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Immagine del redattoreAdriano Torricelli

LE LOTTE PER IL DOMINIO UNIVERSALE: DA URANO A KRONOS, DA KRONOS A ZEUS… (Apollodoro, Biblioteca: I, 1-2…)

LE LOTTE PER IL DOMINIO UNIVERSALE: DA URANO A KRONOS, DA KRONOS A ZEUS…

(Apollodoro, Biblioteca: I, 1-2…)

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Il brano iniziale della Biblioteca di Apollodoro (I-II sec. d.C.), un testo in cui sono compendiati tutti (o quasi) i miti greci.

In tale brano si racconta delle lotte per il potere avvenute tra i primi dei, o esseri semidivinii, in particolare quelle tra Urano (il primo sovrano del Cosmo), Crono (suo figlio e secondo sovrano) e Zeus (figlio di quest’ultimo e terzo sovrano), nelle quali hanno un ruolo chiave anche figure come: Gea (la Terra, moglie di Urano), Rea (moglie di Crono), i Centimani e i Titani (figli di Urano).

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Quel che colpisce leggendo questi racconti è il fatto che, nella mitologia e nella cultura arcaica dei Greci, il tema del divino non fosse in sostanza associato a quello dell’eternità. Gli dei infatti, e non solo quelli “secondari”, potevano in essa non solo decadere dal loro ruolo (come accade a Urano e a Crono, e come accadrà allo stesso Zeus) ma persino morire. Il loro potere insomma, pur assoluto, era pur sempre un potere provvisorio.

Il tema dell’eternità dunque, pur fondante per la religione ebraica, non si trova o quasi all’interno delle tradizioni religiose elleniche.

Esso emergerà nella cultura greca solo a partire dal discorso filosofico. E tuttavia – per fare un esempio – il dio “filosofico” di Aristotele, seppure appunto eterno, non possiederà caratteri “umani” o umanistici quali la volontà, la bontà, la misericordia (attribuibili invece a quello ebraico). Esso avrà una natura puramente concettuale e astratta, irriducibile a tutto ciò che nell’uomo definiamo sentimento, moralità, senso di giustizia, ecc. 

La ragione di ciò sta forse nella radice profondamente naturalistica ed empiristica di tale cultura, strutturalmente legata ai dati di fatto empirici, a ciò che è immanente e non trascendente rispetto all’uomo. Solo il discorso filosofico con cui i Greci, non accontentandosi più di narrazioni fantastiche, cercarono di spiegare razionalmente tali dati di fatto, introdusse nel loro orizzonte le Idee o i Concetti, la natura dei quali si pone intrinsecamente al di là della dimensione empirica e transitoria delle cose.

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Testo greco:

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[ I.

