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Immagine del redattoreAdriano Torricelli

LE ORIGINI STORICHE DEL POPOLO EBRAICO SECONDO LISIMACO

Aggiornamento: 6 feb

LE ORIGINI STORICHE DEL POPOLO EBRAICO SECONDO LISIMACO

(Flavio Giuseppe; Contro Apione: 304-311)

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Un breve testo in cui Flavio Giuseppe riassume l’assurda tesi sull’origine del popolo ebraico di un certo Lisimaco, uno dei tanti storici impegnati a diffamare tale popolo con storie infondate e assurde.

Riprendendo altre narrazioni fantastiche, ma peggiorandole, Lisimaco affermava gli Ebrei fossero in realtà la lontana discendenza della popolazione egizia più disgraziata (lebbrosi, scabbiosi e malati in genere) che molto tempo prima il re Boccori, obbedendo a un oracolo, aveva ordinato di disperdere o uccidere per purificare l’Egitto e restituire alle sue terre la loro precedente fertilità (τὸν θεὸν δὲ ἐρεῖν τὰ ἱερὰ καθᾶραι ἀπ᾽ ἀνθρώπων ἀνάγνων καὶ δυσσεβῶν ἐκβάλλοντα αὐτοὺς ἐκ τῶν ἱερῶν εἰς τόπους ἐρήμους, τοὺς δὲ ψωροὺς καὶ λεπροὺς βυθίσαι, ὡς τοῦ ἡλίου ἀγανακτοῦντος ἐπὶ τῇ τούτων ζωῇ…).

Questi sbandati, secondo tale narrazione, dopo una lunga peregrinazione in cerca di un luogo dove stabilirsi, sarebbero giunti nel luogo dell’attuale Gerusalemme, da loro appunto fondata, e da essi chiamata prima Ἱερόσυλα, ispirati a ciò dal proprio istinto di rapina e di saccheggio (il verbo ἱεροσυλέω significa infatti in greco antico “saccheggio, rapina”), e in seguito, onde evitare il biasimo generale, ribattezzata Gerusalemme.

È lo stesso Flavio Giuseppe, nel paragrafo successivo, a far notare l’inconsistenza di una tale spiegazione, dal momento che il verbo ἱεροσυλέω significa sì saccheggio in greco, ma certamente non nella lingua parlata dagli Ebrei del tempo!

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Infine, è facile notare come tale storia assomigli (e forse si richiami) a quella, presente effettivamente nella Bibbia, dell'Esodo degli Ebrei al di fuori dai confini dell'Egitto...

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Testo originale:

