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Immagine del redattoreAdriano Torricelli

IL RITORNO DI TESEO E DEGLI ARGONANUTI, E LA MORTE DEL PADRE EGEO (Plutarco, Teseo)

IL RITORNO DI TESEO E DEGLI ARGONANUTI, E LA MORTE DEL PADRE EGEO

(Plutarco, Vita di Teseo, par. 22)

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In questo breve paragrafo della biografia di Teseo Plutarco racconta il ritorno degli Argonauti ad Atene: un evento di per sé lieto ma funestato dal suicidio di Egeo, padre di Teseo e sovrano di Atene, dovuto al fatto che gli Argonauti si dimenticassero di issare la bandiera che annunciava al re il ritorno di suo figlio dalla spedizione.

Al breve racconto dei fatti fa seguito una disamina dei riti che, secondo le indagini di Plutarco, erano da ricollegarsi all’evento qui narrato, il che significa un’interpretazione (non sempre certa e univoca) del loro significato.

Né queste digressioni debbono stupire. Tutta la biografia di Teseo difatti, trattando la vita di un personaggio mitico o leggendario, è costellata dalla descrizione di riti e usanze sorti dal ricordo collettivo delle imprese di questo eroe della tradizione greca….

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Testo originale:

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22.

GLI EVENTI:

τῇ δὲ Ἀττικῇ προσφερομένων ἐκλαθέσθαι μὲν αὐτόν, ἐκλαθέσθαι δὲ τὸν κυβερνήτην ὑπὸ χαρᾶς ἐπάρασθαι τὸ ἱστίον ᾧ τὴν σωτηρίαν αὐτῶν ἔδει γνώριμον τῷ Αἰγεῖ γενέσθαι: τὸν δὲ ἀπογνόντα ῥῖψαι κατὰ τῆς πέτρας ἑαυτὸν καὶ διαφθαρῆναι. καταπλεύσας δὲ ὁ Θησεὺς ἔθυε μὲν αὐτὸς ἃς ἐκπλέων θυσίας εὔξατο τοῖς θεοῖς Φαληροῖ, κήρυκα δὲ ἀπέστειλε τῆς σωτηρίας ἄγγελον εἰς ἄστυ. [2] οὗτος ἐνέτυχεν ὀδυρομένοις τε πολλοῖς τὴν τοῦ βασιλέως τελευτὴν καὶ χαίρουσιν, ὡς εἰκός, ἑτέροις καὶ φιλοφρονεῖσθαι καὶ στεφανοῦν αὐτὸν ἐπὶ τῇ σωτηρίᾳ προθύμοις οὖσι. τοὺς μὲν οὖν στεφάνους δεχόμενος τὸ κηρύκειον ἀνέστεφεν, ἐπανελθὼν δὲ ἐπὶ θάλασσαν οὔπω πεποιημένου σπονδὰς τοῦ Θησέως ἔξω περιέμεινε, μὴ βουλόμενος τὴν θυσίαν ταράξαι. [3] γενομένων δὲ τῶν σπονδῶν ἀπήγγειλε τὴν τοῦ Αἰγέως τελευτήν. οἱ δὲ σὺν κλαυθμῷ καὶ θορύβῳ σπεύδοντες ἀνέβαινον εἰς τὴν πόλιν.

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I RITI:

-> ὅθεν καὶ νῦν ἐν τοῖς ὠσχοφορίοις στεφανοῦσθαι μὲν οὐ τὸν κήρυκα λέγουσιν, ἀλλὰ τὸ κηρύκειον, ἐπιφωνεῖν δὲ ἐν ταῖς σπονδαῖς, Ἐλελεῦ, Ἰού, Ἰού, τοὺς παρόντας: ὧν τὸ μὲν σπεύδοντες ἀναφωνεῖν καὶ παιωνίζοντες εἰώθασι, τὸ δὲ ἐκπλήξεως καὶ ταραχῆς ἐστι.