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1. Οὐρανὸς πρῶτος τοῦ παντὸς ἐδυνάστευσε κόσμου. γήμας δὲ Γῆν ἐτέκνωσε πρώτους τοὺς ἑκατόγχειρας προσαγορευθέντας, Βριάρεων Γύην Κόττον, οἳ μεγέθει τε ἀνυπέρβλητοι καὶ δυνάμει καθειστήκεσαν, χεῖρας μὲν ἀνὰ ἑκατὸν κεφαλὰς δὲ ἀνὰ πεντήκοντα ἔχοντες. [2] μετὰ τούτους δὲ αὐτῷ τεκνοῖ Γῆ Κύκλωπας, Ἄργην Στερόπην Βρόντην, ὧν ἕκαστος εἶχεν ἕνα ὀφθαλμὸν ἐπὶ τοῦ μετώπου. ἀλλὰ τούτους μὲν Οὐρανὸς δήσας εἰς Τάρταρον ἔρριψε (τόπος δὲ οὗτος ἐρεβώδης ἐστὶν ἐν Ἅιδου, τοσοῦτον ἀπὸ γῆς ἔχων διάστημα ὅσον ἀπ᾽ οὐρανοῦ γῆ), [3] τεκνοῖ δὲ αὖθις ἐκ Γῆς παῖδας μὲν τοὺς Τιτᾶνας προσαγορευθέντας, Ὠκεανὸν Κοῖον Ὑπερίονα Κρεῖον Ἰαπετὸν καὶ νεώτατον ἁπάντων Κρόνον, θυγατέρας δὲ τὰς κληθείσας Τιτανίδας, Τηθὺν Ῥέαν Θέμιν Μνημοσύνην Φοίβην Διώνην Θείαν. [4] ἀγανακτοῦσα δὲ Γῆ ἐπὶ τῇ ἀπωλείᾳ τῶν εἰς Τάρταρον ῥιφέντων παίδων πείθει τοὺς Τιτᾶνας ἐπιθέσθαι τῷ πατρί, καὶ δίδωσιν ἀδαμαντίνην ἅρπην Κρόνῳ. οἱ δὲ Ὠκεανοῦ χωρὶς ἐπιτίθενται, καὶ Κρόνος ἀποτεμὼν τὰ αἰδοῖα τοῦ πατρὸς εἰς τὴν θάλασσαν ἀφίησεν. ἐκ δὲ τῶν σταλαγμῶν τοῦ ῥέοντος αἵματος ἐρινύες ἐγένοντο, Ἀληκτὼ Τισιφόνη Μέγαιρα. τῆς δὲ ἀρχῆς ἐκβαλόντες τούς τε καταταρταρωθέντας ἀνήγαγον ἀδελφοὺς καὶ τὴν ἀρχὴν Κρόνῳ παρέδοσαν. [5] ὁ δὲ τούτους μὲν ἐν τῷ Ταρτάρῳ πάλιν δήσας καθεῖρξε, τὴν δὲ ἀδελφὴν Ῥέαν γήμας, ἐπειδὴ Γῆ τε καὶ Οὐρανὸς ἐθεσπιῴδουν αὐτῷ λέγοντες ὑπὸ παιδὸς ἰδίου τὴν ἀρχὴν ἀφαιρεθήσεσθαι, κατέπινε τὰ γεννώμενα. καὶ πρώτην μὲν γεννηθεῖσαν Ἑστίαν κατέπιεν, εἶτα Δήμητραν καὶ Ἥραν, μεθ᾽ ἃς Πλούτωνα καὶ Ποσειδῶνα. [6] ὀργισθεῖσα δὲ ἐπὶ τούτοις Ῥέα παραγίνεται μὲν εἰς Κρήτην, ὁπηνίκα τὸν Δία ἐγκυμονοῦσα ἐτύγχανε, γεννᾷ δὲ ἐν ἄντρῳ τῆς Δίκτης Δία. καὶ τοῦτον μὲν δίδωσι τρέφεσθαι Κούρησί τε καὶ ταῖς Μελισσέως παισὶ νύμφαις, Ἀδραστείᾳ τε καὶ Ἴδῃ. [7] αὗται μὲν οὖν τὸν παῖδα ἔτρεφον τῷ τῆς Ἀμαλθείας γάλακτι, οἱ δὲ Κούρητες ἔνοπλοι ἐν τῷ ἄντρῳ τὸ βρέφος φυλάσσοντες τοῖς δόρασι τὰς ἀσπίδας συνέκρουον, ἵνα μὴ τῆς τοῦ παιδὸς φωνῆς ὁ Κρόνος ἀκούσῃ. Ῥέα δὲ λίθον σπαργανώσασα δέδωκε Κρόνῳ καταπιεῖν ὡς τὸν γεγεννημένον παῖδα.-

