miti consigli.
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(Sulla vita di Tiberio, consiglio questo video divertente e istruttivo: https://www.youtube.com/watch?v=DMTiu3wn058).
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TESTO LATINO:
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33
1 Interea Germanico per Gallias, ut diximus, census accipienti excessisse Augustum adfertur. Neptem eius Agrippinam in matrimonio pluresque ex ea liberos habebat, ipse Druso fratre Tiberii genitus, Augustae nepos, sed anxius occultis in se patrui aviaeque odiis quorum causae acriores quia iniquae. 2 Quippe Drusi magna apud populum Romanum memoria, credebaturque, si rerum potitus foret, libertatem redditurus; 3 unde in Germanicum favor et spes eadem. Nam iuveni civile ingenium, mira comitas et diversa ab Tiberii sermone, vultu, adrogantibus et obscuris. 4 Accedebant muliebres offensiones novercalibus Liviae in Agrippinam stimulis, atque ipsa Agrippina paulo commotior, nisi quod castitate et mariti amore quamvis indomitum animum in bonum vertebat.
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(http://verbanoweb.it/discovertendo/latini/tacito/Tacito%20-%20Motus%20Germaniae%20-%20parte%20I.pdf)
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34
1 Sed Germanicus quanto summae spei propior, tanto impensius pro Tiberio niti. Sequanos proximos et Belgarum civitates in verba eius adigit. Dehinc audito legionum tumultu raptim profectus obvias extra castra habuit, deiectis in terram oculis velut paenitentia. 2 Postquam vallum iniit dissoni questus audiri coepere. Et quidam prensa manu eius per speciem exosculandi inseruerunt digitos ut vacua dentibus ora contingeret; alii curvata senio membra ostendebant. 3 Adsistentem contionem, quia permixta videbatur, discedere in manipulos iubet: sic melius audituros responsum; vexilla praeferri ut id saltem discerneret cohortis: tarde obtemperavere. 4 Tunc a veneratione Augusti orsus flexit ad victorias triumphosque Tiberii, praecipuis laudibus celebrans quae apud Germanias illis cum legionibus pulcherrima fecisset. 5 Italiae inde consensum, Galliarum fidem extollit; nil usquam turbidum aut discors. Silentio haec vel murmure modico audita sunt.
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(http://verbanoweb.it/discovertendo/latini/tacito/Tacito%20-%20Motus%20Germaniae%20-%20parte%20II.pdf)
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TRADUZIONE:
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33. Intanto a Germanico, impegnato, come già si è detto, nelle Gallie per il censimento tributario, viene portata la notizia della morte di Augusto. Germanico ne aveva sposato la nipote Agrippina, e aveva, da lei, più figli; e benché figlio di Druso, fratello di Tiberio, e nipote di Augusta, viveva nell'inquietudine, percependo l'odio nascosto, contro la sua persona, dello zio e della nonna, odio tanto più aspro quanto più le cause erano ingiuste. Perché grande campeggiava nel popolo romano il ricordo di Druso, e si pensava che, se fosse potuto andare al potere, avrebbe restituito la libertà: da qui la stessa popolarità goduta da Germanico e la stessa speranza in lui riposta. Il giovane infatti aveva un innato rispetto degli altri e un'affabilità stupefacente, in contrasto con il tono e il volto di Tiberio, altezzosi e impenetrabili. Si aggiungevano i contrasti di donne, per l'astiosità di matrigna espressa da Livia contro Agrippina e per essere quest'ultima troppo pronta ad accendersi: Agrippina sapeva peraltro indirizzare al bene le sue fiere intemperanze, grazie alla sua onestà di donna e all'amore verso il marito.
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34. Germanico però, quanto più rasentava la speranza del sommo potere, con tanto maggiore impegno agiva in favore di Tiberio: giurò lui stesso fedeltà a Tiberio e fece giurare le personalità del suo seguito e le popolazioni dei Belgi. Partito poi in tutta fretta appena seppe dell'agitazione delle legioni vide i soldati venirgli incontro, fuori dall'accampamento, con gli occhi bassi in atto di pentimento. Come ebbe superato il recinto, cominciarono a farsi sentire lamenti confusi; e alcuni, afferratagli la mano come per baciarla, se ne introducevano in bocca le dita, perché toccasse le gengive vuote di denti; altri gli mostravano le membra piegate dalla vecchiaia. Alla folla di uomini che gli stava davanti come in assemblea, ma in un grande disordine, comanda di disporsi per manipoli, ma gli rispondono che così avrebbero udito meglio; ordina allora di portare innanzi i vessilli, per potere almeno distinguere le coorti: obbedirono sia pure a rilento. Cominciò quindi con un devoto omaggio ad Augusto, per poi passare alle vittorie e ai trionfi di Tiberio, riservando particolari lodi alle straordinarie imprese compiute in Germania proprio alla testa di quelle legioni. Esaltò poi il pieno consenso dell'Italia e la fedeltà delle Gallie e l'assenza, ovunque, di torbidi e contrasti. Parole queste ascoltate in silenzio con sommessi mormorii.