[4] θάψας δὲ τὸν πατέρα, τῷ Ἀπόλλωνι τὴν εὐχὴν ἀπεδίδου τῇ ἑβδόμῃ τοῦ Πυανεψιῶνος μηνὸς ἱσταμένου: ταύτῃ γὰρ ἀνέβησαν εἰς ἄστυ σωθέντες.

-> ἡ μὲν οὖν ἕψησις τῶν ὀσπρίων λέγεται γίνεσθαι διὰ τὸ σωθέντας αὐτοὺς εἰς ταὐτὸ συμμῖξαι τὰ περιόντα τῶν σιτίων καὶ μίαν χύτραν κοινὴν ἑψήσαντας συνεστιαθῆναι καὶ συγκαταφαγεῖν ἀλλήλοις.

[5] -> τὴν δὲ εἰρεσιώνην ἐκφέρουσι κλάδον ἐλαίας ἐρίῳ μὲν ἀνεστεμμένον, ὥσπερ τότε τὴν ἱκετηρίαν, παντοδαπῶν δὲ ἀνάπλεων καταργμάτων διὰ τὸ λῆξαι τὴν ἀφορίαν, ἐπᾴδοντες:

εἰρεσιώνη σῦκα φέρει καὶ πίονας ἄρτους

καὶ μέλι ἐν κοτύλῃ καὶ ἔλαιον ἀποψήσασθαι

καὶ κύλικ᾽ εὔζωρον, ὡς ἂν μεθύουσα καθεύδῃ.

καίτοι ταῦτά τινες ἐπὶ τοῖς Ἡρακλείδαις γίνεσθαι λέγουσιν, οὕτως διατρεφομένοις ὑπὸ τῶν Ἀθηναίων: οἱ δὲ πλείονες ὡς προείρηται.

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Traduzione letteraria:

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[1] Mentre si avvicinava alle coste del’Attica, Teseo si dimenticò (e se ne dimenticò anche il pilota, per la gioia da cui erano invasi) d’issare la vela con cui si doveva rendere noto a Egeo che essi erano salvi. Questi per la disperazione si gettò da una rupe e si sfracellò. [2] Teseo, appena approdato, compì i sacrifici che partendo aveva promesso in voto agli dei al Falero e mandò un messaggero in città a portare la notizia che era salvo. Questi incontrò molte persone che piangevano la morte del re e altre, com’è naturale, che erano liete di salutarlo e cingerlo di ghirlande per la loro salvezza. [3] Accettò le ghirlande e ne cinse il suo bastone d’araldo. Tornato al mare, trovò che Teseo non aveva ancora terminato le rituali libagioni, epperò se ne stette fuori, non volendo turbare il sacrificio. Terminata la funzione, annunciò la morte di Egeo, [4] e quelli, in mezzo a pianti e forti lamenti, salirono in fretta verso la città. Si dice che da qui deriva il fatto che anche ora nelle Oscoforie si incorona non l’araldo, ma il suo bastone e che nelle libagioni i presenti gridano: “Eleleu! Iou! Iou!”. Il primo di questi gridi sogliono levare mentre libano, come grido di vittoria, il secondo è grido di costernazione e di dolore.

Seppellito il padre, Teseo sciolse i voti ad Apollo, il settimo giorno di Pyanepsione, e queso è il giorno in cui salirono salvi in città. [5] Si dice poi che l’usanza di cuocere in tale giornata ogni sorta di legumi derivi dal fatto che i giovani salvati mettessero insieme quanto delle loro provviste era avanzato e, avendo cotto il tutto in una pentola comune, si sedessero a mensa insieme e lo mangiassero tra di loro. [6] E in questo giorno si porta l’”eiresione”, un ramo di olivo cinto di lana, come allora il ramo dei supplici era portato da Teseo, ricolmo di primizie di ogni specie, per indicare la fine della sterilità, e si canta:

[7] Eiresione porta fichi, pane saporoso, coppe di miele, olio per ungersi e calici di vino puro, da andare a dormire ubriachi.

