top of page
Cerca
Immagine del redattoreAdriano Torricelli

(II PARTE) Platone, REPUBBLICA: I libro […328, 329…] -IL DISCORSO DEL VECCHIO CEFALO SULLA VECCHIAIA

(II PARTE) Platone, REPUBBLICA: I libro […328, 329…]

IL DISCORSO DEL VECCHIO CEFALO SULLA VECCHIAIA



------------


La seconda parte dell’incipit della Repubblica di Platone, nella quale il vecchio Cefalo confida a Socrate i suoi pensieri e le sue riflessioni sulla vecchiaia…

Per l’operazione ho usato il pdf segnalato sotto, trovato on line e opera di un professore americano.

Anche se nel mio testo vi sono già alcune note alla traduzione, vi consiglio per maggiori dettagli di consultare il pdf che, oltre al testo greco, contiene tutte o quasi le indicazioni necessarie a effettuare, con una certa facilità, una traduzione in autonomia.


Le pagine utili all’interno dell’allegato sono: la 15 e la 16 (contenenti il dizionario essenziale (“Core Vocabulary”) delle parole presenti nel testo greco esaminato); la 24 e la 26 (con il solo testo greco); la 25, la 27 e la 29 (con note più specifiche al testo: la pagina 25 per la 24, la pagina 27 per la 26, la pagina 29 per la 28).

COME POTRETE VEDERE, GLI A CAPO DEL MIO TESTO NON CORRISPONDONO QUASI MAI ALLA FINE DEL PERIODO DI PLATONE, BENSÌ ALL’INTERRUZIONE NELLA PAGINA DEL PDF DI RIFERIMENTO!

SEGUENDO I CRITERI DI UNA TRADUZIONE RIGOROSAMENTE INTERLINEARE, L’ORDINE DELLE PAROLE ITALIANE CORRISPONDE SEMPRE (ANCHE A SCAPITO DI UNA CHIAREZZA IMMEDIATA DEL TESTO) A QUELLO DELLE PAROLE GRECHE.


------------


TESTO GRECO:


Εὐθὺς οὖν με ἰδὼν ὁ Κέφαλος ἠσπάζετό τε καὶ εἶπεν·

Ὦ Σώκρατες, οὐ δὲ θαμίζεις ἡμῖν καταβαίνων εἰς τὸν

Πειραιᾶ. χρῆν μέντοι. εἰ μὲν γὰρ ἐγὼ ἔτι ἐν δυνάμει ἦ

τοῦ ῥᾳδίως πορεύεσθαι πρὸς τὸ ἄστυ, οὐδὲν ἂν σὲ ἔδει δεῦρο

ἰέναι, ἀλλ᾽ ἡμεῖς ἂν παρὰ σὲ ᾖμεν· νῦν δέ σε χρὴ πυκνό-

τερον δεῦρο ἰέναι. ὡς εὖ ἴσθι ὅτι ἔμοιγε ὅσον αἱ ἄλλαι αἱ κατὰ

τὸ σῶμα ἡδοναὶ ἀπομαραίνονται, τοσοῦτον αὔξονται αἱ

περὶ τοὺς λόγους ἐπιθυμίαι τε καὶ ἡδοναί. μὴ οὖν ἄλλως ποίει,

ἀλλὰ τοῖσδέ τε τοῖς νεανίσκοις σύνισθι καὶ δεῦρο παρ᾽

ἡμᾶς φοίτα ὡς παρὰ φίλους τε καὶ πάνυ οἰκείους.

Καὶ μήν, ἦν δ᾽ ἐγώ, ὦ Κέφαλε, χαίρω γε διαλεγόμενος

τοῖς σφόδρα πρεσβύταις· δοκεῖ γάρ μοι χρῆναι παρ᾽ αὐτῶν

πυνθάνεσθαι, ὥσπερ τινὰ ὁδὸν προεληλυθότων ἣν καὶ ἡμᾶς

ἴσως δεήσει πορεύεσθαι, ποία τίς ἐστιν, τραχεῖα καὶ χαλεπή,

ἢ ῥᾳδία καὶ εὔπορος. καὶ δὴ καὶ σοῦ ἡδέως ἂν πυθοίμην

ὅτι σοι φαίνεται τοῦτο, ἐπειδὴ ἐνταῦθα ἤδη εἶ τῆς ἡλικίας

ὃ δὴ “ἐπὶ γήραος οὐδῷ” φασιν εἶναι οἱ ποιηταί, πότερον

χαλεπὸν τοῦ βίου, ἢ πῶς σὺ αὐτὸ ἐξαγγέλλεις.

