L’EDUCAZIONE SPARTANA
(Senofonte, Costituzione degli Spartani, 2: 1-4)
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Un breve brano estratto dalla Costituzione degli Spartani, un testo senofonteo che esalta la società e gli stili di vita del popolo spartano, il più bellicoso che vi fosse in Grecia, e la cui vita era rigidamente regolata dalle norme anticamente impostegli da un legislatore di nome Licurgo.
La Costituzione degli Spartani difatti, non è solo una lunga e dettagliata disamina degli stili di vita spartani, ma anche una celebrazione ed esaltazione della saggezza di quest'ultimo nel disporre, attraverso leggi inderogabili, la vita dei suoi concittadini, in modo tale da costringerli a crescere tutti “virtuosi”, ovvero coraggiosi e obbedienti all’autorità costituita.
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Senfonte, esponente di spicco dell’élite intellettuale aristocratica ateniese, vedeva nella società e nei costumi (da lui almeno in parte mitizzati) dell’antagonista Sparta, il modello perfetto di società. Il suo libro quindi, costituiva implicitamente una critica nei confronti della democrazia ateniese.
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Testo greco:
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2. [1] ἐγὼ μέντοι, ἐπεὶ καὶ περὶ γενέσεως ἐξήγημαι, βούλομαι καὶ τὴν παιδείαν ἑκατέρων σαφηνίσαι. τῶν μὲν τοίνυν ἄλλων Ἑλλήνων οἱ φάσκοντες κάλλιστα τοὺς υἱεῖς παιδεύειν, ἐπειδὰν τάχιστα αὐτοῖς οἱ παῖδες τὰ λεγόμενα ξυνιῶσιν, εὐθὺς μὲν ἐπ᾽ αὐτοῖς παιδαγωγοὺς θεράποντας ἐφιστᾶσιν, εὐθὺς δὲ πέμπουσιν εἰς διδασκάλων μαθησομένους καὶ γράμματα καὶ μουσικὴν καὶ τὰ ἐν παλαίστρᾳ. πρὸς δὲ τούτοις τῶν παίδων πόδας μὲν ὑποδήμασιν ἁπαλύνουσι, σώματα δὲ ἱματίων μεταβολαῖς διαθρύπτουσι: σίτου γε μὴν αὐτοῖς γαστέρα μέτρον νομίζουσιν. [2] ὁ δὲ Λυκοῦργος, ἀντὶ μὲν τοῦ ἰδίᾳ ἕκαστον παιδαγωγοὺς δούλους ἐφιστάναι, ἄνδρα ἐπέστησε κρατεῖν αὐτῶν ἐξ ὧνπερ αἱ μέγισται ἀρχαὶ καθίστανται, ὃς δὴ καὶ παιδονόμος καλεῖται, τοῦτον δὲ κύριον ἐποίησε καὶ ἁθροίζειν τοὺς παῖδας καὶ ἐπισκοποῦντα, εἴ τις ῥᾳδιουργοίη, ἰσχυρῶς κολάζειν. ἔδωκε δ᾽ αὐτῷ καὶ τῶν ἡβώντων μαστιγοφόρους, ὅπως τιμωροῖεν ὁπότε δέοι, ὥστε πολλὴν μὲν αἰδῶ, πολλὴν δὲ πειθὼ ἐκεῖ συμπαρεῖναι. [3] ἀντί γε μὴν τοῦ ἁπαλύνειν τοὺς πόδας ὑποδήμασιν ἔταξεν ἀνυποδησίᾳ κρατύνειν, νομίζων, εἰ τοῦτ᾽ ἀσκήσειαν, πολὺ μὲν ῥᾷον ἂν ὀρθιάδε ἐκβαίνειν, ἀσφαλέστερον δὲ πρανῆ καταβαίνειν, καὶ πηδῆσαι δὲ καὶ ἀναθορεῖν καὶ δραμεῖν θᾶττον ἀνυπόδητον, εἰ ἠσκηκὼς εἴη τοὺς πόδας, ἢ ὑποδεδεμένον. [4] καὶ ἀντί γε τοῦ ἱματίοις διαθρύπτεσθαι ἐνόμιζεν ἑνὶ ἱματίῳ δι᾽ ἔτους προσεθίζεσθαι, νομίζων οὕτως καὶ πρὸς ψύχη καὶ πρὸς θάλπη ἄμεινον ἂν παρεσκευάσθαι.