Senonché alcuni storici dicono che questa era un’usanza a ricordo degli Eraclidi, che veniva così mantenuto dagli Ateniesi. Ma i più pensano che le cose stiano come si è detto sopra.

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(Traduzione di Antonio Traglia)

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Traduzione spiegata:

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τῇ δὲ Ἀττικῇ προσφερομένων ἐκλαθέσθαι μὲν αὐτόν, ἐκλαθέσθαι δὲ τὸν κυβερνήτην ὑπὸ χαρᾶς ἐπάρασθαι τὸ ἱστίον ᾧ τὴν σωτηρίαν αὐτῶν ἔδει γνώριμον τῷ Αἰγεῖ γενέσθαι: τὸν δὲ ἀπογνόντα ῥῖψαι κατὰ τῆς πέτρας ἑαυτὸν καὶ διαφθαρῆναι.

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ED ESSENDO STATI PORTATI DAVANTI/ESSENDO GIUNTI DAVANTI ALL’ATTICA (GLI ARGONAUTI…) (τῇ δὲ Ἀττικῇ προσφερομένων) (SI DICE …+ infinitive) CHE SI DIMENTICAVA EGLI/TESEO, E CHE SI DIMENTICAVA IL NOCCHIERO (ἐκλαθέσθαι μὲν αὐτόν, ἐκλαθέσθαι δὲ τὸν κυβερνήτην) PER LE GIOIE/PER LA GIOIA (DEL RITORNO…) DI SOLLEVARE/ISSARE LA BANDIERA (ὑπὸ χαρᾶς ἐπάρασθαι τὸ ἱστίον) CON CUI BISOGNAVA CHE LA LORO SALVEZZA DIVENISSE UNA COSA PALESE AD EGEO/CON CUI ERA STATO DECISO CHE DOVESSERO ANNUNCIARE A EGEO LA LORO SALVEZZA (ᾧ τὴν σωτηρίαν αὐτῶν ἔδει γνώριμον τῷ Αἰγεῖ γενέσθαι); E (SI DICE CHE…) L’IGNORANTE/EGEO CHE NON SAPEVA LA COSA (τὸν δὲ ἀπογνόντα) GETTASSE DALLA ROCCIA SE STESSO/ SIGETTASSE DA UNO SCOGLIO (ῥῖψαι κατὰ τῆς πέτρας ἑαυτὸν) E FOSSE DISTRUTTO/MORISSE (καὶ διαφθαρῆναι).

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καταπλεύσας δὲ ὁ Θησεὺς ἔθυε μὲν αὐτὸς ἃς ἐκπλέων θυσίας εὔξατο τοῖς θεοῖς Φαληροῖ, κήρυκα δὲ ἀπέστειλε τῆς σωτηρίας ἄγγελον εἰς ἄστυ.

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ESSENDO APPRODATO TESEO DA UNA PARTE SACRIFICÒ/FECE I SACRIFICI (καταπλεύσας δὲ ὁ Θησεὺς ἔθυε μὲν θυσίας; θύω=sbuffo, soffio; sacrifico (questa seconda accezione è legata al fatto che i Greci in origine non usavano fare sacrifici cruenti, ma bruciavano legna odorosa per spargerne il profumo)) CHE EGLI STESSO NAVIGANDO AVEVA MAGNIFICATO/PROMESSO AGLI DEI AL FALERO (ἃς αὐτὸς ἐκπλέων εὔξατο τοῖς θεοῖς Φαληροῖ), E DALL’ALTRA UN ARALDO MANDÒ COME ANNUNCIATORE DELLA (LORO…) SALVEZZA IN CITTÀ (κήρυκα δὲ ἀπέστειλε τῆς σωτηρίας ἄγγελον εἰς ἄστυ).