2. ἐπειδὴ δὲ Ζεὺς ἐγενήθη τέλειος, λαμβάνει Μῆτιν τὴν Ὠκεανοῦ συνεργόν, ἣ δίδωσι Κρόνῳ καταπιεῖν φάρμακον, ὑφ᾽ οὗ ἐκεῖνος ἀναγκασθεὶς πρῶτον μὲν ἐξεμεῖ τὸν λίθον, ἔπειτα τοὺς παῖδας οὓς κατέπιε: μεθ᾽ ὧν Ζεὺς τὸν πρὸς Κρόνον καὶ Τιτᾶνας ἐξήνεγκε πόλεμον. μαχομένων δὲ αὐτῶν ἐνιαυτοὺς δέκα ἡ Γῆ τῷ Διὶ ἔχρησε τὴν νίκην, τοὺς καταταρταρωθέντας ἂν ἔχῃ συμμάχους: ὁ δὲ τὴν φρουροῦσαν αὐτῶν τὰ δεσμὰ Κάμπην ἀποκτείνας ἔλυσε. καὶ Κύκλωπες τότε Διὶ μὲν διδόασι βροντὴν καὶ ἀστραπὴν καὶ κεραυνόν, Πλούτωνι δὲ κυνέην, Ποσειδῶνι δὲ τρίαιναν: οἱ δὲ τούτοις ὁπλισθέντες κρατοῦσι Τιτάνων, καὶ καθείρξαντες αὐτοὺς ἐν τῷ Ταρτάρῳ τοὺς ἑκατόγχειρας κατέστησαν φύλακας. αὐτοὶ δὲ διακληροῦνται περὶ τῆς ἀρχῆς, καὶ λαγχάνει Ζεὺς μὲν τὴν ἐν οὐρανῷ δυναστείαν, Ποσειδῶν δὲ τὴν ἐν θαλάσσῃ, Πλούτων δὲ τὴν ἐν Ἅιδου. (…)

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Testo tradotto:

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1.

I. Urano (Cielo) fu il primo di tutti a presiedere all’imperio dell’universo mondo. Egli congiuntosi con Tellure (Terra) n’ebbe per primi figli i Centimani , cioè Briareo, Gige, Cottone, i quali, poiché aveano ciascheduno cento mani, e cinquanta teste, a cagione della grandezza e robustezza del corpo furono superiori ai mortali.

II. Dopo questi Tellure partorì ad Urano i Ciclopi e furono Argo, Stcrope, e Bronte, ciascheduno dei quali avea in mezzo alla fronte un occhio. Questi Urano chiuse incatenali nel Tartaro, luogo nell’Inferno tenebrosissimo, il quale tanto è lontano dal suolo clic noi calchiamo, quanto questo suolo è lontano dalla regione delle stelle.

III. Da Tellure ebbe pure i Titani (e furono Oceano, Ceone, Iperione, Orione, e Japeto) ed ultimo di tutti Crono. Poi ebbe figlie, Teti , Rea, Temi, Mnemosine , Febe} indi Dio, Tia. Tutte furono dette Titanidi.

IV. Tellure intanto mal soffrendo la sorte de’ figli cacciati nel Tartaro, eccitò i Titani ad assaltare il padre, e provvide Crono di una falce di adamante. Tutti d’ accordo, eccettuato Oceano, si fecero addosso ad Urano, e Crono con quella falce lo mutilò, e ne gittò in mare le parti tagliate: dalle stille del sangue che ne colò nacquero le Erinui , cioè Aletto, Tisifone, e Megera. Discacciato Urano dal regno, e richiamali dal profondo Tartaro i fratelli , Crono ebbe l’ imperio.

V. Ma questi imitando il paterno esempio incatenò i Titani , e di nuovo li subissò nel Tartaro: poi si prese Rea sua sorella per moglie. E come Urano e Tellure predissero , che per le forze di un suo figliuòlo sarebbe stato violentemente spogliato dell’imperio, a mano a mano che glie ne nasceva alcuno, egli lo divorava. Così fece prima di Vesta, indi di Cerere, e di Giunone; poscia di Plutone e di Nettunuo. Per lo che incollerita Rea, trovandosi incinta di Giove andò in Creta, ove lo partorì nell’antro Ditico; e lo diede da allevare ai Cureti, e ad Adrastea e Ida, ninfe melisse.