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(https://professoressaorru.files.wordpress.com/2010/02/tacito_annales.pdf?fbclid=IwAR02QjJrkxJt8z0ohU3vfYYOgKwi9F5u4OIPIf6n7H685eSiLwzLwWQQyu0)
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TRADUZIONE SPIEGATA:
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33 Intanto a Germanico, impegnato, come già si è detto, nelle Gallie per il censimento tributario, viene portata la notizia della morte di Augusto. Germanico ne aveva sposato la nipote Agrippina, e aveva, da lei, più figli; e benché figlio di Druso, fratello di Tiberio, e nipote di Augusta, viveva nell'inquietudine, percependo l'odio nascosto, contro la sua persona, dello zio e della nonna, odio tanto più aspro quanto più le cause erano ingiuste.
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Interea Germanico per Gallias, ut diximus (Intanto a Germanico per le/nelle Gallie, come dicemmo…), census accipienti (che prendeva i censi/impegnato nel censimento (delle Gallie)) excessisse Augustum adfertur (viene riferito che è morto Augusto). Neptem eius (di lui=di Augusto) Agrippinam in matrimonio pluresque ex ea liberos habebat, ipse Druso fratre Tiberii genitus (egli stesso (era…) figlio di Druso (Druso genitus) fratello di Tiberio), Augustae nepos, sed anxius occultis in se patrui aviaeque odiis (ma ansioso/in angustia per gli occulti odi dello zio e della nonna (patrui->genit. sing. di patruus; aviae)) quorum causae (le cause dei quali, cioè degli occulti odi (erano…)) acriores quia iniquae (più profonde perché inique/ingiuste).
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Perché grande campeggiava nel popolo romano il ricordo di Druso, e si pensava che, se fosse potuto andare al potere, avrebbe restituito la libertà: da qui la stessa popolarità goduta da Germanico e la stessa speranza in lui riposta.
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Quippe Drusi magna apud populum Romanum memoria (vi era…, sottinteso), credebaturque, si rerum potitus foret (se si fosse impossessato del potere; potior,iris, potitus, iri: impadronirsi + genit.; rerum: delle cose, cioè del potere), libertatem redditurus (=redditurus fore/esse: che avrebbe restituito, infinitiva retta da credebatur); unde in Germanicum favor et spes eadem (erano…, sottinteso).
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Il giovane infatti aveva un innato rispetto degli altri e un'affabilità stupefacente, in contrasto con il tono e il volto di Tiberio, altezzosi e impenetrabili.
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Nam iuveni civile ingenium, mira comitas et diversa (mirabile affabilità e diversa…) ab Tiberii sermone, vultu (…dal discorso/stile oratorio e dal volto di Tiberio…), adrogantibus et oscuri (…arroganti e oscuri/altezzosi e impenetrabili).
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Si aggiungevano i contrasti di donne, per l'astiosità di matrigna espressa da Livia contro Agrippina e per essere quest'ultima troppo pronta ad accendersi: Agrippina sapeva peraltro indirizzare al bene le sue fiere intemperanze, grazie alla sua onestà di donna e all'amore verso il marito.
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Accedebant (Si aggiungevano) muliebres offensiones novercalibus Liviae in Agrippinam stimulis (per le provocazioni da matrigna (novercalibus stimulis) di Livia contro Agrippina (=moglie di Germanico!)), atque ipsa Agrippina paulo commotior ((era…) un poco (paulo) troppo focosa (commotior: comparativo di commotus, il comparativo qui significa “più del giusto”, “eccessivamente”)), nisi quod (se non per il fatto che/se non che) castitate et mariti amore quamvis (quanto vuoi/quanto si voglia/per quanto) indomitum animum in bonum vertebat (trasformava un animo ancorché indomito in uno buono/sapeva peraltro indirizzare al bene le sue fiere intemperanze).
