top of page
Cerca
Immagine del redattoreAdriano Torricelli

(II) ANEDDOTI SULLA GENEROSITA' E LA MISERICORDIA DI CESARE: Plutarco - Vita di Cesare [48:1,2]

(II) ANEDDOTI SULLA GENEROSITA' E LA MISERICORDIA DI CESARE: Plutarco - Vita di Cesare [48:1,2]


Un'altra vicenda che dimostra la generosità e la clemenza di Cesare verso i perdenti, anche se nemici, e che si conclude con la sconcertante affermazione che, per Cesare, “salvare alcuni dei cittadini che gli erano stati nemici sarebbe il più grande piacere che egli trae sempre da una vittoria” (…ὅτι τῆς νίκης ἀπολαύοι τοῦτο μέγιστον καὶ ἥδιστον, τὸ σῴζειν τινὰς ἀεὶ τῶν πεπολεμηκότων πολιτῶν αὐτῷ)…



---- TESTO GRECO: Plut. Caes. 48 [1] Καῖσαρ δὲ τῷ Θετταλῶν ἔθνει τὴν ἐλευθερίαν ἀναθεὶς νικητήριον ἐδίωκε Πομπήϊον: ἁψάμενος δὲ τῆς Ἀσίας Κνιδίους τε Θεοπόμπῳ τῷ συναγαγόντι τοὺς μύθους χαριζόμενος ἠλευθέρωσε, καὶ πᾶσι τοῖς τὴν Ἀσίαν κατοικοῦσι τὸ τρίτον τῶν φόρων ἀνῆκεν. [2] εἴς δὲ Ἀλεξάνδρειαν ἐπὶ Πομπηΐῳ τεθνηκότι καταχθείς Θεόδοτον μὲν ἀπεστράφη τὴν Πομπηΐου κεφαλὴν προσφέροντα, τὴν δὲ σφραγῖδα δεξάμενος τοῦ ἀνδρὸς κατεδάκρυσεν ὅσοι δὲ τῶν ἑταίρων αὐτοῦ καὶ συνήθων πλανώμενοι κατὰ τὴν χώραν ἑαλώκεσαν ὑπὸ τοῦ βασιλέως, πάντας εὐεργέτησε καὶ προσηγάγετο. τοῖς δὲ φίλοις εἴς Ῥώμην ἔγραφεν ὅτι τῆς νίκης ἀπολαύοι τοῦτο μέγιστον καὶ ἥδιστον, τὸ σῴζειν τινὰς ἀεὶ τῶν πεπολεμηκότων πολιτῶν αὐτῷ. ---- TRADUZIONE E COMMENTO: [1] Καῖσαρ δὲ τῷ Θετταλῶν ἔθνει τὴν ἐλευθερίαν ἀναθεὶς νικητήριον ἐδίωκε Πομπήϊον: ἁψάμενος δὲ τῆς Ἀσίας Κνιδίους τε Θεοπόμπῳ τῷ συναγαγόντι τοὺς μύθους χαριζόμενος ἠλευθέρωσε, καὶ πᾶσι τοῖς τὴν Ἀσίαν κατοικοῦσι τὸ τρίτον τῶν φόρων ἀνῆκεν. ->Cesare, dopo aver dato (ἀνα-θεὶς: part. att. aoristo da ἀνα-τίθημι: impongo) la libertà al popolo dei Tessali come premio della vittoria (=νικητήριον), inseguiva Pompeo; avendo toccato/raggiunto l’Asia(τῆς Ἀσίας ἁψάμενος->part. medio da ἅπτω: attacco, tocco), (…τε=,) liberò (ἠλευθέρωσε) gli Cnidii per omaggiare (χαριζόμενος: partic. presente medio con valore finale da χαρίζω: rendo un favore, gratifico + dativo) Teopompo il poeta (=Θεοπόμπῳ τῷ συναγαγόντι τοὺς μύθους: letteralm., “Teopompo il quale aveva unito tra loro le parole”; συναγαγόντι: partic. att. perfetto di συνάγω: unisco), e restituiva (ἀνῆκεν: 3^ sing. imperfetto di ἀνήκω: ritorno, restituisco) un terzo delle tasse (τὸ τρίτον τῶν φόρων) a tutti gli abitanti dell’Asia (πᾶσι τοῖς τὴν Ἀσίαν κατοικοῦσι).