VI. Queste ninfe alimentarono il bambino col latte di Amaltea e i Curdi postisi alla guardia di lui nell’ antro armati, a forza di battere le aste sugli scudi, facevano tal rumore, che Crono non poteva udirne i vagiti. Rea intanto avvolto in pannolini un sasso lo diede a divorare al marito invece del neonato fanciullo.

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2.

I. Cresciuto a giovinezza Giove si prese a compagna Meti, figliuola di Oceano: questa diede a Crono tal beveraggio, in virtù del quale egli vomitò prima il sasso, indi i figliuoli che avea divorati; e coll’ aiuto loro Giove fece guerra a Crono, suo padre, ed ai Titani. Nell’anno decimo di quella guerra Tellure profetizzò la vittoria a Giove, se tolti avesse compagni alla impresa quelli, che trovavansi subissati nel Tartaro. Allora egli ne li liberò, uccidendo Campo , che li custodiva ; e i Ciclopi gli somministrarono il tuono, i lampi, e il fulmine: diedero un elmo a Plutone , ed un tridente a Nettunno , colle quali anni sottomisero i Titani , e incatenati li chiusero nel Tartaro , dati a custodire ai Centimani. Ciò seguito si divisero a sorte l’imperio dell’ universo. A Giove toccò il regno del Cielo, a Nettunno quello del mare, e a Plutone quello de’ luoghi inferni.

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Testo greco spiegato:

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1. Οὐρανὸς πρῶτος τοῦ παντὸς ἐδυνάστευσε κόσμου.

Urano per primo governò tutto il cosmo (Οὐρανὸς πρῶτος τοῦ παντὸς ἐδυνάστευσε κόσμου).

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γήμας δὲ Γῆν ἐτέκνωσε πρώτους, Βριάρεων Γύην Κόττον, οἳ μεγέθει τε ἀνυπέρβλητοι καὶ δυνάμει καθειστήκεσαν, χεῖρας μὲν ἀνὰ ἑκατὸν κεφαλὰς δὲ ἀνὰ πεντήκοντα ἔχοντες.

Avendo sposato Gea/la Terra generò per primi (γήμας δὲ Γῆν ἐτέκνωσε πρώτους) i chiamati/cosiddetti (τοὺς προσαγορευθέντας) Centimani, Briareo Gue e Cotto (ἑκατόγχειρας, Βριάρεων Γύην Κόττον), i quali erano diventati insuperabili (οἳ ἀνυπέρβλητοι καθειστήκεσαν (*)) e per grandezza/possanza e forza (μεγέθει τε καὶ δυνάμει), avendo più di cento mani (ἔχοντες χεῖρας μὲν ἀνὰ ἑκατὸν) e più di cinquanta teste (κεφαλὰς δὲ ἀνὰ πεντήκοντα).

(*) καθειστήκεσαν: 3^ plur. indic. attivo piuccheperfetto di καθ-ίστημι: mi pongo, mi costituisco, genericamente: divento.

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μετὰ τούτους δὲ αὐτῷ τεκνοῖ Γῆ Κύκλωπας, Ἄργην Στερόπην Βρόντην, ὧν ἕκαστος εἶχεν ἕνα ὀφθαλμὸν ἐπὶ τοῦ μετώπου.

E dopo questi (μετὰ τούτους δὲ) Gea/la Terra genererebbe/avrebbe generato a questo/Urano i Ciclopi, Argo Sterope e Bronte (αὐτῷ τεκνοῖ (*) Γῆ Κύκλωπας, Ἄργην Στερόπην Βρόντην), dei quali ciascuno aveva un occhio sulla fronte (ὧν ἕκαστος εἶχεν ἕνα ὀφθαλμὸν ἐπὶ τοῦ μετώπου).