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[304] Ἐπεισάξω δὲ τούτοις Λυσίμαχον εἰληφότα μὲν τὴν αὐτὴν τοῖς προειρημένοις ὑπόθεσιν τοῦ ψεύσματος περὶ τῶν λεπρῶν καὶ λελωβημένων, ὑπερπεπαικότα δὲ τὴν ἐκείνων ἀπιθανότητα τοῖς [305] πλάσμασι, δῆλος συντεθεικὼς κατὰ πολλὴν ἀπέχθειαν: λέγει γὰρ ἐπὶ Βοχχόρεως τοῦ Αἰγυπτίων βασιλέως τὸν λαὸν τῶν Ἰουδαίων λεπροὺς ὄντας καὶ ψωροὺς καὶ ἄλλα νοσήματά τινα ἐχόντων εἰς τὰ ἱερὰ καταφεύγοντας μεταιτεῖν τροφήν. παμπόλλων δὲ ἀνθρώπων νοσηλείᾳ περιπεσόντων ἀκαρπίαν ἐν τῇ Αἰγύπτῳ γενέσθαι. [306] Βόχχοριν δὲ τὸν τῶν Αἰγυπτίων βασιλέα εἰς Ἄμμωνος πέμψαι περὶ τῆς ἀκαρπίας τοὺς μαντευσομένους, τὸν θεὸν δὲ ἐρεῖν τὰ ἱερὰ καθᾶραι ἀπ᾽ ἀνθρώπων ἀνάγνων καὶ δυσσεβῶν ἐκβάλλοντα αὐτοὺς ἐκ τῶν ἱερῶν εἰς τόπους ἐρήμους, τοὺς δὲ ψωροὺς καὶ λεπροὺς βυθίσαι, ὡς τοῦ ἡλίου ἀγανακτοῦντος ἐπὶ τῇ τούτων ζωῇ, [307] καὶ τὰ ἱερὰ ἁγνίσαι καὶ οὕτω τὴν γῆν καρποφορήσειν. τὸν δὲ Βόκχοριν τοὺς χρησμοὺς λαβόντα τούς τε ἱερεῖς καὶ ἐπιβωμίτας προσκαλεσάμενον κελεῦσαι ἐπιλογὴν ποιησαμένους τῶν ἀκαθάρτων τοῖς στρατιώταις τούτους παραδοῦναι κατάξειν αὐτοὺς εἰς τὴν ἔρημον, τοὺς δὲ λεπροὺς εἰς μολιβδίνους χάρτας ἐνδήσαντας, ἵνα καθῶσιν [308] εἰς τὸ πέλαγος. βυθισθέντων δὲ τῶν λεπρῶν καὶ ψωρῶν τοὺς ἄλλους συναθροισθέντας εἰς τόπους ἐρήμους ἐκτεθῆναι ἐπ᾽ ἀπωλείᾳ, συναχθέντας δὲ βουλεύσασθαι περὶ αὑτῶν, νυκτὸς δὲ ἐπιγενομένης πῦρ καὶ λύχνους καύσαντας φυλάττειν ἑαυτοὺς τήν τ᾽ ἐπιοῦσαν νύκτα νηστεύσαντας ἱλάσκεσθαι τοὺς θεοὺς περὶ τοῦ σῶσαι αὐτούς. [309] τῇ δ᾽ ἐπιούσῃ ἡμέρᾳ Μωσῆν τινα συμβουλεῦσαι αὐτοῖς παραβαλλομένοις μίαν ὁδὸν τέμνειν ἄχρι ἂν ὅτου ἔλθωσιν εἰς τόπους οἰκουμένους, παρακελεύσασθαί τε αὐτοῖς μήτε ἀνθρώπων τινὶ εὐνοήσειν μήτε ἄριστα συμβουλεύσειν ἀλλὰ τὰ χείρονα [310] θεῶν τε ναοὺς καὶ βωμούς, οἷς ἂν περιτύχωσιν, ἀνατρέπειν. συναινεσάντων δὲ τῶν ἄλλων τὰ δοχθέντα ποιοῦντας διὰ τῆς ἐρήμου πορεύεσθαι, ἱκανῶς δὲ ὀχληθέντας ἐλθεῖν εἰς τὴν οἰκουμένην χώραν καὶ τούς τε ἀνθρώπους ὑβρίζοντας καὶ τὰ ἱερὰ συλῶντας καὶ ἐμπρήσαντας ἐλθεῖν εἰς τὴν νῦν Ἰουδαίαν προσαγορευομένην, κτίσαντας [311] δὲ πόλιν ἐνταῦθα κατοικεῖν. τὸ δὲ ἄστυ τοῦτο Ἱερόσυλα ἀπὸ τῆς ἐκείνων διαθέσεως ὠνομάσθαι. ὕστερον δ᾽ αὐτοὺς ἐπικρατήσαντας χρόνῳ διαλλάξαι τὴν ὀνομασίαν πρὸς τὸ ὀνειδίζεσθαι καὶ τήν τε πόλιν Ἱεροσόλυμα καὶ αὐτοὺς Ἱεροσολυμίτας προσαγορεύεσθαι.

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Testo tradotto:

