(…continua la versione precedente: “L’invenzione delle arti”)
ἐπειδὴ δὲ ἐπὶ τοῖς γράμμασιν ἦν, "Τοῦτο δέ, ὦ βασιλεῦ, τὸ μάθημα," ἔφη ὁ Θεύθ, "σοφωτέρους Αἰγυπτίους καὶ μνημονικωτέρους παρέξει· μνήμης τε γὰρ καὶ σοφίας φάρμακον ηὑρέθη." ὁ δ' εἶπεν· "Ὦ τεχνικώτατε Θεύθ, ἄλλος μὲν τεκεῖν δυνατὸς τὰ τέχνης, ἄλλος δὲ κρῖναι τίν' ἔχει μοῖραν βλάβης τε καὶ ὠφελίας τοῖς μέλλουσι χρῆσθαι· καὶ νῦν σύ, πατὴρ ὢν γραμμάτων, δι' εὔνοιαν τοὐναντίον εἶπες ἢ δύναται. τοῦτο γὰρ τῶν μαθόντων λήθην μὲν ἐν ψυχαῖς παρέξει μνήμης ἀμελετησίᾳ, ἅτε διὰ πίστιν γραφῆς ἔξωθεν ὑπ' ἀλλοτρίων τύπων, οὐκ ἔνδοθεν αὐτοὺς ὑφ' αὑτῶν ἀναμιμνῃσκομένους· οὔκουν μνήμης ἀλλὰ ὑπομνήσεως φάρμακον ηὗρες. σοφίας δὲ τοῖς μαθηταῖς δόξαν, οὐκ ἀλήθειαν πορίζεις· πολυήκοοι γάρ σοι γενόμενοι ἄνευ διδαχῆς πολυγνώμονες εἶναι δόξουσιν, ἀγνώμονες ὡς ἐπὶ τὸ πλῆθος ὄντες, καὶ χαλεποὶ συνεῖναι, δοξόσοφοι γεγονότες ἀντὶ σοφῶν."
TRADUZIONE E COMMENTO:
ἐπειδὴ δὲ ἐπὶ τοῖς γράμμασιν ἦν, "Τοῦτο δέ, ὦ βασιλεῦ, τὸ μάθημα," ἔφη ὁ Θεύθ,
Quando si soffermò sulla scrittura (letteralm., quando era sui caratteri) “O re, questa scienza” disse Teut,
"σοφωτέρους Αἰγυπτίους καὶ μνημονικωτέρους παρέξει· μνήμης τε γὰρ καὶ σοφίας φάρμακον ηὑρέθη."
“renderà (παρέξει: 3^ pers. sing. att. fut. da παρέχω: fornire) gli Egiziani più sapienti e più dotati di memoria; infatti è stato trovato (ηὑρέθη: 3^ pers. sing. pass. aor. da ἐυρίσκω: trovo) un farmaco della (per la) memoria e della (per la) sapienza.”
ὁ δ' εἶπεν· "Ὦ τεχνικώτατε Θεύθ, ἄλλος μὲν τεκεῖν δυνατὸς τὰ τέχνης, ἄλλος δὲ κρῖναι τίν' ἔχει μοῖραν βλάβης τε καὶ ὠφελίας τοῖς μέλλουσι χρῆσθαι·
Quello (=il re) disse: “O grandissimo artefice (letter., peritissimo nelle arti) Teut, uno da una parte (ἄλλος μὲν… ἄλλος δὲ) ha il potere di creare (τεκεῖν: inf. att. aor. di τίκτω: partorisco) le tecniche (lett., le cose della tecnica), un altro invece deve stabilire (κρῖναι ἔχει: ha da discriminare, letter.) quale parte di svantaggio e di vantaggio (vi sia…) per coloro che si accingono a usare (esse, sottint.);
καὶ νῦν σύ, πατὴρ ὢν γραμμάτων, δι' εὔνοιαν τοὐναντίον εἶπες ἢ δύναται.
E ora tu, che sei padre delle lettere, per gentilezza hai detto l’opposto (τοὐναντίον) rispetto a (ἢ ha valore comparativo) ciò che è possibile (δύναται è usato in senso impersonale: può essere).