(*) τεκνοῖ: 3^ sing. aoristo presente attivo di τεκνόω: genero figli

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ἀλλὰ τούτους μὲν Οὐρανὸς δήσας εἰς Τάρταρον ἔρριψε (τόπος δὲ οὗτος ἐρεβώδης ἐστὶν ἐν Ἅιδου, τοσοῦτον ἀπὸ γῆς ἔχων διάστημα ὅσον ἀπ᾽ οὐρανοῦ γῆ), τεκνοῖ δὲ αὖθις ἐκ Γῆς παῖδας μὲν τοὺς Τιτᾶνας προσαγορευθέντας, Ὠκεανὸν Κοῖον Ὑπερίονα Κρεῖον Ἰαπετὸν καὶ νεώτατον ἁπάντων Κρόνον, θυγατέρας δὲ τὰς κληθείσας Τιτανίδας, Τηθὺν Ῥέαν Θέμιν Μνημοσύνην Φοίβην Διώνην Θείαν.

Ma questi/costoto Urano, avendo(li) legati (ἀλλὰ τούτους μὲν Οὐρανὸς δήσας), nel Tartaro (li…) gettò (εἰς Τάρταρον ἔρριψε) (e questo posto è oscuro/profondo nell’Ade (τόπος δὲ οὗτος ἐρεβώδης ἐστὶν ἐν Ἅιδου), dalla terra avendo (ἀπὸ γῆς ἔχων) una distanza tanto grande (τοσοῦτον διάστημα…) quanto (…ὅσον) la terra (ce l’ha…) dal cielo (ἀπ᾽ οὐρανοῦ γῆ)), e di nuovo genererebbe/avrebbe generato (τεκνοῖ δὲ αὖθις) dalla terra dei figli, i chiamati/cosiddetti Titani (ἐκ Γῆς παῖδας μὲν τοὺς Τιτᾶνας προσαγορευθέντας), Oceano Chio Iperione Giapeto e giovanissimo di/tra tutti Crono (Ὠκεανὸν Κοῖον Ὑπερίονα Κρεῖον Ἰαπετὸν καὶ νεώτατον ἁπάντων Κρόνον), e delle figlie, le chiamate/cosiddette Titanidi, Teti Rea Temis Mnemosine Febe Dione e Tia (δὲ τὰς κληθείσας Τιτανίδας, Τηθὺν Ῥέαν Θέμιν Μνημοσύνην Φοίβην Διώνην Θείαν).

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ἀγανακτοῦσα δὲ Γῆ ἐπὶ τῇ ἀπωλείᾳ τῶν εἰς Τάρταρον ῥιφέντων παίδων πείθει τοὺς Τιτᾶνας ἐπιθέσθαι τῷ πατρί, καὶ δίδωσιν ἀδαμαντίνην ἅρπην Κρόνῳ.

Ma sdegnandosi Gea/la terra sulla/per la rovina dei figli (ἀγανακτοῦσα δὲ Γῆ ἐπὶ τῇ ἀπωλείᾳ τῶν παίδων) gettati nel Tartaro (εἰς Τάρταρον ῥιφέντων) convince i Titani ad attaccare il padre/Urano (πείθει τοὺς Τιτᾶνας ἐπιθέσθαι τῷ πατρί), e dà una falce d’acciaio a crono (καὶ δίδωσιν ἀδαμαντίνην ἅρπην Κρόνῳ).

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οἱ δὲ Ὠκεανοῦ χωρὶς ἐπιτίθενται, καὶ Κρόνος ἀποτεμὼν τὰ αἰδοῖα τοῦ πατρὸς εἰς τὴν θάλασσαν ἀφίησεν.

E i (titani…)/quelli (οἱ δὲ) Oceano a parte/escluso Oceano (Ὠκεανοῦ χωρὶς) (lo…) attaccano (ἐπιτίθενται), e Crono, tagliate le pudenda/i genitali del padre (καὶ Κρόνος ἀποτεμὼν τὰ αἰδοῖα τοῦ πατρὸς), (li…) getta nel mare (εἰς τὴν θάλασσαν ἀφίησεν).