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Testo tradotto liberamente:
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1. Ora che ho esposto il modo in cui gli uomini nascono, voglio illustrare anche l’educazione che ricevono gli uni e gli altri.
Quelli fra gli altri Greci che proclamano di educare nel miglior modo i figli fanno così: appena questi sono in grado di comprendere le parole pronunciate, subito li affidano a dei servi “pedagoghi” e li mandano dai maestri a imparare scrittura e lettura, musica e attività fisiche. Inoltre essi rendono delicati i loro piedi facendo loro calzare delle scarpe, mentre ne indeboliscono il corpo facendo loro cambiare le vesti; quanto al cibo, fanno conto che ne serva quanto necessario a riempire loro lo stomaco.
2. Invece Licurgo, anziché consentire che ciascuno affidasse i suoi figli a schiavi “pedagoghi”, affidò l’autorità sui ragazzi a un uomo scelto dal gruppo di quelli che accedono alle più alte cariche dello stato, chiamato “paidonòmos”; gli diede la facoltà di radunare i ragazzi e, controllando se qualcuno mostrasse di trascurare il suo dovere, di punirlo con severità. Gli affidò anche, come assistenti con la frusta, alcuni dei ragazzi più grandi, i quali, in caso di necessità, avrebbero dovuto mettere in atto i castighi, in modo tale che in quell’ambiente fossero presenti rispetto e obbedienza.
3. Anziché rammollire i piedi con l’uso delle scarpe, diede disposizioni perché li indurissero camminando scalzi, pensando che, se avessero praticato un simile esercizio, ognuno avrebbe avuto molto più agio nel compiere scalate e molta più sicurezza nello scendere, e che avrebbe fatto salti in avanti, balzi in alto e corse molto più veloci da scalzo – a patto di avere i piedi esercitati – che indossando scarpe.
4. Invece di renderli delicati con mantelli giudicò opportuno per loro abituarsi ad avere un solo mantello tutto l’anno, ritenendo che sarebbero stati meglio attrezzati sia contro il freddo che contro il caldo.
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(Traduzione di Guido D’Alessandro)
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Testo spiegato:
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[1] ἐγὼ μέντοι, ἐπεὶ καὶ περὶ γενέσεως ἐξήγημαι, βούλομαι καὶ τὴν παιδείαν ἑκατέρων σαφηνίσαι.
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IO DI CERTO (ἐγὼ μέντοι), POICHÉ ANCHE/GIÀ LA NASCITA HO ESPOSTO (ἐπεὶ καὶ περὶ γενέσεως ἐξήγημαι->1^ sing. indic. perfetto da ἐξηγέομαι: conduco, guido; spiego), VOGLIO ANCHE L’EDUCAZIONE DI TUTTI QUELLI CHIARIRE (βούλομαι καὶ τὴν παιδείαν ἑκατέρων σαφηνίσαι).
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τῶν μὲν τοίνυν ἄλλων Ἑλλήνων οἱ φάσκοντες κάλλιστα τοὺς υἱεῖς παιδεύειν, ἐπειδὰν τάχιστα αὐτοῖς οἱ παῖδες τὰ λεγόμενα ξυνιῶσιν, εὐθὺς μὲν ἐπ᾽ αὐτοῖς παιδαγωγοὺς θεράποντας ἐφιστᾶσιν, εὐθὺς δὲ πέμπουσιν εἰς διδασκάλων μαθησομένους καὶ γράμματα καὶ μουσικὴν καὶ τὰ ἐν παλαίστρᾳ.