----

[2] εἴς δὲ Ἀλεξάνδρειαν ἐπὶ Πομπηΐῳ τεθνηκότι καταχθείς Θεόδοτον μὲν ἀπεστράφη τὴν Πομπηΐου κεφαλὴν προσφέροντα, τὴν δὲ σφραγῖδα δεξάμενος τοῦ ἀνδρὸς κατεδάκρυσεν: ὅσοι δὲ τῶν ἑταίρων αὐτοῦ καὶ συνήθων πλανώμενοι κατὰ τὴν χώραν ἑαλώκεσαν ὑπὸ τοῦ βασιλέως, πάντας εὐεργέτησε καὶ προσηγάγετο. τοῖς δὲ φίλοις εἴς Ῥώμην ἔγραφεν ὅτι τῆς νίκης ἀπολαύοι τοῦτο μέγιστον καὶ ἥδιστον, τὸ σῴζειν τινὰς ἀεὶ τῶν πεπολεμηκότων πολιτῶν αὐτῷ. (Andando; sottint.) verso Alessandria (=εἴς δὲ Ἀλεξάνδρειαν), turbato (καταχθείς: partic. aor. pass. da κατάχθομαι: sono oppresso, soffro) dalla morte di Pompeo (letteralm.: su/per Pompeo essente morto, ἐπὶ Πομπηΐῳ τεθνηκότι->part. dat. sing. perf. attivo da θνήσκω: muoio) respinse Teodoto che portava (a lui…) la testa di Pompeo, (e…) avendo afferrato l’anello dell’uomo (cioè di Pompeo) pianse (κατεδάκρυσεν); quelli che (ὅσοι) dei compagni e dei parenti di quello (αὐτοῦ: riferito a Pompeo!) erano stati colti (ἑαλώκεσαν: 3^ plur. indic. att. piuccheperf. di ἁλίσκομαι: afferro) dal re nel territorio (κατὰ τὴν χώραν), tutti (Cesare, soggetto sottint.) (li…) beneficiò e (li…) aveva condotti a sé (προσηγάγετο: 3^ plur. indic. medio piuccheperf. di προσάγω: conduco; ma con valore medio, come qui, significa “conduco a me, dalla mia parte”).

----

τοῖς δὲ φίλοις εἴς Ῥώμην ἔγραφεν ὅτι τῆς νίκης ἀπολαύοι τοῦτο μέγιστον καὶ ἥδιστον, τὸ σῴζειν τινὰς ἀεὶ τῶν πεπολεμηκότων πολιτῶν αὐτῷ. Scrisse a Roma agli amici che della vittoria questa cosa (τοῦτο) apprezzasse (ἀπολαύοι: 3^ sing. att. ottativo presente da απολαύω: traggo godimento/piacere da; apprezzo) massimamente (μέγιστον: avverbio superlativo dall’aggettivo μέγας, μεγάλη, μέγα: grande) e dolcissimamente/con la massima dolcezza (ἥδιστον: avverbio superlativo dall’aggettivo ἡδύς, ἡδεῖα, ἡδύ: dolce): il salvare/graziare (σῴζειν) sempre alcuni dei (τινὰς τῶν) cittadini che avevano combattuto (πεπολεμηκότων: part. genit. plur. att. perfetto da πολεμέω: combatto contro) contro di lui. ---- Traduzione libera: Concessa la libertà ai Tessali in ricordo della vittoria, Cesare si diede a inseguire Pompeo, giunt in Asia concesse la libertà ai Cnidi per atto di compiacenza verso il mitografo Teompompo, e a tutti gli abitanti d’Asia condonò un terzo delle imposte. Giunto ad Alessandria dopo la morte di Pompeo, distolse lo sguardo da Teodoto che gliene reggeva il capo, e ricevendo il sigillo di quell’uomo pianse: beneficò e prese con sé quanti degli amici e compagni di Pompeo erano stati catturati dal re mentre andavano vagando per quelle terre. Scrisse poi agli amici a Roma affermando che dalla sue vittorie questo era il più gran piacere che ricavava: sempre salvare qualcuno di quelli che gli erano stati avversari. (Traduzione di Domenico Magnino; edizione BUR, 1987)

(Nell'immagine: una statua di Cesare la cui espressione non richiama affatto quella di un conquistatore e di un guerriero bensì quella di un benefattore o, per dirla in termini cristiani, di un santo... Dal sito: www.carotta.de)




1.073 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page