Ἐγώ σοι, ἔφη, νὴ τὸν Δία ἐρῶ, ὦ Σώκρατες, οἷόν γέ μοι

φαίνεται. πολλάκις γὰρ συνερχόμεθά τινες εἰς ταὐτὸν παρα-

πλησίαν ἡλικίαν ἔχοντες, διασῴζοντες τὴν παλαιὰν παροι-

μίαν· οἱ οὖν πλεῖστοι ἡμῶν ὀλοφύρονται συνιόντες, τὰς

ἐν τῇ νεότητι ἡδονὰς ποθοῦντες καὶ ἀναμιμνῃσκόμενοι περί

τε τἀφροδίσια καὶ περὶ πότους τε καὶ εὐωχίας καὶ ἄλλ᾽ ἄττα

ἃ τῶν τοιούτων ἔχεται, καὶ ἀγανακτοῦσιν ὡς μεγάλων τινῶν

ἀπεστερημένοι καὶ τότε μὲν εὖ ζῶντες, νῦν δὲ οὐδὲ ζῶντες.

ἔνιοι δὲ καὶ τὰς τῶν οἰκείων προπηλακίσεις τοῦ γήρως

ὀδύρονται, καὶ ἐπὶ τούτῳ δὴ τὸ γῆρας ὑμνοῦσιν ὅσων κακῶν

σφίσιν αἴτιον. ἐμοὶ δὲ δοκοῦσιν, ὦ Σώκρατες, οὗτοι οὐ τὸ

αἴτιον αἰτιᾶσθαι. εἰ γὰρ ἦν τοῦτ᾽ αἴτιον, κἂν ἐγὼ τὰ αὐτὰ

ταῦτα ἐπεπόνθη, ἕνεκά γε γήρως, καὶ οἱ ἄλλοι πάντες ὅσοι

ἐνταῦθα ἦλθον ἡλικίας. νῦν δ᾽ ἔγωγε ἤδη ἐντετύχηκα οὐχ

οὕτως ἔχουσιν καὶ ἄλλοις, καὶ δὴ καὶ Σοφοκλεῖ ποτε τῷ

ποιητῇ παρεγενόμην ἐρωτωμένῳ ὑπό τινος· “πῶς,” ἔφη,

“ὦ Σοφόκλεις, ἔχεις πρὸς τἀφροδίσια; ἔτι οἷός τε εἶ

γυναικὶ συγγίγνεσθαι”; καὶ ὅς, “εὐφήμει,” ἔφη, “ὦ

ἄνθρωπε· ἁσμενέστατα μέντοι αὐτὸ ἀπέφυγον, ὥσπερ λυτ-

τῶντά τινα καὶ ἄγριον δεσπότην ἀποδράς.” εὖ οὖν μοι καὶ

τότε ἔδοξεν ἐκεῖνος εἰπεῖν, καὶ νῦν οὐχ ἧττον. παντάπασι

γὰρ τῶν γε τοιούτων ἐν τῷ γήρᾳ πολλὴ εἰρήνη γίγνεται καὶ

ἐλευθερία· ἐπειδὰν αἱ ἐπιθυμίαι παύσωνται κατατείνουσαι

καὶ χαλάσωσιν, παντάπασιν τὸ τοῦ Σοφοκλέους γίγνεται,

δεσποτῶν πάνυ πολλῶν ἐστι καὶ μαινομένων ἀπηλλάχθαι.

