De vita beata (Seneca; XVI)
XVI. 1 Ergo in virtute posita est vera felicitas. Quid haec tibi virtus saudebit? Ne quid aut bonum malum existimes quod nec virtute nec malitia continget. Deinde ut sis immobilis et contra malum et ex bono, ut qua fas est deum ef ingas. 2 Quid tibi pro hac expeditione promittit? Ingentia et aequa divinis: nihil cogeris, nullo indigebis; liber eris, tutus, indemnis; nihil frustra temptabis, nihil prohibeberis; omnia tibi ex sententia cedent, nihil adversum accidet, nihil contra opinionem ac voluntatem. 3 – Quid ergo? Virtus ad beate vivendum suf icit? – Perfecta illa et divina quidni suf iciat, immo superfluat? Quid enim deesse potest extra desiderium omnium posito? Quid extrinsecus opus est ei qui omnia sua in se collegit? Sed ei qui ad virtutem tendit, etiam si multum processit, opus est aliqua fortunae indulgentia adhuc inter humana luctanti, dum nodum illum exsolvit et omne vinculum mortale. Quid ergo interest? Quod arte alligati sunt alii, adstricti, [alii] districti quoque; hic qui ad superiora progressus est et se altius extulit laxam catenam trahit nondum liber, iam tamen pro libero.
TRADUZIONE CON NOTE:
XVI. 1 Ergo in virtute posita est vera felicitas.
DUNQUE NELLA VIRTU' RISIEDE LA VERA FELICITA'.
Quid haec tibi virtus saudebit?
COSA TI CONSIGLIERA' QUESTA VIRTU'?
Ne quid aut bonum malum existimes quod nec virtute nec malitia continget.
DI NON CONSIDERARE BENE CIO' CHE NON ABBIA CONTATTO CON LA VIRTU' ( Ne (AFFINCHE' NON) quid (QUALCOSA) aut bonum existimes quod (IL QUALE) nec virtute continget) NE' MALE CIO' CHE NON ABBIA CONTATTO CON LA MALVAGITA'. (Ne quid malum existimes quod nec malitia continget .)
Deinde ut sis immobilis et contra malum et ex bono, ut qua fas est deum effingas.
QUINDI CHE TU SIA IRREMOVIBILE CONTRO IL MALE E A FAVORE DEL BENE (ex bono), CHE TU IMITI PER QUANTO POSSIBILE (qua fas est=(nella misura, sott.) in cui (qua) è possibile (fas est)) IL DIO.
2 Quid tibi pro hac expeditione promittit?
COSA TI PROMETTE IN CAMBIO DI QUELLA DISPOSIZIONE DELL'ANIMA?
Ingentia et aequa divinis: nihil cogeris, nullo indigebis; liber eris, tutus, indemnis; nihil frustra temptabis, nihil prohibeberis; omnia tibi ex sententia cedent, nihil adversum accidet, nihil contra opinionem ac voluntatem.
DONI INGENTI E EGUALI ALLE PREROGATIVE DIVINE: A NULLA SARAI SPINTO (nihil cogeris=nihil cogeberis), DI NULLA SARAI CARENTE; SARAI LIBERO, INTERO, INDENNE; NULLA TENTERAI INUTILMENTE, NULLA TI SARA' PROIBITO (nihil prohibeberis=IN NULLA SARAI SOGGETTO A PROIBIZIONE/INCAPACITA'); TUTTE LE COSE AVVERRANNO SECONDO LA TUA DECISIONE (tibi ex sententia cedent: A TE CEDERANO PER SENTENZA), NULLA DI AVVERSO ACCADRA', NULLA CONTRO LA (TUA...) OPINIONE O VOLONTA'.
3 – Quid ergo? Virtus ad beate vivendum sufficit?
COSA DUNQUE? LA VIRTU' BASTA PER VIVERE (ad vivendum) FELICEMENTE?
– Perfecta illa et divina quidni sufficiat, immo superfluat?
PERCHE' NON (quidni) DOVREBBE BASTARE (sufficiat) ESSA, PERFETTA E DIVINA, E PERFINO (immo) (NON...) DOVREBBE ESSERE SOVRABBONDANTE (superfluat)?
