L’ORIGINE DEL NOME DELLA CITTÀ DI “ROMA”
(Plutarco: Vita di Romolo, 1)
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Un delizioso racconto, posto subito all’inizio della Vita di Romolo di Plutarco, dei fatti (ipotetici) che portarono alla nascita di Roma e alla scelta del suo nome.
Sono due le storie qui narrate: secondo la prima Roma sarebbe stata fondata dai Pelasgi, dopo un lungo errare per mare nel corso del quale essi sottomisero molti popoli (…ἐπὶ πλεῖστα τῆς οἰκουμένης πλανηθέντας ἀνθρώπων τε πλείστων κρατήσαντας); il nome Roma allora, alluderebbe alla loro forza (ῥώμη in greco significa infatti “forza”!)
Secondo l’altra invece, più curiosa e divertente, Roma fu fondata a causa dell’indolenza delle donne profughe di Troia, riottose ad affrontare altri viaggi in mare, e disposte perciò ad incendiare le navi dei loro uomini. Proprio per questo – continua il racconto – questi ultimi furono costretti a insediarsi nella zona dove sorge oggi la città di Roma. Ironia della sorte però, essi, pur inizialmente furiosi con le loro donne (πρῶτον μὲν ἀγανακτεῖν τοὺς ἄνδρας), scoprirono in seguito che la zona in cui si trovavano era fertile e i vicini amichevoli (…ἀγαθῆς τε πειρώμενοι χώρας καὶ δεχομένων αὐτοὺς τῶν προσοίκων), ragion per cui rivalutarono colei che aveva lanciato l’idea di incendiare le navi, una certa Roma appunto (…Ῥώμην ὄνομα), dedicandole così il nome della città stessa!
Chiude il racconto una nota antropologica e di costume: l’uso delle donne romane di salutare i loro uomini baciandoli (τὸ τοὺς συγγενεῖς τὰς γυναῖκας καὶ οἰκείους ἄνδρας ἀσπάζεσθαι τοῖς στόμασι), deriverebbe dal fatto che le donne, per ingraziarsi i loro compagni e parenti subito dopo l’incendio delle navi, scongiurandone l’ira, li baciassero.
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Testo originale:
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1. τὸ μέγα τῆς Ῥώμης ὄνομα καὶ δόξῃ διὰ πάντων ἀνθρώπων κεχωρηκὸς ἀφ᾽ ὅτου καὶ δι᾽ ἣν αἰτίαν τῇ πόλει γέγονεν, οὐχ ὡμολόγηται παρὰ τοῖς συγγραφεῦσιν, ἀλλ᾽ οἱ μὲν Πελασγούς, ἐπὶ πλεῖστα τῆς οἰκουμένης πλανηθέντας ἀνθρώπων τε πλείστων κρατήσαντας, αὐτόθι κατοικῆσαι, καὶ διὰ τὴν ἐν τοῖς ὅπλοις ῥώμην οὕτως ὀνομάσαι τὴν πόλιν, [2] οἱ δὲ Τροίας ἁλισκομένης διαφυγόντας ἐνίους καὶ πλοίων ἐπιτυχόντας ὑπὸ πνευμάτων τῇ Τυρρηνίᾳ προσπεσεῖν φερομένους, καὶ περὶ τὸν Θύμβριν ποταμὸν ὁρμίσασθαι: ταῖς δὲ γυναιξὶν αὐτῶν, ἀπορουμέναις ἤδη καὶ δυσανασχετούσαις πρὸς τὴν θάλασσαν, ὑποθέσθαι μίαν, ἣ καὶ γένει προὔχειν καὶ φρονεῖν ἐδόκει μάλιστα, Ῥώμην ὄνομα, καταπρῆσαι τὰ πλοῖα. [3] πραχθέντος δὲ τούτου, πρῶτον μὲν ἀγανακτεῖν τοὺς ἄνδρας, ἔπειτα δι᾽ ἀνάγκην ἱδρυνθέντας περὶ τὸ Παλλάντιον, ὡς ὀλίγῳ χρόνῳ κρεῖττον ἐλπίδος ἔπραττον, ἀγαθῆς τε πειρώμενοι χώρας καὶ δεχομένων αὐτοὺς τῶν προσοίκων, ἄλλην τε τιμὴν ἀπονέμειν τῇ Ῥώμῃ καὶ τὴν πόλιν ἀπ᾽ αὐτῆς ὡς αἰτίας προσαγορεύειν. [4] ἐξ ἐκείνου τε παραμένειν λέγουσι τὸ τοὺς συγγενεῖς τὰς γυναῖκας καὶ οἰκείους ἄνδρας ἀσπάζεσθαι τοῖς στόμασι: καὶ γὰρ ἐκείνας, ὅτε τὰ πλοῖα κατέπρησαν, οὕτως ἀσπάζεσθαι καὶ φιλοφρονεῖσθαι τοὺς ἄνδρας, δεομένας αὐτῶν καὶ παραιτουμένας τὴν ὀργήν.