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[2] οὗτος ἐνέτυχεν ὀδυρομένοις τε πολλοῖς τὴν τοῦ βασιλέως τελευτὴν καὶ χαίρουσιν, ὡς εἰκός, ἑτέροις καὶ φιλοφρονεῖσθαι καὶ στεφανοῦν αὐτὸν ἐπὶ τῇ σωτηρίᾳ προθύμοις οὖσι.

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QUESTO/COSTUI INCAPPÒ E IN MOLTI CHE LAMENTAVANO LA MORTE DEL RE (οὗτος ἐνέτυχεν ὀδυρομένοις τε πολλοῖς τὴν τοῦ βασιλέως τελευτὴν) IN ALTRI CHE SI RALLEGRAVANO, COME OPPORTUNO/COMPRENSIBILE (καὶ ἑτέροις χαίρουσιν, ὡς εἰκός), E CHE PER LA (LORO… SALVEZZA) ERANO DESIDEROSI DI (καὶ ἐπὶ τῇ σωτηρίᾳ προθύμοις οὖσι) SIA FESTEGGIARE SIA DI INCORONARLO (φιλοφρονεῖσθαι καὶ στεφανοῦν αὐτὸν).

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τοὺς μὲν οὖν στεφάνους δεχόμενος τὸ κηρύκειον ἀνέστεφεν, ἐπανελθὼν δὲ ἐπὶ θάλασσαν οὔπω πεποιημένου σπονδὰς τοῦ Θησέως ἔξω περιέμεινε, μὴ βουλόμενος τὴν θυσίαν ταράξαι.

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AVENDO ACCETTATO DUNQUE LE CORONE (L’ARALDO…) (τοὺς μὲν οὖν στεφάνους δεχόμενος) INCORONAVA IL (SUO..) CADUCEO/L’INSEGNA DELL’ARALDO (τὸ κηρύκειον ἀνέστεφεν), E TORNANDO AL MARE (ἐπανελθὼν δὲ ἐπὶ θάλασσαν) NON ANCORA (οὔπω) AVENDO TESEO COMPIUTO LE LIBAZIONI (πεποιημένου σπονδὰς τοῦ Θησέως) FUORI RIMANEVA (ἔξω περιέμεινε), NON VOLENDO SCONVOLGERE IL SACRIFICIO (μὴ βουλόμενος τὴν θυσίαν ταράξαι).

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[3] γενομένων δὲ τῶν σπονδῶν ἀπήγγειλε τὴν τοῦ Αἰγέως τελευτήν. οἱ δὲ σὺν κλαυθμῷ καὶ θορύβῳ σπεύδοντες ἀνέβαινον εἰς τὴν πόλιν.

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ESSENDO AVVENUTI POI I SACRIFICI (γενομένων δὲ τῶν σπονδῶν) ANNUNCIAVA LA MORTE DI EGEO (ἀπήγγειλε τὴν τοῦ Αἰγέως τελευτήν). E QUELLI (οἱ δὲ) CON PIANTO E STREPITO AFFATICANDOSI/CON GRANDI PIANTI E STREPITI (σὺν κλαυθμῷ καὶ θορύβῳ σπεύδοντες) SALIRONO IN CITTÀ (ἀνέβαινον εἰς τὴν πόλιν).

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ὅθεν καὶ νῦν ἐν τοῖς ὠσχοφορίοις στεφανοῦσθαι μὲν οὐ τὸν κήρυκα λέγουσιν, ἀλλὰ τὸ κηρύκειον, ἐπιφωνεῖν δὲ ἐν ταῖς σπονδαῖς, Ἐλελεῦ, Ἰού, Ἰού, τοὺς παρόντας: ὧν τὸ μὲν σπεύδοντες ἀναφωνεῖν καὶ παιωνίζοντες εἰώθασι, τὸ δὲ ἐκπλήξεως καὶ ταραχῆς ἐστι.