ἀλλὰ καὶ τούτων πέρι καὶ τῶν γε πρὸς τοὺς οἰκείους μία τις

αἰτία ἐστίν, οὐ τὸ γῆρας, ὦ Σώκρατες, ἀλλ᾽ ὁ τρόπος τῶν

ἀνθρώπων. ἂν μὲν γὰρ κόσμιοι καὶ εὔκολοι ὦσιν, καὶ τὸ

γῆρας μετρίως ἐστὶν ἐπίπονον· εἰ δὲ μή, καὶ γῆρας, ὦ

Σώκρατες, καὶ νεότης χαλεπὴ τῷ τοιούτῳ συμβαίνει.


--------------------------------


TRADUZIONE LIBERA:

Non appena mi vide Cefalo mi salutò con affetto e disse: «Socrate, non scendi spesso da noi al Pireo; eppure dovresti.

Se io fossi ancora in forze per recarmi con mio agio in città, non ci sarebbe alcun bisogno che tu venissi qui, ma verremmo noi da te; ora invece sei tu che devi recarti qui più di frequente. Sappi bene che per me, quanto più appassiscono gli altri piaceri del corpo, tanto più s'accrescono i desideri e piaceri della conversazione.

Perciò dammi retta, sta' in compagnia di questi giovincelli e vieni di frequente qui da noi: siamo tuoi amici, e molto

intimi».

Al che replicai: «Caro Cefalo, provo grande piacere a discorrere con le persone anziane. Mi sembra infatti che da loro, come da chi e già avanti in un cammino che forse anche noi dovremo percorrere, si debba apprendere quale sia questo cammino, se aspro o duro, oppure facile e agevole. In articolare, poi, dato che sei ormai giunto a quell'età che a detta dei poeti sta "sulla soglia della vecchiaia", sarei lieto di sapere da te se ti pare un momento difficile della vita, o che notizie ne dai».

«Sì , per Zeus!», disse. «Ti dirò cosa ne penso, Socrate.

Spesso ci riuniamo io e altri che abbiamo all'incirca la stessa età, tenendo fede all'antico proverbio.(7) Orbene, in queste riunioni la maggior parte di noi si lamenta, rimpiangendo i piaceri della giovinezza e ricordando le gioie dell'amore, le bevute, i banchetti e altre cose che si legano a queste; costoro si indignano perché pensano di essere stati privati di grandi beni e sono convinti che allora vivevano bene, mentre quella di adesso non è neanche vita.

Alcuni poi deplorano le umiliazioni che subiscono dai familiari perché sono vecchi, e a questo attaccano il solito ritornello della vecchiaia causa di tutti i loro mali. A me però, Socrate, sembra che costoro non adducano la vera ragione, poiché se fosse questa anch'io avrei sofferto di questi stessi mali per via della vecchiaia, così come tutti gli altri che sono giunti a questa età. Ora invece io ho incontrato altre persone che non si trovano in tale stato, e per di più una volta fui presente quando un tale chiese al poeta Sofocle: "Come ti va nelle faccende d'amore Sofocle? Sei ancora in grado di andare con una donna?". E lui rispose: "Taci tu! Me ne sono liberato con la massima gioia, come se fossi fuggito a un padrone rabbioso e selvaggio". Già allora mi era parso che avesse detto bene, e ora non ne sono meno convinto. Nella vecchiaia infatti, almeno in queste cose, c'è una pace e una libertà assoluta: quando le passioni cessano di tirare e allentano la briglia, si verifica in tutto e per tutto ciò che diceva Sofocle e si può essere liberi da un gran numero di padroni folli. Ma di questi affanni e dei rapporti coi familiari la causa, Socrate, non è la vecchiaia, bensì l'indole degli uomini.

Se fossero equilibrati e affabili, anche la vecchiaia sarebbe un peso moderato; altrimenti, Socrate, a una persona del genere riesce molesta tanto la vecchiaia quanto la gioventù».