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(https://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A2008.01.0079%3Achapter%3D1)
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Testo tradotto:
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[1] Da chi e per quale ragione sia stato dato alla città di Roma questo grande nome, diffusosi per la sua fama fra tutti gli uomini, non c'è accordo fra gli storici. Alcuni dicono che i Pelasgi, dopo aver errato per la maggior parte del mondo e aver sottomesso moltissimi popoli, s'insediarono in questa regione e per la loro forza [rhome] nelle armi così chiamarono la città. Altri narrano che, presa Troia, alcuni uomini di quella città riuscirono a fuggire e a imbarcarsi. Spinti dai venti, capitarono sulle coste tirrene e approdarono presso la foce del fiume Tevere. [2] Essendo le loro donne ormai affaticate e mal disposte a riprendere il mare, una di esse, di nome Roma, la quale sembrava eccellere su tutte le altre per nobiltà e saggezza, suggerì di dar fuoco alle navi. Ciò fatto, dapprima gli uomini si sdegnarono contro di loro, ma poi, stabilitisi per necessità nei pressi del Pallanteo, in poco tempo vennero a trovarsi in condizioni migliori di quanto si aspettassero. Sperimentata la fertilità del terreno e ben accolti dai vicini, non solo tributarono a Roma altri onori, ma dettero alla città il nome di lei, in quanto era stata la causa della sua fondazione. [3] Dicono che da allora nascesse l'uso delle donne romane, uso ancora in vigore, di salutare i loro congiunti e i loro mariti baciandoli. Quando infatti quelle dettero fuoco alle navi, così salutarono e si accattivarono i loro mariti, pregandoli e cercando di placare la loro ira.
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(http://www.tecalibri.info/P/PLUTARCO_vite.htm)
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Testo greco spiegato:
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τὸ μέγα τῆς Ῥώμης ὄνομα καὶ δόξῃ διὰ πάντων ἀνθρώπων κεχωρηκὸς ἀφ᾽ ὅτου καὶ δι᾽ ἣν αἰτίαν τῇ πόλει γέγονεν, οὐχ ὡμολόγηται παρὰ τοῖς συγγραφεῦσιν,
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RIGUARDO AL GRANDE NOME DI ROMA (τὸ μέγα τῆς Ῥώμης ὄνομα: accusativo di relazione, “in relazione al nome…”) NON VI È STATO ACCORDO/DA SEMPRE NON VI È ACCORDO PRESSO COLORO CHE SCRIVONO ASSIEME (DEL MEDESIMO ARGOMENTO…)/PRESSO GLI STORICI (οὐχ ὡμολόγηται παρὰ τοῖς συγγραφεῦσιν), ESSENDOSI RITIRATO (κεχωρηκὸς: partic. attivo perfetto di χωρέω: arretro, mi allontano; quindi: “essendosi oramai allontanato”, riferito al nome di Roma!…) ANCHE NELL’OPINIONE TRA GLI UOMINI/NELLA MEMORIA UMANA (καὶ δόξῃ διὰ πάντων ἀνθρώπων) DA CHI (ἀφ᾽ ὅτου: genit. sing. masch. di ὅστις: “chiunque” (pronome indefinito) o, come qui, “chi” nelle interrogative indirette) E QUANTO ALLA CAUSA/LA CAUSA PER LA QUALE (καὶ αἰτίαν δι᾽ ἣν; αἰτίαν: un altro accusat. di relazione: “essendosi allontanato il nome di Roma riguardo alla causa (αἰτίαν) per la quale…)) ALLA CITTÀ (TALE NOME…) FU DATO (τῇ πόλει γέγονεν).