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34 Germanico però, quanto più rasentava la speranza del sommo potere, con tanto maggiore impegno agiva in favore di Tiberio: giurò lui stesso fedeltà a Tiberio e fece giurare le personalità del suo seguito e le popolazioni dei Belgi.
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Sed Germanicus quanto summae spei propior (quanto più (quanto) alla somma speranza/alla conquista del potere (era…) più vicino/si avvicinava (proprior)), tanto impensius pro Tiberio niti (tanto più (tanto) più largamente a favore di Tiberio si impegnava (niti: infinitio storico)). Sequanos proximos et Belgarum civitates in verba eius adigit (I vicini Sequani e le città dei Belgi costringe alle parole di quello/costrinse a giurare sulle parole di Augusto).
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Partito poi in tutta fretta appena seppe dell'agitazione delle legioni vide i soldati venirgli incontro, fuori dall'accampamento, con gli occhi bassi in atto di pentimento.
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Dehinc audito legionum tumultu (udito/saputo il tumulto delle legioni) raptim profectus (subito essendo partito) obvias extra castra habuit (ebbe/si trovò (habuit) (i soldati ribelli…) contro/di fronte (obvias) fuori dagli accampamenti (extra castra)), deiectis in terram oculis velut paenitentia (essendo volti gli occhi (dei soldati…) a terra come per una penitenza/con gli occhi bassi in atto di pentimento).
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Come ebbe superato il recinto, cominciarono a farsi sentire lamenti confusi; e alcuni, afferratagli la mano come per baciarla, se ne introducevano in bocca le dita, perché toccasse le gengive vuote di denti; altri gli mostravano le membra piegate dalla vecchiaia.
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Postquam vallum iniit (Dopo che raggiunse il vallo) dissoni questus audiri coepere (iniziarono (coepere=coeperunt) a essere uditi/a udirsi (audiri) confusi lamenti (dissoni questus)). Et quidam (E alcuni) prensa manu eius per speciem (con l’immagine/con la scusa) exosculandi (di baciar(la)) inseruerunt digitos ut vacua dentibus ora contingeret (perché toccasse/sentisse le bocche vuoted di/senza denti); alii curvata senio (per la/dalla vecchiaia; ablat. sing. di senium) membra ostendebant.
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Alla folla di uomini che gli stava davanti come in assemblea, ma in un grande disordine, comanda di disporsi per manipoli, ma gli rispondono che così avrebbero udito meglio; ordina allora di portare innanzi i vessilli, per potere almeno distinguere le coorti: obbedirono sia pure a rilento.
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Adsistentem concione (Alla folla che stava lì; compl. oggetto di iubet: comandò), quia permixta videbatur (sembrava/appariva confusa/caotica), discedere (dividersi) in manipulos iubet: sic melius audituros (…che così meglio avrebbero udito->audituros (esse)) responsum ((fu…) la risposta); vexilla praeferri ((chiese che…) i vessilli fossero posti davanti) ut id saltem discerneret cohortis (affinché questo almeno (saltem) discernesse: le coorti (cohortes)): tarde obtemperavere (tardi/con lentezza ottemperarono (obtemperaverunt)).
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Cominciò quindi con un devoto omaggio ad Augusto, per poi passare alle vittorie e ai trionfi di Tiberio, riservando particolari lodi alle straordinarie imprese compiute in Germania proprio alla testa di quelle legioni.
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Tunc a veneratione Augusti orsus (dall’elogio di Augusto essendo partito; orsus: partic. perf. di orior…: inizio) flexit ad victorias triumphosque Tiberii, praecipuis laudibus celebrans quae (=ea quae: le cose che) apud Germanias (=in Germania) illis cum legionibus (=cum illis legionibus) pulcherrima fecisset (aveva fatto; il cong. ha valore di discorso indiretto).
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Esaltò poi il pieno consenso dell'Italia e la fedeltà delle Gallie e l'assenza, ovunque, di torbidi e contrasti. Parole queste ascoltate in silenzio con sommessi mormorii.
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Italiae inde consensum, Galliarum fidem (fedeltà/sottomissione) extollit (pone in alto/elogia); nil usquam (nessun (nihil) fino ad allora) turbidum aut discors. Silentio haec vel murmure modico audita sunt.
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