---------------



TRADUZIONE E COMMENTO LETTERALE SECONDO RIGHE DEL PDF



Εὐθὺς οὖν με ἰδὼν ὁ Κέφαλος ἠσπάζετό τε καὶ εἶπεν·

Subito quindi me avendo visto Cefalo (mi) salutò e disse:

----

Ὦ Σώκρατες, οὐ δὲ θαμίζεις ἡμῖν καταβαίνων εἰς τὸν

“O Socrate, non ti rechi spesso da noi quando vieni al

----

Πειραιᾶ. χρῆν μέντοι. εἰ μὲν γὰρ ἐγὼ ἔτι ἐν δυνάμει ἦ

Pireo. Sarebbe necessario/dovresti (letter.: era) tuttavia. Se infatti io in forza fossi (lett.: ero)

----

τοῦ ῥᾳδίως πορεύεσθαι πρὸς τὸ ἄστυ, οὐδὲν ἂν σὲ ἔδει δεῦρο

da facilmente viaggiare fino alla città, per nulla tu sarebbe stato necessario (letter.: era n.) che qui

----

ἰέναι, ἀλλ᾽ ἡμεῖς ἂν παρὰ σὲ ᾖμεν· νῦν δέ σε χρὴ πυκνότερον

venissi, ma noi presso di te saremmo venuti (lett.: venivamo); ora però tu è necessario che più frequentemente

----

δεῦρο ἰέναι. ὡς εὖ ἴσθι ὅτι ἔμοιγε ὅσον αἱ ἄλλαι αἱ κατὰ

qui venga. Poiché ben sappi che a/per me (ἔμοι(γε)) quanto (ὅσον…) gli altri presso

----

τὸ σῶμα ἡδοναὶ ἀπομαραίνονται, τοσοῦτον αὔξονται αἱ

il corpo piaceri svaniscono, altrettanto (…τοσοῦτον) cresceranno le

----

περὶ τοὺς λόγους ἐπιθυμίαι τε καὶ ἡδοναί. μὴ οὖν ἄλλως ποίει,

intorno ai discorsi passioni e piaceri. Non dunque altrimenti fai,

----

ἀλλὰ τοῖσδέ τε τοῖς νεανίσκοις σύνισθι καὶ δεῦρο παρ᾽

ma a questi giovinetti assòciati e qui presso

(NB: σύν-ισθι: 2^ sing. imper. da σύν-ειμι: sono/sto con)

----

ἡμᾶς φοίτα ὡς παρὰ φίλους τε καὶ πάνυ οἰκείους.

noi vieni come presso amici e (persone…) molto/strettamente familiari.”

----

Καὶ μήν, ἦν δ᾽ ἐγώ, ὦ Κέφαλε, χαίρω γε διαλεγόμενος

“E in verità, dissi io, o Cefalo, amo dialogare (letter., dialogando/quando dialogo)

----

τοῖς σφόδρα πρεσβύταις· δοκεῖ γάρ μοι χρῆναι παρ᾽ αὐτῶν

coi molto vecchi; sembra infatti a me essere giusto presso di loro

----

πυνθάνεσθαι, ὥσπερ τινὰ ὁδὸν προεληλυθότων ἣν καὶ ἡμᾶς

imparare, [in quanto= ὥσπερ] una certa strada (essi…) avendo percorso la quale anche noi

----

ἴσως δεήσει πορεύεσθαι, ποία τίς ἐστιν, τραχεῖα καὶ χαλεπή,

ugualmente bisognerà percorrere, qualsiasi sia, ardua e difficile,

----

ἢ ῥᾳδία καὶ εὔπορος. καὶ δὴ καὶ σοῦ ἡδέως ἂν πυθοίμην

o facile ed agevole. E inoltre (=καὶ δὴ καὶ) da te con piacere imparerei

----

ὅτι σοι φαίνεται τοῦτο, ἐπειδὴ ἐνταῦθα ἤδη εἶ τῆς ἡλικίας

ciò che a te appare questa cosa (=la vecchiaia), poiché qui/nel punto già sei dell’età

----

ὃ δὴ “ἐπὶ γήραος οὐδῷ” φασιν εἶναι οἱ ποιηταί, πότερον

il quale “sulla strada della vecchiaia” dicono essere i poeti, se (πότερον…)

(NB: ὃ: pronome dimostrativo neutro, riferito a ἐνταῦθα, quindi alla vecchiaia)

----

χαλεπὸν τοῦ βίου, ἢ πῶς σὺ αὐτὸ ἐξαγγέλλεις.

difficile per la vita, o (…ἢ) come tu esso descrivi.