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ἀλλ᾽ οἱ μὲν Πελασγούς, ἐπὶ πλεῖστα τῆς οἰκουμένης πλανηθέντας ἀνθρώπων τε πλείστων κρατήσαντας, αὐτόθι κατοικῆσαι, καὶ διὰ τὴν ἐν τοῖς ὅπλοις ῥώμην οὕτως ὀνομάσαι τὴν πόλιν,
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MA GLI UNI/ALCUNI (ἀλλ᾽ οἱ μὲν) (SOSTENGONO CHE…; il λέγουσι, che regge le successive infinitive, rimane qui implicito…) CHE I PELASGI, AVENDO VAGATO (Πελασγούς, πλανηθέντας->partic. acc. plur. masch. aoristo di πλανάω: fuorvio; faccio errare; al passivo: vado vagando) IN MOLTISSIMI (POSTI…) DELLA (TERRA…) ABITATA (ἐπὶ πλεῖστα τῆς (γῆς…) οἰκουμένης) E MOLTISSIMI UOMINI/MOLTISSIMI POPOLI AVENDO SOTTOMESSO (ἀνθρώπων τε πλείστων κρατήσαντας), LÌ (CIOÈ, DOVE SORGE ROMA…) SI STABILIRONO (αὐτόθι κατοικῆσαι), E PER LA (LORO…) FORZA (καὶ ῥώμην) NELLE ARMI/NELLA GUERRA (διὰ τὴν ἐν τοῖς ὅπλοις) COSÌ/IN TAL MODO (CIOÈ, ROMA) CHIAMARONO LA CITTÀ (οὕτως ὀνομάσαι τὴν πόλιν).
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οἱ δὲ Τροίας ἁλισκομένης διαφυγόντας ἐνίους καὶ πλοίων ἐπιτυχόντας ὑπὸ πνευμάτων τῇ Τυρρηνίᾳ προσπεσεῖν φερομένους, καὶ περὶ τὸν Θύμβριν ποταμὸν ὁρμίσασθαι:
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ALTRI (SOSTENGONO…) (οἱ δὲ…+ infinitive) CHE, ESSENDO SCONFITTA/INVASA TROIA (Τροίας ἁλισκομένης), FUGGENDO ALCUNI (DELLA CITTÀ…) E RAGGIUNGENDO LE NAVI/CERCANDO SALVEZZA NELLE NAVI (διαφυγόντας ἐνίους καὶ πλοίων ἐπιτυχόντας), ESSENDO PORTATI DAI VENTI/ANDANDO ALLO SBARAGLIO GUIDATI DAI VENTI (ὑπὸ πνευμάτων φερομένους) CADESSERO/SI RITROVASSERO NEL TIRRENO (τῇ Τυρρηνίᾳ προσπεσεῖν), E NEI PRESSI DEL FIUME TEVERE SI ORMEGGIASSERO (καὶ περὶ τὸν Θύμβριν ποταμὸν ὁρμίσασθαι).
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ταῖς δὲ γυναιξὶν αὐτῶν, ἀπορουμέναις ἤδη καὶ δυσανασχετούσαις πρὸς τὴν θάλασσαν, ὑποθέσθαι μίαν, ἣ καὶ γένει προὔχειν καὶ φρονεῖν ἐδόκει μάλιστα, Ῥώμην ὄνομα, καταπρῆσαι τὰ πλοῖα.
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ALLE DONNE DI QUESTI (ταῖς δὲ γυναιξὶν αὐτῶν), SCORAGGIATE ORAMAI E INFASTIDITE DI FRONTE AL MARE/RIOTTOSE AL PENSIERO DI AFFRONTARE ANCORA IL MARE (ἀπορουμέναις ἤδη καὶ δυσανασχετούσαις πρὸς τὴν θάλασσαν), (DICONO CHE…) SUGGERISSE UNA (DI LORO…) (ὑποθέσθαι μίαν), LA QUALE SEMBRAVA MASSIMAMENTE/MOLTO (ἣ καὶ ἐδόκει μάλιστα) E PER STIRPE STARE AVANTI (ALLE ALTRE…) E PENSARE MEGLIO (γένει προὔχειν καὶ φρονεῖν), ROMA QUANTO AL NOME/DI NOME ROMA (Ῥώμην ὄνομα; ὄνομα: altro accusativo di relazione, “quanto al nome”), DI INCENDIARE LE NAVI (καταπρῆσαι τὰ πλοῖα).