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XXXIV. (304) Introdurrò ora Lisimaco, che ha accolto la stessa tesi degli autori citati, cioè la menzogne dei lebbrosi e degli infermi, e ne ha anzi superata l’assurdità con le sue invenzioni; è chiaro che le ha escogitate da grande animosità. (305) dice che durante il regno di Boccori, sovrano d’Egitto, il popolo giudaico colpito da lebbra, scabbia e altre malattie, si rifugiò nei templi e mendicava. Dato che in molti si erano ammalati, vi fu in Egitto una carestia. (306) Boccori, il re egiziano, mandò a interrogare l’oracolo di Ammone a proposito della carestia. Il dio ordinò di purificare i templi dagli uomini impuri ed empi, di cacciarli dai templi in luoghi deserti, di annegare scabbiosi e lebbrosi, dal momento che il sole era adirato per la loro esistenza, e di purificare i templi: in questo modo la terra avrebbe dato i frutti. (307) Boccori, ricevuto il responso, chiamati a sé i sacerdoti e gli inservienti degli altari, ordinò di compilare la lista degli impuri, di consegnarli ai soldati perché li conducessero nel deserto, di avvolgere i lebbrosi in fogli di piombo per gettarli in mare. (308) Annegati i lebbrosi e gli scabbiosi, gli altri furono radunati in luoghi deserti e abbandonati lì perché morissero. Essi si riunirono e deliberarono sulla propria situazione: giunta la notte, acceso un fuoco e delle torce, fecero la guardia e la notte successiva cercarono di placare, con un digiuno, gli dei perché li salvassero. (309) Il giorno dopo, un certo Mosé consigliò loro di percorrere, esponendosi al pericolo, una sola strada fino a raggiungere luoghi abitati e ordinò loro di non trattare nessuno benevolmente, di non consigliare per il bene, ma per il male, di abbattere i templi e gli altari degli dei in cui si fossero imbattuti. (310) Gli altri approvarono e fecero quello che era stato deciso, attraversarono il deserto e dopo molte sofferenze giunsero alla terra abitate e compiendo violenze verso gli uomini, saccheggiando e incendiando i templi arrivarono nella terra ora chiamata Giudea, fondarono una città e vi abitarono. (311) La città prese il nome di Hierosyla dalla loro disposizione d’animo. In seguito, con il tempo, acquisito potere, mutaro no nome per evitare il biasimo e diedero il nome di Gerusalemme alla città, di Gerosolomitani a se stessi.

(Traduzione di Francesca Calabri)

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Testo spiegato:

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Ἐπεισάξω δὲ τούτοις Λυσίμαχον εἰληφότα μὲν τὴν αὐτὴν τοῖς προειρημένοις ὑπόθεσιν τοῦ ψεύσματος περὶ τῶν λεπρῶν καὶ λελωβημένων, ὑπερπεπαικότα δὲ τὴν ἐκείνων ἀπιθανότητα τοῖς πλάσμασι, δῆλος συντεθεικὼς κατὰ πολλὴν ἀπέχθειαν:

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Mostrerò/Parlerò di Lisimaco che ha accolto la stessa tesi (Ἐπεισάξω δὲ Λυσίμαχον εἰληφότα μὲν τὴν αὐτὴν ὑπόθεσιν) di questi che hanno parlato prima (di lui…) (τούτοις τοῖς προειρημένοις) della menzogna/consistente nella menzogna (ὑπόθεσιν τοῦ ψεύσματος) dei lebbrosi e dei malati (περὶ τῶν λεπρῶν καὶ λελωβημένων), il quale ha esagerato la (tesi…) incredibilissima di quelli con le immagini (ὑπερπεπαικότα δὲ τὴν ἐκείνων ἀπιθανότητα τοῖς πλάσμασι), chiaro/chiaramente (δῆλος: l’aggettivo “chiaro”, riferito al soggetto, si rende meglio in italiano con un avverbio) avendo(la) posta per una grande ostilità (verso gli Ebrei…) (συντεθεικὼς κατὰ πολλὴν ἀπέχθειαν).

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λέγει γὰρ ἐπὶ Βοχχόρεως τοῦ Αἰγυπτίων βασιλέως τὸν λαὸν τῶν Ἰουδαίων λεπροὺς ὄντας καὶ ψωροὺς καὶ ἄλλα νοσήματά τινα ἐχόντων εἰς τὰ ἱερὰ καταφεύγοντας μεταιτεῖν τροφήν.

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Dice infatti che sotto Boccori re degli Egiziani il popolo dei Giudei (λέγει γὰρ ἐπὶ Βοχχόρεως τοῦ Αἰγυπτίων βασιλέως τὸν λαὸν τῶν Ἰουδαίων), che avevano (al loro interno…) (ἐχόντων) degli essenti/alcuni lebbrosi e scabbiosi e alcune altre malattie (λεπροὺς ὄντας καὶ ψωροὺς καὶ ἄλλα νοσήματά τινα), mendicavano il cibo (μεταιτεῖν τροφήν) essendo fuggiti/dopo che si erano rifugiati nei templi (εἰς τὰ ἱερὰ καταφεύγοντας).

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παμπόλλων δὲ ἀνθρώπων νοσηλείᾳ περιπεσόντων ἀκαρπίαν ἐν τῇ Αἰγύπτῳ γενέσθαι.

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(Dice che …) in Egitto vi era carestia (ἀκαρπίαν ἐν τῇ Αἰγύπτῳ γενέσθαι), moltissimi uomini essendo caduti in malattia/essendosi ammalati (παμπόλλων δὲ ἀνθρώπων νοσηλείᾳ περιπεσόντων).