----

[329] Ἐγώ σοι, ἔφη, νὴ τὸν Δία ἐρῶ, ὦ Σώκρατες, οἷόν γέ μοι

“Io a te, disse, per Zeus dirò, o Socrate, come a me

----

φαίνεται. πολλάκις γὰρ συνερχόμεθά τινες εἰς ταὐτὸν παραπλησίαν

sembra (la cosa…). Spesso infatti ci riuniamo alcuni in uno stesso luogo (εἰς ταὐτὸν) la medesima

----

ἡλικίαν ἔχοντες, διασῴζοντες τὴν παλαιὰν παροιμίαν·

età avendo, confermando l’antico proverbio;

----

οἱ οὖν πλεῖστοι ἡμῶν ὀλοφύρονται συνιόντες, τὰς

dunque la maggior parte (πλεῖστοι) di noi si lamentano in coro, i

(NB: in coro=συνιόντες: letter., “andando assieme”, cioè come un coro)

----

ἐν τῇ νεότητι ἡδονὰς ποθοῦντες καὶ ἀναμιμνῃσκόμενοι περί

nella gioventù piaceri desiderando e ricordandosi de-

----

τε τἀφροδίσια καὶ περὶ πότους τε καὶ εὐωχίας καὶ ἄλλ᾽ ἄττα

i piaceri sessuali e delle bevute e delle feste e di altre cose

(NB: τἀφροδίσια=contrazione di τὰ ἀφροδίσια; ἄλλ᾽ ἄττα= ἄλλα τινά: “qualsiasi altre cose”)

----

ἃ τῶν τοιούτων ἔχεται, καὶ ἀγανακτοῦσιν ὡς μεγάλων τινῶν

che di queste cose sono parte, e si dolgono come di grandi cose

(NB: ἃ τῶν τοιούτων ἔχεται: letter., che di/da queste cose sono avute)

----

ἀπεστερημένοι καὶ τότε μὲν εὖ ζῶντες, νῦν δὲ οὐδὲ ζῶντες.

essendo stati privati e (come…) allora bene viventi, ora però per nulla viventi.

----

ἔνιοι δὲ καὶ τὰς τῶν οἰκείων προπηλακίσεις τοῦ γήρως

Alcuni poi anche gli dei familiari abusi della/per la vecchiaia

----

ὀδύρονται, καὶ ἐπὶ τούτῳ δὴ τὸ γῆρας ὑμνοῦσιν ὅσων κακῶν

lamentano, e per questo la vecchiaia recitano di tali mali

----

σφίσιν αἴτιον. ἐμοὶ δὲ δοκοῦσιν, ὦ Σώκρατες, οὗτοι οὐ τὸ

a loro causa. A me però sembrano, o Socrate, questi non la

(NB: σφίσιν: lett., a se stessi)

----

αἴτιον αἰτιᾶσθαι. εἰ γὰρ ἦν τοῦτ᾽ αἴτιον, κἂν ἐγὼ τὰ αὐτὰ

causa individuare. Se infatti era questa la causa, anche io le stesse

----

ταῦτα ἐπεπόνθη, ἕνεκά γε γήρως, καὶ οἱ ἄλλοι πάντες ὅσοι

cose (letter., queste cose) avrei sofferto, a causa della vecchiaia, e gli altri tutti tali

(NB: ἐπεπόνθη: 3^ sing. ind. att. piuccheperfetto di πάσχω: soffro)

----

ἐνταῦθα ἦλθον ἡλικίας. νῦν δ᾽ ἔγωγε ἤδη ἐντετύχηκα οὐχ

qui/a questo punto giungevano dell’età. Ora io già ho incontrato non

----

οὕτως ἔχουσιν καὶ ἄλλοις, καὶ δὴ καὶ Σοφοκλεῖ ποτε τῷ

così ridotti anche altri, inoltre anche a Sofocle una volta il

(NB: οὕτως ἔχουσιν: il verbo ἔχω, quando non indica un possesso vero e proprio, cioè quando non si riferisce a un oggetto posseduto, indica uno modo di stare, di essere, di sentire, ecc.: quindi qui traduco: “così essenti, senzienti” ecc.)