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ἐκ δὲ τῶν σταλαγμῶν τοῦ ῥέοντος αἵματος ἐρινύες ἐγένοντο, Ἀληκτὼ Τισιφόνη Μέγαιρα.

E dalle gocce del sangue scorrente/che scorreva (ἐκ δὲ τῶν σταλαγμῶν τοῦ ῥέοντος αἵματος) nacquero le Erinni, Aletto Tisifone e Megera (ἐρινύες ἐγένοντο, Ἀληκτὼ Τισιφόνη Μέγαιρα).

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τῆς δὲ ἀρχῆς ἐκβαλόντες τούς τε καταταρταρωθέντας ἀνήγαγον ἀδελφοὺς καὶ τὴν ἀρχὴν Κρόνῳ παρέδοσαν.

E avendo tolto il potere (a Urano…) (τῆς δὲ ἀρχῆς ἐκβαλόντες) sia portarono su/riportarono in superficie (τε… ἀνήγαγον) i fratelli gettati nel Tartaro (τούς ἀδελφοὺς καταταρταρωθέντας), sia diedero il potere a Urano (καὶ τὴν ἀρχὴν Κρόνῳ παρέδοσαν).

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ὁ δὲ τούτους μὲν ἐν τῷ Ταρτάρῳ πάλιν δήσας καθεῖρξε, τὴν δὲ ἀδελφὴν Ῥέαν γήμας, ἐπειδὴ Γῆ τε καὶ Οὐρανὸς ἐθεσπιῴδουν αὐτῷ λέγοντες ὑπὸ παιδὸς ἰδίου τὴν ἀρχὴν ἀφαιρεθήσεσθαι, κατέπινε τὰ γεννώμενα.

E questo/quest’ultimo da una parte (ὁ δὲ τούτους μὲν), avendo(li) legati ancora/nuovamente (πάλιν δήσας), (li…) costrinse nel Tartaro (ἐν τῷ Ταρτάρῳ καθεῖρξε), la sorella Rea dall’altra avendo sposato (τὴν δὲ ἀδελφὴν Ῥέαν γήμας), poiché/del momento che sia Gea/la Terra sia Urano facevano profezie a lui dicendo (ἐπειδὴ Γῆ τε καὶ Οὐρανὸς ἐθεσπιῴδουν αὐτῷ λέγοντες) che da un suo figlio il (suo…) potere (gli…) sarà tolto/sarebbe stato neutralizzato (ὑπὸ παιδὸς ἰδίου (*) τὴν ἀρχὴν ἀφαιρεθήσεσθαι), ingoiava i generati/i suoi figli (κατέπινε τὰ γεννώμενα).

(*) ἰδίου: genit. masch. sing. di ἴδιος: privato; proprio

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καὶ πρώτην μὲν γεννηθεῖσαν Ἑστίαν κατέπιεν, εἶτα Δήμητραν καὶ Ἥραν, μεθ᾽ ἃς Πλούτωνα καὶ Ποσειδῶνα.

E per prima essendo stata generata/dopo la nascita ingoiava Estia, e poi Demetra e Era (καὶ πρώτην μὲν γεννηθεῖσαν Ἑστίαν κατέπιεν, εἶτα Δήμητραν καὶ Ἥραν), dopo le quali (ingoiava…) Plutone e Poseidone (μεθ᾽ ἃς Πλούτωνα καὶ Ποσειδῶνα).

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ὀργισθεῖσα δὲ ἐπὶ τούτοις Ῥέα παραγίνεται μὲν εἰς Κρήτην, ὁπηνίκα τὸν Δία ἐγκυμονοῦσα ἐτύγχανε, γεννᾷ δὲ ἐν ἄντρῳ τῆς Δίκτης Δία.

Ma essendo stata contrariata/essendosi irritata per queste cose, Rea giunse/si recò a Creta (ὀργισθεῖσα δὲ ἐπὶ τούτοις Ῥέα παραγίνεται μὲν εἰς Κρήτην), proprio quando (ὁπηνίκα) accadeva che fosse ingravidata di Zeus (τὸν Δία ἐγκυμονοῦσα ἐτύγχανε), e partorisce Zeus in un antro del (monte…) Ditte (γεννᾷ δὲ ἐν ἄντρῳ τῆς Δίκτης Δία).