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Βόχχοριν δὲ τὸν τῶν Αἰγυπτίων βασιλέα εἰς Ἄμμωνος πέμψαι περὶ τῆς ἀκαρπίας τοὺς μαντευσομένους, τὸν θεὸν δὲ ἐρεῖν τὰ ἱερὰ καθᾶραι ἀπ᾽ ἀνθρώπων ἀνάγνων καὶ δυσσεβῶν ἐκβάλλοντα αὐτοὺς ἐκ τῶν ἱερῶν εἰς τόπους ἐρήμους, τοὺς δὲ ψωροὺς καὶ λεπροὺς βυθίσαι, ὡς τοῦ ἡλίου ἀγανακτοῦντος ἐπὶ τῇ τούτων ζωῇ, καὶ τὰ ἱερὰ ἁγνίσαι καὶ οὕτω τὴν γῆν καρποφορήσειν.

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(Dice che …) il re degli egizi aveva mandato al (santuario…) di Ammone (Βόχχοριν δὲ τὸν τῶν Αἰγυπτίων βασιλέα εἰς Ἄμμωνος πέμψαι) coloro che dovevano consultare l’oracolo (τοὺς μαντευσομένους->partic. futuro acc. masch. plur. di μαντεύομαι: faccio profezie; interrogo un oracolo; il futuro esprime scopo, obbedienza a un ordine impartito…) sulla carestia (περὶ τῆς ἀκαρπίας), e (dice che…) il dio diceva/chiedeva di purificare i templi dagli uomini impuri e empi (τὸν θεὸν δὲ ἐρεῖν τὰ ἱερὰ καθᾶραι ἀπ᾽ ἀνθρώπων ἀνάγνων καὶ δυσσεβῶν; καθᾶραι: infinito attivo aoristo di καθαίρω: purifico) scacciandoli/chiedendo di scacciarli dai templi verso/in luoghi solitari (ἐκβάλλοντα αὐτοὺς ἐκ τῶν ἱερῶν εἰς τόπους ἐρήμους), e (chiedeva…) di affogare scabbiosi e lebbrosi (τοὺς δὲ ψωροὺς καὶ λεπροὺς βυθίσαι), il sole sdegnandosi per la vita/sopravvivenza di questi (ὡς τοῦ ἡλίου ἀγανακτοῦντος ἐπὶ τῇ τούτων ζωῇ), e di purificare i templi e così la terra rendere fertile (καὶ τὰ ἱερὰ ἁγνίσαι καὶ οὕτω τὴν γῆν καρποφορήσειν).

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τὸν δὲ Βόκχοριν τοὺς χρησμοὺς λαβόντα τούς τε ἱερεῖς καὶ ἐπιβωμίτας προσκαλεσάμενον κελεῦσαι ἐπιλογὴν ποιησαμένους τῶν ἀκαθάρτων τοῖς στρατιώταις τούτους παραδοῦναι κατάξειν αὐτοὺς εἰς τὴν ἔρημον, τοὺς δὲ λεπροὺς εἰς μολιβδίνους χάρτας ἐνδήσαντας, ἵνα καθῶσιν εἰς τὸ πέλαγος.

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(Dice che …) Boccori, avendo preso gli oracoli (τὸν δὲ Βόκχοριν τοὺς χρησμοὺς λαβόντα) e avendo chiamato davanti i sacerdoti e i ministri della religione (τούς τε ἱερεῖς καὶ ἐπιβωμίτας προσκαλεσάμενον), ordinò che (essi…), avendo fatto la scelta/cernita degli impuri (κελεῦσαι ἐπιλογὴν τῶν ἀκαθάρτων ποιησαμένους: nota che ποιησαμένους si riferisce a ἱερεῖς καὶ ἐπιβωμίτας, i quali sono poi il soggetto di questa infinitiva con verbo παραδοῦναι…), dessero questi ai soldati (τοῖς στρατιώταις τούτους παραδοῦναι), per portarli al/nel deserto (κατάξειν αὐτοὺς εἰς τὴν ἔρημον; κατάξειν: infinito att. futuro di κατ-άγω: porto giù, deporto; il futuro esprime intenzione, scopo), e/prima i lebbrosi in fogli di matalli avendo legato/avvolto (τοὺς δὲ λεπροὺς εἰς μολιβδίνους χάρτας ἐνδήσαντας), affinché (i soldati…) affondassero/affogassero (essi, cioè i lebbrosi…) nel mare (ἵνα καθῶσιν εἰς τὸ πέλαγος; καθῶσιν: 3^ plur. congiunt. aoristo di καθ-ίημι: mando giù, affondo).