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DA CUI/DA CIÒ DICONO (ὅθεν λέγουσιν) CHE ANCHE ORA NELLE OSCOFORIE INCORONANO NON L’ARALDO, MA IL CADUCEO (καὶ νῦν ἐν τοῖς ὠσχοφορίοις στεφανοῦσθαι μὲν οὐ τὸν κήρυκα, ἀλλὰ τὸ κηρύκειον), E CHE I PRESENTI URLANO NEI SACRIFICI (ἐπιφωνεῖν δὲ τοὺς παρόντας ἐν ταῖς σπονδαῖς): ELELEÙ, IÙ, IÙ (Ἐλελεῦ, Ἰού, Ἰού); DEI QUALI (VERSI…) IL PRIMO (ὧν τὸ μὲν; con il primo intendi: Ἐλελεῦ) AFFATICANDOSI/CON GRAN STREPITO SOGLIONO URLARE (ἀναφωνεῖν εἰώθασι) E CANTANDO IL PEANA/IL CANTO DI VITTORIA (καὶ παιωνίζοντες), IL SECONDO È (UN GRIDO…) DI STUPORE E DI DISPERAZIONE (τὸ δὲ ἐκπλήξεως καὶ ταραχῆς ἐστι; con il secondo (τὸ δὲ) intendi: Ἰού, Ἰού).

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[4] θάψας δὲ τὸν πατέρα, τῷ Ἀπόλλωνι τὴν εὐχὴν ἀπεδίδου τῇ ἑβδόμῃ τοῦ Πυανεψιῶνος μηνὸς ἱσταμένου: ταύτῃ γὰρ ἀνέβησαν εἰς ἄστυ σωθέντες.

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E AVENDO SEPOLTO SUO PADRE (θάψας δὲ τὸν πατέρα), (TESEO…) RIVOLSE UNA PREGHIERA A APOLLO (τῷ Ἀπόλλωνι τὴν εὐχὴν ἀπεδίδου), STANDO IL MESE DI PANEPSIONE/DURANTE IL MESE DI PANEPSIONE (τοῦ Πυανεψιῶνος μηνὸς ἱσταμένου: genitivo assoluto) AL/NEL SETTIMO (GIORNO…) (τῇ ἑβδόμῃ); A/IN QUESTO (GIORNO…) INFATTI SALIRONO IN CITTÀ I SALVATI/COLORO CHE ERANO SOPRAVVISSUTI (ταύτῃ γὰρ ἀνέβησαν εἰς ἄστυ σωθέντες).

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ἡ μὲν οὖν ἕψησις τῶν ὀσπρίων λέγεται γίνεσθαι διὰ τὸ σωθέντας αὐτοὺς εἰς ταὐτὸ συμμῖξαι τὰ περιόντα τῶν σιτίων καὶ μίαν χύτραν κοινὴν ἑψήσαντας συνεστιαθῆναι καὶ συγκαταφαγεῖν ἀλλήλοις.

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DUNQUE LA COTTURA DEI LEGUNI È DETTA ESSERE/ESISTERE (ἡ μὲν οὖν ἕψησις τῶν ὀσπρίων λέγεται γίνεσθαι) PER IL FATTO DI AVERE MESCOLATO (διὰ τὸ συμμῖξαι) I SALVATI STESSI IN UN MEDESIMO (LUOGO…) (σωθέντας αὐτοὺς εἰς ταὐτὸ) LE COSE ATTORNO DEI CIBI (τὰ περιόντα τῶν σιτίων)//L’USANZA DI CUOCERE ASSIEME I LEGUNI SI DICE CHE ESISTA PERCHÉ I SOPRAVVISSUTI CONDIVISERO I CIBI CHE AVEVANO INTORNO IN UN UNICO PIATTO (ἡ μὲν οὖν ἕψησις τῶν ὀσπρίων λέγεται γίνεσθαι διὰ τὸ σωθέντας αὐτοὺς εἰς ταὐτὸ συμμῖξαι τὰ περιόντα τῶν σιτίων) E (PER…=διὰ) AVERE CONDIVISO IL MEDESIMO FUOCO E (PER…) IL MANGIARE ASSIEME GLI UNI CON GLI ALTRI (καὶ συνεστιαθῆναι καὶ συγκαταφαγεῖν ἀλλήλοις) DOPO AVERE SCALDATO UNA SOLA PENTOLA (μίαν χύτραν κοινὴν ἑψήσαντας).