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DEGLI/TRA GLI ALTRI ELLENI COLORO CHE DICONO (τῶν μὲν τοίνυν ἄλλων Ἑλλήνων) CHE MASSIMAMENTE BENE EDUCANO I FIGLI (οἱ φάσκοντες κάλλιστα τοὺς υἱεῖς παιδεύειν), POICHÉ VELICISSIMAMENTE I LORO FIGLI (ἐπειδὰν τάχιστα αὐτοῖς οἱ παῖδες; αὐτοῖς οἱ παῖδες: letteralm., “i figli a loro”) COMPRENDONO LE COSE (DA ESSI…) DETTE (τὰ λεγόμενα ξυνιῶσιν), SUBITO DA UNA PARTE (εὐθὺς μὲν) SU DI ESSI PONGONO DEI PEDAGOGHI CHE (LI…) SEGUONO (ἐπ᾽ αὐτοῖς παιδαγωγοὺς θεράποντας ἐφιστᾶσιν), SUBITO DALL’ATRA (εὐθὺς δὲ) (LI…) LASCIANO/MANDANO A DEGLI INSEGNANTI (πέμπουσιν εἰς διδασκάλων; διδασκάλων: pur essendoci la preposizione εἰς, il genitivo partitivo sostituisce qui l’accusativo, quindi: “verso (alcuni) degli insegnanti”, “a degli insegnanti”) IMPARANTI/PER IMPARARE SIA GRAMMATICA SIA MUSICA SIA LE (COSE…) IN PALESTRA/LA GINNASTICA (μαθησομένους καὶ γράμματα καὶ μουσικὴν καὶ τὰ ἐν παλαίστρᾳ).
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πρὸς δὲ τούτοις τῶν παίδων πόδας μὲν ὑποδήμασιν ἁπαλύνουσι, σώματα δὲ ἱματίων μεταβολαῖς διαθρύπτουσι: σίτου γε μὴν αὐτοῖς γαστέρα μέτρον νομίζουσιν.
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E OLTRE A QUESTE COSE I PIEDI DEI RAGAZZI DA UNA PARTE (πρὸς δὲ τούτοις) (ESSI…) COI CALZARI PROTEGGONO (τῶν παίδων πόδας μὲν ὑποδήμασιν ἁπαλύνουσι), E I CORPI DALL’ALTRA (σώματα δὲ) CON CAMBIAMENTI DI VESTITI/CON VESTITI DI DIVERSA NATURA (ἱματίων μεταβολαῖς) INDEBOLISCONO (διαθρύπτουσι); E POI DEL CIBO/RIGUARDO AL CIBO (σίτου γε μὴν) I LORO STOMACI (αὐτοῖς γαστέρα) RITENGONO LA MISURA (DEL CIBO DA SOMMINISTRARE…) (μέτρον νομίζουσιν).
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[2] ὁ δὲ Λυκοῦργος, ἀντὶ μὲν τοῦ ἰδίᾳ ἕκαστον παιδαγωγοὺς δούλους ἐφιστάναι, ἄνδρα ἐπέστησε κρατεῖν αὐτῶν ἐξ ὧνπερ αἱ μέγισται ἀρχαὶ καθίστανται, ὃς δὴ καὶ παιδονόμος καλεῖται, τοῦτον δὲ κύριον ἐποίησε καὶ ἁθροίζειν τοὺς παῖδας καὶ ἐπισκοποῦντα, εἴ τις ῥᾳδιουργοίη, ἰσχυρῶς κολάζειν.
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MA LICURGO (ὁ δὲ Λυκοῦργος), ANZICHÈ IMPORRE (ἀντὶ μὲν τοῦ ἐφιστάναι) DEI SERVI PEDAGOGHI (παιδαγωγοὺς δούλους) PRIVATAMENTE A CIASCUNO (RAGAZZO…) (ἰδίᾳ ἕκαστον), IMPOSE CHE UN UOMO GOVERNASSE (I RAGAZZI…) DI QUELLI/TRA QUELLI DAI QUALI (ἄνδρα ἐπέστησε κρατεῖν αὐτῶν ἐξ ὧνπερ) I GRANDI COMANDANTI/LE PIÙ IMPORTANTI CARICHE POLITICHE PROVENGONO (αἱ μέγισται ἀρχαὶ καθίστανται), IL QUALE PERALTRO (=QUEST’UOMO CHE COMANDA…) È CHIAMATO ANCHE PAIDONOMO (ὃς δὴ καὶ παιδονόμος καλεῖται), E (LICURGO…) QUESTO/COSTUI FECE SIGNORE/CAPO ASSOLUTO (τοῦτον δὲ κύριον ἐποίησε) E (FECE IN MODO CHE…; di nuovo, “ἐποίησε”…) ANCHE/INOLTRE RIUNISSE I RAGAZZI (καὶ ἁθροίζειν τοὺς παῖδας; ἁθροίζειν è il verbo di un’infinitiva retta da ἐποίησε con soggetto sottinteso ἄνδρα) E CHE CONTROLLANDO, SE QUALCUNO AGISSE ALLA LEGGERA (καὶ ἐπισκοποῦντα, εἴ τις ῥᾳδιουργοίη), SEVERAMENTE (LO…) PUNISSE (ἰσχυρῶς κολάζειν).
