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Immagine del redattoreAdriano Torricelli

L’invenzione delle arti – Platone; Fedro 274c-275a

Ἤκουσα τοίνυν περὶ Ναύκρατιν τῆς Αἰγύπτου γενέσθαι τῶν ἐκεῖ παλαιῶν τινα θεῶν, οὗ καὶ τὸ ὄρνεον ἱερὸν ὃ δὴ καλοῦσιν Ἶβιν· αὐτῷ δὲ ὄνομα τῷ δαίμονι εἶναι Θεύθ. τοῦτον δὴ πρῶτον ἀριθμόν τε καὶ λογισμὸν εὑρεῖν καὶ γεωμετρίαν καὶ ἀστρονομίαν, ἔτι δὲ πεττείας τε καὶ κυβείας, καὶ δὴ καὶ γράμματα. βασιλέως δ' αὖ τότε ὄντος Αἰγύπτου ὅλης Θαμοῦ περὶ τὴν μεγάλην πόλιν τοῦ ἄνω τόπου ἣν οἱ Ἕλληνες Αἰγυπτίας Θήβας καλοῦσι, καὶ τὸν θεὸν Ἄμμωνα, παρὰ τοῦτον ἐλθὼν ὁ Θεὺθ τὰς τέχνας ἐπέδειξεν, καὶ ἔφη δεῖν διαδοθῆναι τοῖς ἄλλοις Αἰγυπτίοις· ὁ δὲ ἤρετο ἥντινα ἑκάστη ἔχοι ὠφελίαν, διεξιόντος δέ, ὅτι καλῶς ἢ μὴ καλῶς δοκοῖ λέγειν, τὸ μὲν ἔψεγεν, τὸ δ' ἐπῄνει. πολλὰ μὲν δὴ περὶ ἑκάστης τῆς τέχνης ἐπ' ἀμφότερα Θαμοῦν τῷ Θεὺθ λέγεται ἀποφήνασθαι, ἃ λόγος πολὺς ἂν εἴη διελθεῖν.


TRADUZIONE E COMMENTO


Ἤκουσα τοίνυν περὶ Ναύκρατιν τῆς Αἰγύπτου γενέσθαι τῶν ἐκεῖ παλαιῶν τινα θεῶν, οὗ καὶ τὸ ὄρνεον ἱερὸν ὃ δὴ καλοῦσιν Ἶβιν· [Ἤκουσα, sottint.] αὐτῷ δὲ ὄνομα τῷ δαίμονι εἶναι Θεύθ.

Ho sentito (Ἤκουσα è 1^ pers. sing. aor. attivo di ἀκούω: sento) dunque che presso Naucrati di (in) Egitto vi è uno (τινα) degli antichi dei di là (τῶν ἐκεῖ παλαιῶν θεῶν) al quale (οὗ= letter.: del quale, che si lega a ἱερὸν, aggettivo che vuole il genitivo e non il dativo: “sacro di”, non “sacro a”) (è, sottint.) sacro anche l’uccello che chiamano Ibis; il nome di questo dio (ho sentito, sott.) che è Teut (letter., “a questo demone il nome è Teut”).


[Ἤκουσα, sottint.] τοῦτον δὴ πρῶτον ἀριθμόν τε καὶ λογισμὸν εὑρεῖν καὶ γεωμετρίαν καὶ ἀστρονομίαν, ἔτι δὲ πεττείας τε καὶ κυβείας, καὶ δὴ καὶ γράμματα.

(Ho sentito, sott.) che questi per primo scoprì (εὑρεῖν: inf. att. aor. di εὐρίσκω: trovo, scopro) il numero e il calcolo, e la geometria e l’astronomia, e ancora (ἔτι δὲ) i giochi da tavolo e i dadi, e di certo anche (καὶ δὴ καὶ) la grammatica.