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πραχθέντος δὲ τούτου, πρῶτον μὲν ἀγανακτεῖν τοὺς ἄνδρας, ἔπειτα δι᾽ ἀνάγκην ἱδρυνθέντας περὶ τὸ Παλλάντιον, ὡς ὀλίγῳ χρόνῳ κρεῖττον ἐλπίδος ἔπραττον, ἀγαθῆς τε πειρώμενοι χώρας καὶ δεχομένων αὐτοὺς τῶν προσοίκων, ἄλλην τε τιμὴν ἀπονέμειν τῇ Ῥώμῃ καὶ τὴν πόλιν ἀπ᾽ αὐτῆς ὡς αἰτίας προσαγορεύειν.
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ESSENDO STATA FATTA QUESTA COSA/UNA VOLTA COMPIUTA QUESTA AZIONE (πραχθέντος δὲ τούτου), IN PRIMO LUOGO (πρῶτον) (DICONO CHE…) SI ADIRASSERO GLI UOMINI (ἀγανακτεῖν τοὺς ἄνδρας), IN SEGUITO (ἔπειτα) ESSENDOSI INSEDIATI PER NECESSITÀ INTORNO AL PALLANTIO (δι᾽ ἀνάγκην ἱδρυνθέντας περὶ τὸ Παλλάντιον), POICHÉ IN POCO TEMPO (ὡς ὀλίγῳ χρόνῳ)/FECERO QUALCOSA DI MEGLIO/UN MIGLIORAMENTO DI SPERANZA//CREBBE LA LORO SPERANZA (ἔπραττον κρεῖττον ἐλπίδος), SPERIMENTANDO (πειρώμενοι) SIA UNA REGIONE OTTIMA/MOLTO FERTILE SIA DEI VICINI (ἀγαθῆς τε χώρας καὶ τῶν προσοίκων) ACCOGLIENTI ESSI/AMICHEVOLI (δεχομένων αὐτοὺς), (DICONO CHE…) UN ALTRO VALORE ATTRIBUIRONO A ROMA (ἄλλην τε τιμὴν ἀπονέμειν τῇ Ῥώμῃ) E LA CITTÀ DA ESSA/COL SUO NOME (καὶ τὴν πόλιν ἀπ᾽ αὐτῆς), IN QUANTO CAUSA (DEL LORO INSEDIAMENTO…) (ὡς αἰτίας), PROCLAMARONO/CHIAMARONO (προσαγορεύειν).
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ἐξ ἐκείνου τε παραμένειν λέγουσι τὸ τοὺς συγγενεῖς τὰς γυναῖκας καὶ οἰκείους ἄνδρας ἀσπάζεσθαι τοῖς στόμασι: καὶ γὰρ ἐκείνας, ὅτε τὰ πλοῖα κατέπρησαν, οὕτως ἀσπάζεσθαι καὶ φιλοφρονεῖσθαι τοὺς ἄνδρας, δεομένας αὐτῶν καὶ παραιτουμένας τὴν ὀργήν.
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E DA QUELLO/DA ALLORA DICONO (ἐξ ἐκείνου τε λέγουσι) CHE RIMANE (παραμένειν) IL SALUTARE LE DONNE (τὸ ἀσπάζεσθαι τὰς γυναῖκας->è il soggetto dell’infinitiva) I PARENTI E I FAMILIARI CON LE BOCCHE/BACIANDOLI (τοὺς συγγενεῖς καὶ οἰκείους ἄνδρας τοῖς στόμασι); E INFATTI (DICONO…) CHE QUELLE, POICHÉ AVEVANO INCENDIATO LE NAVI (καὶ γὰρ ἐκείνας, ὅτε τὰ πλοῖα κατέπρησαν), COSÌ/IN TAL MODO SALUTAVANO E SI INGRAZIAVANO GLI UOMINI (οὕτως ἀσπάζεσθαι καὶ φιλοφρονεῖσθαι τοὺς ἄνδρας), AVENDO BISOGNO DI ESSI E SCONGIURANDO(NE)/VOLENDO SCONGIURAR(NE) L’IRA (δεομένας αὐτῶν καὶ παραιτουμένας τὴν ὀργήν).
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