Quid enim deesse potest extra desiderium omnium posito?
COSA INFATTI PUO' MANCARE UNA VOLTA CHE IL DESIDERIO DI TUTTE LE COSE E' STATO ABBANDONATO? (...extra desiderium omnium (OLTRE AL DESIDERIO DI TUTTE LE COSE) posito (sott.: desiderio->UNA VOLTA DEPOSTO IL DESIDERIO)).
Quid extrinsecus opus est ei qui omnia sua in se collegit?
COSA (PROVENIENTE...) DA FUORI (extrinsecus: avv.) E' NECESSARIO (opus est) A COLUI CHE (ei qui) TUTTE LE SUE COSE TROVA (collegit=colligit) IN SE STESSO?
Sed ei qui ad virtutem tendit, etiam si multum processit, opus est aliqua fortunae indulgentia adhuc inter humana luctanti, dum nodum illum exsolvit et omne vinculum mortale.
MA A COLUI CHE TENDE ALLA VIRTU', ANCHE SE HA FATTO GRANDI PROGRESSI (multum processit), E' D'UOPO UN QUALCHE AIUTO DELLA FORTUNA FINCHE' SI AFFATICA (adhuc luctanti->partic. att. da luctor; al dativo perché riferito a "ei") TRA LE COSE UMANE, FINO A QUANDO (dum) SCIOGLIERA' QUEL NODO E OGNI LEGAME MORTALE.
Quid ergo interest?
COSA (LI...) DIFFERENZIA (interest: E' DI DIVERSO (TRA I DUE: IL VIRTUOSO E L'UOMO COMUNE)) QUINDI?
Quod arte alligati sunt alii, adstricti, [alii] districti quoque; hic qui ad superiora progressus est et se altius extulit laxam catenam trahit nondum liber, iam tamen pro libero.
IL FATTO CHE (Quod) ALCUNI SONO TRATTENUTI DALL'ARTE, IRRIGIDITI (DA ESSA...), ALTRI PERSINO DILANIATI; (MA...) COSTUI IL QUALE E' PROGREDITO FINO ALLE REALTA' SUPERIORI E SI E' INNALZATO PIU' IN ALTO (DEI PRIMI...), PUR NON ANCORA LIBERO (nodum liber) TRASCINA UNA CATENA MENO RIGIDA (laxam: larga), (QUASI...) GIA' TUTTAVIA COME SE FOSSE LIBERO (pro libero: a modo di un (individuo) libero).
TRADUZIONE LIBERA:
XVI. La vera felicità, dunque, risiede nella virtù, la quale ci consiglia di giudicare come bene solo ciò che deriva da lei e come male ciò che proviene invece dal suo contrario, la malvagità. Poi, di essere imperturbabili, sia di fronte al male che di fronte al bene, in modo da riprodurre in noi, per quanto è possibile, Dio. Quale premio per questa impresa la virtù ci promette privilegi immensi, simili a quelli divini: nessuna costrizione, nessun bisogno, libertà totale, assoluta, sicurezza, inviolabilità; non tenteremo nulla che non sia realizzabile, niente ci sarà impedito, né potrà accaderci alcunché che non sia conforme al nostro pensiero, niente di avverso, niente d’imprevisto o contro la nostra volontà. «Cosa?», mi dirai. «La virtù basta per vivere felici?» E come potrebbe non bastare, quand’è perfetta e divina? Anzi, è più che sufficiente. Che può mancare, infatti, a chi si trova fuori da ogni desiderio? Non può venirgli nulla dall’esterno, quando ha già tutto dentro di sé. «Ma chi procede verso la virtù», replicherai, «anche se ha fatto molta strada, dev’essere un po’ aiutato dalla fortuna, fintantoché si dibatte tra le vicende umane, sino a che non sciolga quel nodo e non infranga ogni legame mortale. Che differenza c’è, allora, fra costui e gli altri?» Che questi sono legati solidamente, strettamente, e anche con molti nodi, a quello, invece, che si è avviato verso una dimensione superiore, spingendosi più in alto, la catena s’è allentata: egli non è ancora libero, ma è come se lo fosse.
DA http://www.edarcipelago.com/freebooks/LASfelicivita.pdf (pag. 132, 133)
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