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[5] τὴν δὲ εἰρεσιώνην ἐκφέρουσι κλάδον ἐλαίας ἐρίῳ μὲν ἀνεστεμμένον, ὥσπερ τότε τὴν ἱκετηρίαν, παντοδαπῶν δὲ ἀνάπλεων καταργμάτων διὰ τὸ λῆξαι τὴν ἀφορίαν, ἐπᾴδοντες:

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E L’ERESIONE (GLI ATENIESI OGGI…) TRASPORTANO COME/NELLE VESTI DI UN RAMO DI ULIVO (τὴν δὲ εἰρεσιώνην ἐκφέρουσι κλάδον ἐλαίας) SOVRASTATO DA DELLA LANA (ἐρίῳ μὲν ἀνεστεμμένον->acc. sing. maschile/neutro del partic. aoristo medio-passivo di ἀνίστημι: sto sopra, sovrasto), COME ALLORA IL RAMO D’OLIVO (PORTAVANO GLI ARGONAUTI…) (ὥσπερ τότε τὴν ἱκετηρίαν), E PIENO (δὲ ἀνάπλεων->accus. sing. dell’aggettivo a due uscite ἀνάπλεως, riferito a ἱκετηρίαν e a κλάδον ἐλαίας) DI TUTTI I GENERI DI BENI/GHIOTTONERIE (παντοδαπῶν καταργμάτων) PER ESSERE CESSATA LA PENURIA (διὰ τὸ λῆξαι τὴν ἀφορίαν), CANTANDO (ἐπᾴδοντες):

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“εἰρεσιώνη σῦκα φέρει καὶ πίονας ἄρτους

καὶ μέλι ἐν κοτύλῃ καὶ ἔλαιον ἀποψήσασθαι

καὶ κύλικ᾽ εὔζωρον, ὡς ἂν μεθύουσα καθεύδῃ.”

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“L’ERESIONE FICHI PORTA E GRASSI PANI (εἰρεσιώνη σῦκα φέρει καὶ πίονας ἄρτους)

E MIELE IN UN CALICE E OLIO PER DETERGERSI/LAVARSI LE MANI (καὶ μέλι ἐν κοτύλῃ καὶ ἔλαιον ἀποψήσασθαι)

E UNA COPPA (DI VINO…) PURA (καὶ κύλικ᾽ εὔζωρον), COSICCHÉ DORMA/POSSA DORMIRE (ὡς ἂν καθεύδῃ) UBRIACA (μεθύουσα).”

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καίτοι ταῦτά τινες ἐπὶ τοῖς Ἡρακλείδαις γίνεσθαι λέγουσιν, οὕτως διατρεφομένοις ὑπὸ τῶν Ἀθηναίων: οἱ δὲ πλείονες ὡς προείρηται.

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PURTUTTAVIA (καίτοι) QUESTE COSE/QUESTI VERSI ALCUNI DICONO ESSERE SUGLI ERACLEIDI/RIGUARDARE GLI ERACLEIDI (ταῦτά τινες ἐπὶ τοῖς Ἡρακλείδαις γίνεσθαι λέγουσιν), COSÌ/IN QUANTO NUTRITI/CRESCITI SOTTO GLI ATENIESI (οὕτως διατρεφομένοις ὑπὸ τῶν Ἀθηναίων); MA I PIÙ (PENSANO…) (οἱ δὲ πλείονες) COME È STATO DETTO (ὡς προείρηται).

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