βασιλέως δ' αὖ τότε ὄντος Αἰγύπτου ὅλης Θαμοῦ περὶ τὴν μεγάλην πόλιν τοῦ ἄνω τόπου ἣν οἱ Ἕλληνες Αἰγυπτίας Θήβας καλοῦσι, καὶ τὸν θεὸν Ἄμμωνα, παρὰ τοῦτον ἐλθὼν ὁ Θεὺθ τὰς τέχνας ἐπέδειξεν, καὶ ἔφη δεῖν διαδοθῆναι τοῖς ἄλλοις Αἰγυπτίοις·

Quando poi era re (βασιλέως ὄντος, gen. assol.) dell’intero Egitto (=la regione dell’Egitto: Αἰγύπτος, non lo stato: ὁ Αἰγύπτος) Tamo presso la grande città della zona alta (τοῦ ἄνω τόπου; ἄνω=in alto, su) che i Greci chiamano Tebe Egizia (nota che Αἰγυπτίας e Θήβας sono due accus. plurali), e il (cui, sott.) dio (chiamano, sott.) Ammone, essendo guinto da questi (=Tamo) Teut mostrò (a lui, sott.) le tecniche e disse che bisognava che fossero date (δια-δοθῆναι: inf. aor. pass. da δια-δίδωμι) agli altri Egizi.


ὁ δὲ ἤρετο ἥντινα ἑκάστη ἔχοι ὠφελίαν, διεξιόντος δέ, ὅτι καλῶς ἢ μὴ καλῶς δοκοῖ λέγειν, τὸ μὲν ἔψεγεν, τὸ δ' ἐπῄνει.

Egli (ὁ=Tamo) chiese (ἤρετο, 3^ sing. att. imperfetto di ἕρομαι, forma epica di εἵρομαι: chiedo) quale utilità avesse ciascuna (tecnica, sott.); e mentre Teut illustrava (διεξιόντος è genitivo assol., il cui unico soggetto possibile è Teut; διεξ-ιόντος è part. att. gen. pres. da διέξειμι: vado attraverso, illustro), quel che di bello o non bello (a Tamo, sott.) sembrava che (Teut, sott.) dicesse, in parte/alcune cose (τὸ μὲν) criticava, in parte/alcune cose (τὸ δ') approvava.


[[ NOTA SU COSTRUZ. SINTATTICA di διεξιόντος δέ, ὅτι καλῶς ἢ μὴ καλῶς δοκοῖ λέγειν, τὸ μὲν ἔψεγεν, τὸ δ' ἐπῄνει. (*) Proposizioni principali: τὸ μὲν ἔψεγεν, τὸ δ' ἐπῄνει ("alcune cose criticava, altre approvava"...) (1^) proposiz. dipendente di 1' grado: διεξιόντος (..."mentre lui (Teut) illustrava/passava attraverso (l'argomento trattato")...; è ovviamente un genitivo assoluto!) (2^) proposiz. dipendente di 1' grado: (la prop. principale da cui è retta è: "criticava o approvava ciò")-> "il quale apparisse (a Tamo, sott.) bene o non bene" ὅτι καλῶς ἢ μὴ καλῶς δοκοῖ (2') infinitiva dipendente di 2' grado: λέγειν "(Teut) dire", ovvero: "il fatto che (Teut) dicesse."

]]


πολλὰ μὲν δὴ περὶ ἑκάστης τῆς τέχνης ἐπ' ἀμφότερα Θαμοῦν τῷ Θεὺθ λέγεται ἀποφήνασθαι, ἃ λόγος πολὺς ἂν εἴη διελθεῖν.

Si dice che Tamo mostrasse molte cose in entrambe le direzioni (ἐπ' ἀμφότερα) a Teut, che implicherebbero (letter., sarebbero) un lungo discorso per illustrarle (letteralm., passarci attraverso).


Traduzione professionale:


Ho sentito dunque che presso Naucrati d'Egitto c'era uno degli antichi dèi di là, al quale era anche sacro l'uccello che chiamano appunto Ibis; e il dio stesso aveva nome Theuth. (Ho sentito che) questi appunto inventò dapprima il numero e il calcolo e la geometria e l'astronomia, e inoltre i giochi della scacchiera e dei dadi, e certo anche la scrittura. E poi, essendo allora re di tutto l'Egitto Thamo presso la grande città della regione superiore che i Greci chiamano Tebe Egizia, e il dio (chiamano) Ammone, Theuth, recatosi da lui, (gli) mostrò le (proprie) arti e disse che bisognava che fossero distribuite agli altri Egizi; ed egli chiese quale utilità avesse ciascuna (di esse), e mentre Theuth le passava in rassegna, ciò che (gli) sembrava dire bene o non bene, qualcosa disapprovava, qualcosa invece lodava. Molte cose si dice dunque che Thamo dichiarò nell'uno e nell'altro senso a Theuth su ciascuna arte, cose che sarebbe lungo discorso elencare

Da: http://www.poesialatina.it/_ns/Greek/tt2/Platone/Theuth.html

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