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ἔδωκε δ᾽ αὐτῷ καὶ τῶν ἡβώντων μαστιγοφόρους, ὅπως τιμωροῖεν ὁπότε δέοι, ὥστε πολλὴν μὲν αἰδῶ, πολλὴν δὲ πειθὼ ἐκεῖ συμπαρεῖναι.
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E SEMBRAVA OPPORTUNO A QUELLO (ἔδωκε δ᾽ αὐτῷ) ANCHE (LA PRESENZA DI…) UN PORTATORE DI FRUSTA DEI/TRA I GIOVANI (καὶ τῶν ἡβώντων μαστιγοφόρους), PER INTERVENIRE/AFFINCHÈ INTERVENISSE (ὅπως τιμωροῖεν) QUANDO VI FOSSE BISOGNO/SERVISSE (ὁπότε δέοι), COSÌ DA ESSERVI LÀ/IN MODO CHE VI FOSSE (ὥστε ἐκεῖ συμπαρεῖναι) MOLTA VERGOGNA/GRANDE SENSO DI PUDORE E MOLTA OBBEDIENZA (πολλὴν μὲν αἰδῶ, πολλὴν δὲ πειθὼ)
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[3] ἀντί γε μὴν τοῦ ἁπαλύνειν τοὺς πόδας ὑποδήμασιν ἔταξεν ἀνυποδησίᾳ κρατύνειν, νομίζων, εἰ τοῦτ᾽ ἀσκήσειαν, πολὺ μὲν ῥᾷον ἂν ὀρθιάδε ἐκβαίνειν, ἀσφαλέστερον δὲ πρανῆ καταβαίνειν, καὶ πηδῆσαι δὲ καὶ ἀναθορεῖν καὶ δραμεῖν θᾶττον ἀνυπόδητον, εἰ ἠσκηκὼς εἴη τοὺς πόδας, ἢ ὑποδεδεμένον.
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CERTO ANZICHÉ PROTEGGERE I PIEDI CON CALZARI (ἀντί γε μὴν τοῦ ἁπαλύνειν τοὺς πόδας ὑποδήμασιν) DISPOSE DI RINFORZAR(LI) CON L’ASSENZA DI SCARPE (ἔταξεν ἀνυποδησίᾳ κρατύνειν), RITENENDO, SE QUESTO/IL CAMMINARE A PIEDI NUDI ESERCITASSERO/AVESSERO ESERCITATO (νομίζων, εἰ τοῦτ᾽ ἀσκήσειαν->3^ plur. ottativo aoristo attivo da ἀσκέω: esercito), CHE MOLTO PIÙ FACILMENTE VERSO L’ALTO SAREBBERO SALITI (πολὺ μὲν ῥᾷον ἂν ὀρθιάδε ἐκβαίνειν; ῥᾷον: avverbio comparat. di ῥᾴδιος: facile), E CHE PIÙ SALDAMENTE I DECLIVI AVREBBERO PERCORSO/SI SAREBBERO MOSSI VERSO IL BASSO (ἀσφαλέστερον δὲ πρανῆ καταβαίνειν; πρανής/πρηνής: piegato verso il basso; τὰ πρανῆ: i declivi), E CHE AVREBBERO SALTATO IN LUNGO (καὶ πηδῆσαι) E CHE AVREBBERO SALTATO VERSO L’ALTO (δὲ καὶ ἀναθορεῖν->infinito aoristo da ἀναθ-ρῳσκω: “salto verso l’alto”) E CHE AVREBBERO CORSO PIÙ VELOCEMENTE (καὶ δραμεῖν θᾶττον->avverbio comparat. di ταχύς: veloce) PRIVI DI SCARPE (ἀνυπόδητον; avverbio), SE (CIASCUNO…) AVESSE ESERCITATO I PIEDI (εἰ ἠσκηκὼς εἴη τοὺς πόδας; ἠσκηκὼς εἴη: letteralm.: fosse essendosi esercitato= se avesse esercitato, se si fosse tenuto in esercizio; τοὺς πόδας: accus. di relazione), ANZICHÉ CALZATO (ἢ ὑποδεδεμένον->neutro sing. part. perfetto passivo da ὑποδέω: “attacco sotto”).