----

ποιητῇ παρεγενόμην ἐρωτωμένῳ ὑπό τινος· “πῶς,” ἔφη,

poeta ero presso/assistei interrogato da uno; “Come” disse

----

“ὦ Σοφόκλεις, ἔχεις πρὸς τἀφροδίσια; ἔτι οἷός τε εἶ

“o Sofocle, ti rapporti ai piaceri sessuali? Ancora tale sei

----

γυναικὶ συγγίγνεσθαι”; καὶ ὅς, “εὐφήμει,” ἔφη, “ὦ

con una donna da (poter) stare?” e quello “Taci” disse “o

(NB: εὐφήμει: 2^ sing. imper. da εὐφημέω: taccio, mi interrompo)

----

ἄνθρωπε· ἁσμενέστατα μέντοι αὐτὸ ἀπέφυγον, ὥσπερ λυττῶντά

uomo; con grandissimo piacere certamente ciò (=il desiderio sessuale) ho abbandonato, come un folle

----

τινα καὶ ἄγριον δεσπότην ἀποδράς.” εὖ οὖν μοι καὶ

qualunque e selvaggio despota avendo fuggito .” Bene dunque a me anche

(NB: ἀποδράς: part. aoristo da ἀποδιδράςκω: fuggo, scappo)

----

τότε ἔδοξεν ἐκεῖνος εἰπεῖν, καὶ νῦν οὐχ ἧττον. παντάπασι

allora sembrava quello parlare, e ora non meno. Assolutamente

----

γὰρ τῶν γε τοιούτων ἐν τῷ γήρᾳ πολλὴ εἰρήνη γίγνεται καὶ

difatti da queste cose nella vecchiaia molta pace vi è/deriva e

----

ἐλευθερία· ἐπειδὰν αἱ ἐπιθυμίαι παύσωνται κατατείνουσαι

libertà; poiché/quando i desideri smetteranno di estendersi

----

καὶ χαλάσωσιν, παντάπασιν τὸ τοῦ Σοφοκλέους γίγνεται,

e si rilasseranno, del tutto il (discorso…) di Sofocle diviene (giusto…):

----

δεσποτῶν πάνυ πολλῶν ἐστι καὶ μαινομένων ἀπηλλάχθαι.

di despoti molto (=πάνυ) molti è (la vecchiaia, sogg. sott.), e che sono furiosi, l’essere stati liberati.

(ἀπηλλάχθαι: infinito perfetto passivo di ἀπαλλάσσω: mi libero, serparo-> NB: la desinenza del perf. passivo è sempre in -σθαι, ma la γ del perf. pass. ἤλλαγμαι con la σ diventa χ.)

----

ἀλλὰ καὶ τούτων πέρι καὶ τῶν γε πρὸς τοὺς οἰκείους μία τις

Ma anche intorno a queste cose e a quelle (=τούτων πέρι καὶ τῶν…) sui familiari (=πρὸς τοὺς οἰκείους) una certa

----

αἰτία ἐστίν, οὐ τὸ γῆρας, ὦ Σώκρατες, ἀλλ᾽ ὁ τρόπος τῶν

causa esiste, non la vecchiaia, o Socrate, ma il carattere degli

----

ἀνθρώπων. ἂν μὲν γὰρ κόσμιοι καὶ εὔκολοι ὦσιν, καὶ τὸ

uomini. Se infatti ordinati/modesti e facili ad accontentarsi siano, anche la

----

γῆρας μετρίως ἐστὶν ἐπίπονον· εἰ δὲ μή, καὶ γῆρας, ὦ

vecchiaia moderatamente è dolorosa; se però non (lo siano…), sia la vecchiaia, o

----

Σώκρατες, καὶ νεότης χαλεπὴ τῷ τοιούτῳ συμβαίνει.

Socrate, sia la giovinezza difficile a questo (tipo d’uomo…) sopraggiunge.




1.552 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page