τοῦτο γὰρ τῶν μαθόντων λήθην μὲν ἐν ψυχαῖς παρέξει μνήμης ἀμελετησίᾳ,
Questa cosa infatti porterà la dimenticanza nelle menti di coloro che studiano (μαθόντων: gen. plur. partic. att. aoristo di μανθάνω: studio) poiché trascureranno di imparare a memoria (letter., per la trascuratezza della memoria),
ἅτε διὰ πίστιν γραφῆς ἔξωθεν ὑπ' ἀλλοτρίων τύπων, οὐκ ἔνδοθεν αὐτοὺς ὑφ' αὑτῶν ἀναμιμνῃσκομένους·
giacché (ἅτε: avverbio che significa: “poiché, in quanto”… e spesso si accompagna a un participio) a causa della fiducia nella scrittura (accadrà che, sott.) questi (struttura sintattica della proposiz.: accadrà + infinitiva: αὐτοὺς (essi) (essere: εἶναι, sottinteso) ἀναμιμνῃσκομένους (ricordanti); cioè->) si ricorderanno da fuori (ἔξωθεν) (delle nozioni, sottint.) attraverso delle impressioni esterne (ὑπ' ἀλλοτρίων τύπων=attraverso altre/aliene impronte), e non attraverso quelle che hanno in se stessi (ὑφ' αὑτῶν ἔνδοθεν =letteralm., da se stessi (αὑτῶν= ἑαυτῶν) da dentro).
οὔκουν μνήμης ἀλλὰ ὑπομνήσεως φάρμακον ηὗρες.
Non hai quindi trovato (ηὗρες: 3^ pers. sing. att. aor. ind. di ἐυρίσκω: trovo; è una forma anomala, quella comune invece è εὗρον, ες) un farmaco della memoria, ma della reminescenza.
σοφίας δὲ τοῖς μαθηταῖς δόξαν, οὐκ ἀλήθειαν πορίζεις·
Procuri ai discenti la convinzione della sapienza, non la verità;
πολυήκοοι γάρ σοι γενόμενοι ἄνευ διδαχῆς πολυγνώμονες εἶναι δόξουσιν,
Essendo divenuti eruditi senza sforzo grazie a te, riterranno di essere estremamente saggi (πολυγνώμονες),
ἀγνώμονες ὡς ἐπὶ τὸ πλῆθος ὄντες, καὶ χαλεποὶ συνεῖναι, δοξόσοφοι γεγονότες ἀντὶ σοφῶν."
essendo la maggior parte delle volte (letteralmente, come nella maggioranza: ὡς ἐπὶ τὸ πλῆθος-> espressione idiomatica ricorrente) sciocchi , e ((riterranno, sott.) di essere insieme (συνεῖναι), cioè->) saranno ostili (χαλεποὶ), essendo divenuti presuntuosi anziché (ἀντὶ) saggi.”
Traduzione professionale:
Quando fu alla scrittura: «E questa conoscenza, o re, - disse Theuth, - renderà gli Egizi più sapienti e più capaci di ricordare: infatti essa fu escogitata (quale) sostegno della memoria e della sapienza.» Ed egli disse: «O ingegnosissimo Theuth, uno (è) capace di produrre i risultati dell'arte, un altro invece di giudicare quale parte di danno e di vantaggio ha per coloro che hanno intenzione di farne uso; e adesso tu, essendo padre della scrittura, per benevolenza hai detto l'opposto di quello che può fare. Questa invenzione infatti produrrà dimenticanza nelle menti di coloro che l'apprendono, per mancanza di esercizio della memoria, in quanto rammenteranno dal di fuori per fiducia nella scrittura per opera di caratteri altrui, non dal di dentro loro stessi da se stessi; hai escogitato non dunque un sostegno della memoria, ma del suggerimento alla memoria. Invece a coloro che apprendono tu procuri, di saggezza, apparenza, non verità: infatti divenuti grazie a te ascoltatori di molte nozioni senza insegnamento crederanno di essere conoscitori di molte cose, (pur) essendo per lo più ignoranti, e difficili da sopportare, essendo divenuti presuntuosi anziché saggi.»
Da: http://www.poesialatina.it/_ns/Greek/tt2/Platone/Theuth.html
επαινω ω φιλε. χρηστοτατη αυτη η σελις γε