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[4] καὶ ἀντί γε τοῦ ἱματίοις διαθρύπτεσθαι ἐνόμιζεν ἑνὶ ἱματίῳ δι᾽ ἔτους προσεθίζεσθαι, νομίζων οὕτως καὶ πρὸς ψύχη καὶ πρὸς θάλπη ἄμεινον ἂν παρεσκευάσθαι.
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E ANZICHÉ INDEBOLIRE/SVIGORIRE COI VESTITI (I RAGAZZI…) (καὶ ἀντί γε τοῦ διαθρύπτεσθαι ἱματίοις) (LICURGO…) RITENNE GIUSTO ABITUAR(LI) (ἐνόμιζεν προσεθίζεσθαι) A UN SOLO VESTITO DURANTE (TUTTO…) L’ANNO (ἑνὶ ἱματίῳ δι᾽ ἔτους), RITENENDO COSÌ E PER IL FREDDO E PER IL CALDO DI MEGLIO APPRONTAR(LI)/PREPARARLI// RITENENDO CHE IN TAL MODO LI AVREBBE RESI PIÙ RESISTENTI AL FREDDO E AL CALDO (νομίζων οὕτως καὶ πρὸς ψύχη καὶ πρὸς θάλπη ἄμεινον ἂν παρεσκευάσθαι; ψύχη e θάλπη sono due accus. neutri sing. da ψῦχος e θάλπος, τὸ: freddo e caldo).
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Testo tradotto con integrazioni greche:
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1. Ora che ho esposto il modo in cui gli uomini nascono (περὶ γενέσεως ἐξήγημαι), voglio illustrare anche l’educazione che ricevono gli uni e gli altri (τὴν παιδείαν ἑκατέρων σαφηνίσαι).
Quelli fra gli altri Greci che proclamano di educare nel miglior modo i figli fanno così: appena questi sono in grado di comprendere le parole pronunciate (τὰ λεγόμενα ξυνιῶσιν), subito li affidano a dei servi “pedagoghi” e li mandano dai maestri a imparare (πέμπουσιν εἰς διδασκάλων μαθησομένους) scrittura e lettura, musica e attività fisiche. Inoltre essi rendono delicati (ἁπαλύνουσι) i loro piedi facendo loro calzare delle scarpe, mentre ne indeboliscono il corpo facendo loro cambiare le vesti; quanto al cibo, fanno conto che ne serva quanto necessario a riempire loro lo stomaco (σίτου γε μὴν αὐτοῖς γαστέρα μέτρον νομίζουσιν).
2. Invece Licurgo, anziché consentire che ciascuno affidasse i suoi figli a schiavi “pedagoghi”, affidò l’autorità sui ragazzi a un uomo scelto dal gruppo di quelli che accedono alle più alte cariche dello stato, chiamato “paidonòmos”; gli diede la facoltà di radunare i ragazzi e, controllando se qualcuno mostrasse di trascurare il suo dovere, di punirlo con severità. Gli affidò anche, come assistenti con la frusta, alcuni dei ragazzi più grandi, i quali, in caso di necessità, avrebbero dovuto mettere in atto i castighi (ὅπως τιμωροῖεν ὁπότε δέοι), in modo tale che in quell’ambiente fossero presenti rispetto e obbedienza (ὥστε πολλὴν μὲν αἰδῶ, πολλὴν δὲ πειθὼ ἐκεῖ συμπαρεῖναι).
3. Anziché rammollire i piedi con l’uso delle scarpe, diede disposizioni perché li indurissero camminando scalzi (ἔταξεν ἀνυποδησίᾳ κρατύνειν), pensando che, se avessero praticato un simile esercizio, ognuno avrebbe avuto molto più agio nel compiere scalate e molta più sicurezza nello scendere (πολὺ μὲν ῥᾷον ἂν ὀρθιάδε ἐκβαίνειν, ἀσφαλέστερον δὲ πρανῆ καταβαίνειν), e che avrebbe fatto salti in avanti, balzi in alto e corse molto più veloci da scalzo – a patto di avere i piedi esercitati – che indossando scarpe.
4. Invece di renderli delicati con mantelli giudicò opportuno per loro abituarsi ad avere un solo mantello tutto l’anno (ἐνόμιζεν ἑνὶ ἱματίῳ δι᾽ ἔτους προσεθίζεσθαι), ritenendo che sarebbero stati meglio attrezzati sia contro il freddo che contro il caldo.
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