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καὶ τοῦτον μὲν δίδωσι τρέφεσθαι Κούρησί τε καὶ ταῖς Μελισσέως παισὶ νύμφαις, Ἀδραστείᾳ τε καὶ Ἴδῃ.

E questo/lo dà per essere nutrito/cresciuto ai Cureti e alle ragazze ninfe/alle ninfe Adrastea e Ida (καὶ τοῦτον μὲν δίδωσι τρέφεσθαι Κούρησί τε καὶ ταῖς παισὶ νύμφαις, Ἀδραστείᾳ τε καὶ Ἴδῃ), (figlie...) di Melisseo (Μελισσέως).

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αὗται μὲν οὖν τὸν παῖδα ἔτρεφον τῷ τῆς Ἀμαλθείας γάλακτι, οἱ δὲ Κούρητες ἔνοπλοι ἐν τῷ ἄντρῳ τὸ βρέφος φυλάσσοντες τοῖς δόρασι τὰς ἀσπίδας συνέκρουον, ἵνα μὴ τῆς τοῦ παιδὸς φωνῆς ὁ Κρόνος ἀκούσῃ.

Queste da una parte quindi nutrivano il bambino col latte di Amaltia (αὗται μὲν οὖν τὸν παῖδα ἔτρεφον τῷ τῆς Ἀμαλθείας γάλακτι), i Cureti dall’altra, armati (οἱ δὲ Κούρητες ἔνοπλοι), sorvegliando nell’antro il neonato suonavano/facevano risuonare gli scudi con dei legni (ἐν τῷ ἄντρῳ τὸ βρέφος φυλάσσοντες τοῖς δόρασι τὰς ἀσπίδας συνέκρουον), affinché Crono non sentisse la voce del bambino (ἵνα μὴ τῆς τοῦ παιδὸς φωνῆς ὁ Κρόνος ἀκούσῃ).

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Ῥέα δὲ λίθον σπαργανώσασα δέδωκε Κρόνῳ καταπιεῖν ὡς τὸν γεγεννημένον παῖδα.

E Rea, avendo fasciato/posto in fasce una pietra (Ῥέα δὲ λίθον σπαργανώσασα), (la…) diede a crono da ingoiare (δέδωκε Κρόνῳ καταπιεῖν) come il/al posto del bambino (da lei…) generato (ὡς τὸν γεγεννημένον παῖδα).

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2. ἐπειδὴ δὲ Ζεὺς ἐγενήθη τέλειος, λαμβάνει Μῆτιν τὴν Ὠκεανοῦ συνεργόν, ἣ δίδωσι Κρόνῳ καταπιεῖν φάρμακον, ὑφ᾽ οὗ ἐκεῖνος ἀναγκασθεὶς πρῶτον μὲν ἐξεμεῖ τὸν λίθον, ἔπειτα τοὺς παῖδας οὓς κατέπιε: μεθ᾽ ὧν Ζεὺς τὸν πρὸς Κρόνον καὶ Τιτᾶνας ἐξήνεγκε πόλεμον.

E dopo che Zeus divenne adulto (ἐπειδὴ δὲ Ζεὺς ἐγενήθη τέλειος), prende/sposò Meti, la compagna/collaboratrice di Oceano (λαμβάνει Μῆτιν τὴν Ὠκεανοῦ συνεργόν), la quale dà/diede a Crono da bere un farmaco (ἣ δίδωσι Κρόνῳ καταπιεῖν φάρμακον), sotto il quale/sotto il cui effetto (ὑφ᾽ οὗ) quello essendo(vi) stato costretto/per il cui effetto (ἐκεῖνος ἀναγκασθεὶς) per prima vomita/vomitò la pietra (πρῶτον μὲν ἐξεμεῖ τὸν λίθον), dopo i figli che aveva ingoiato (ἔπειτα τοὺς παῖδας οὓς κατέπιε), con i quali Zeus portò avanti la guerra contro Crono e i Titani (μεθ᾽ ὧν Ζεὺς ἐξήνεγκε (*) τὸν πόλεμον πρὸς Κρόνον καὶ Τιτᾶνας).

(*) ἐξήνεγκε: 3^ sing. indic. aoristo attivo di ἐκ-φέρω: porto via; porto avanti.

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μαχομένων δὲ αὐτῶν ἐνιαυτοὺς δέκα ἡ Γῆ τῷ Διὶ ἔχρησε τὴν νίκην, τοὺς καταταρταρωθέντας ἂν ἔχῃ συμμάχους: ὁ δὲ τὴν φρουροῦσαν αὐτῶν τὰ δεσμὰ Κάμπην ἀποκτείνας ἔλυσε.

Combattendo essi per dieci anni (μαχομένων δὲ αὐτῶν ἐνιαυτοὺς δέκα), Gea/la Terra profetizzò a Giove la vittoria (ἡ Γῆ τῷ Διὶ ἔχρησε τὴν νίκην), qualora avesse i sotterrati nel Tartaro/coloro che erano stati rinchiusi nel Tartaro come alleati (ἂν ἔχῃ τοὺς καταταρταρωθέντας συμμάχους); ed egli sciolse le (loro…) catene (ὁ δὲ ἔλυσε τὰ δεσμὰ) dopo che ebbe ucciso la loro guardiana Campe (τὴν φρουροῦσαν αὐτῶν Κάμπην ἀποκτείνας).

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καὶ Κύκλωπες τότε Διὶ μὲν διδόασι βροντὴν καὶ ἀστραπὴν καὶ κεραυνόν, Πλούτωνι δὲ κυνέην, Ποσειδῶνι δὲ τρίαιναν: οἱ δὲ τούτοις ὁπλισθέντες κρατοῦσι Τιτάνων, καὶ καθείρξαντες αὐτοὺς ἐν τῷ Ταρτάρῳ τοὺς ἑκατόγχειρας κατέστησαν φύλακας.

E i Ciclopi allora danno/diedero a Zeus il tuono e la folgore e il fulmine, a Plutone l’elmo, a Poseidone il tridente (καὶ Κύκλωπες τότε Διὶ μὲν διδόασι βροντὴν καὶ ἀστραπὴν καὶ κεραυνόν, Πλούτωνι δὲ κυνέην, Ποσειδῶνι δὲ τρίαιναν); e quelli, essendo stati armati con questi/essi (οἱ δὲ τούτοις ὁπλισθέντες), dominano/sconfiggono i Titani (κρατοῦσι Τιτάνων), e avendoli confinati nel Tartaro (καὶ καθείρξαντες αὐτοὺς ἐν τῷ Ταρτάρῳ), posero i Centimani come (loro…) guardiani (τοὺς ἑκατόγχειρας κατέστησαν φύλακας).

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αὐτοὶ δὲ διακληροῦνται περὶ τῆς ἀρχῆς, καὶ λαγχάνει Ζεὺς μὲν τὴν ἐν οὐρανῷ δυναστείαν, Ποσειδῶν δὲ τὴν ἐν θαλάσσῃ, Πλούτων δὲ τὴν ἐν Ἅιδου.

Ed essi gettarono le sorti/tirarono a sorte intorno al comando (del Mondo…) (αὐτοὶ δὲ διακληροῦνται περὶ τῆς ἀρχῆς), e Zeus ottiene la dinastia/il dominio nel cielo, Poseidone nel mare, Plutone nell’Ade (καὶ λαγχάνει Ζεὺς μὲν τὴν ἐν οὐρανῷ δυναστείαν, Ποσειδῶν δὲ τὴν ἐν θαλάσσῃ, Πλούτων δὲ τὴν ἐν Ἅιδου).

(…)

 

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