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βυθισθέντων δὲ τῶν λεπρῶν καὶ ψωρῶν τοὺς ἄλλους συναθροισθέντας εἰς τόπους ἐρήμους ἐκτεθῆναι ἐπ᾽ ἀπωλείᾳ, συναχθέντας δὲ βουλεύσασθαι περὶ αὑτῶν, νυκτὸς δὲ ἐπιγενομένης πῦρ καὶ λύχνους καύσαντας φυλάττειν ἑαυτοὺς τήν τ᾽ ἐπιοῦσαν νύκτα νηστεύσαντας ἱλάσκεσθαι τοὺς θεοὺς περὶ τοῦ σῶσαι αὐτούς.

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Ed essendo stati affogati i lebbrosi e gli scabbiosi (βυθισθέντων δὲ τῶν λεπρῶν καὶ ψωρῶν), (dice che…) gli altri essenti stati raccolti assieme/che erano stati radunati in luoghi solitari (τοὺς ἄλλους συναθροισθέντας εἰς τόπους ἐρήμους) furono abbandonati per la distruzione/perché morissero (ἐκτεθῆναι ἐπ᾽ ἀπωλείᾳ), ed essendo stati portati assieme/indotti (συναχθέντας δὲ; συναχθέντας: accus. masch. plur. del participio aoristo passivo di συν-άγω: porto assieme; costringo, induco) a decidere su se stessi/sul loro destino (βουλεύσασθαι περὶ αὑτῶν); ed essendo giunta la notte (νυκτὸς δὲ ἐπιγενομένης) avendo (essi…) bruciato/acceso un fuoco e delle torce (πῦρ καὶ λύχνους καύσαντας) per sorvegliare se stessi/per fare la guardia al proprio accampamento (φυλάττειν ἑαυτοὺς) e durante la notte veniente/che veniva avendo digiunato (τήν τ᾽ ἐπιοῦσαν νύκτα νηστεύσαντας) (dice che…) si propiziavano gli dei in merito alla sopravvivenza di quelli/per la propria sopravvivenza (ἱλάσκεσθαι τοὺς θεοὺς περὶ τοῦ σῶσαι αὐτούς).

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τῇ δ᾽ ἐπιούσῃ ἡμέρᾳ Μωσῆν τινα συμβουλεῦσαι αὐτοῖς παραβαλλομένοις μίαν ὁδὸν τέμνειν ἄχρι ἂν ὅτου ἔλθωσιν εἰς τόπους οἰκουμένους, παρακελεύσασθαί τε αὐτοῖς μήτε ἀνθρώπων τινὶ εὐνοήσειν μήτε ἄριστα συμβουλεύσειν ἀλλὰ τὰ χείρονα θεῶν τε ναοὺς καὶ βωμούς, οἷς ἂν περιτύχωσιν, ἀνατρέπειν.

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E (dice che …) nel giorno che veniva/nel giorno seguente un certo Mosé consigliava a loro che si esponevano a rischi (τῇ δ᾽ ἐπιούσῃ ἡμέρᾳ Μωσῆν τινα συμβουλεῦσαι αὐτοῖς παραβαλλομένοις) di tagliare/percorrere una sola strada (μίαν ὁδὸν τέμνειν) fino a che (ἄχρι ὅτου) giungessero a dei luoghi abitati (ἂν ἔλθωσιν εἰς τόπους οἰκουμένους), e che raccomandava loro né di essere benevolo con qualcuno degli uomini/di non essere ben disposto verso nessun uomo (παρακελεύσασθαί τε αὐτοῖς μήτε ἀνθρώπων τινὶ εὐνοήσειν; nota che l’infinito è al futuro, a indicare un ordine, una raccomandazione… idem nella seguente infinitiva), né di consigliarsi le cose migliori ma quelle pessime /e di non comportarsi per il meglio ma comportarsi il peggio possibile (μήτε ἄριστα συμβουλεύσειν ἀλλὰ τὰ χείρονα) e i templi e gli altari degli dei, presso i quali capitassero, di sconvolgere (θεῶν τε ναοὺς καὶ βωμούς, οἷς ἂν περιτύχωσιν, ἀνατρέπειν).

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συναινεσάντων δὲ τῶν ἄλλων τὰ δοχθέντα ποιοῦντας διὰ τῆς ἐρήμου πορεύεσθαι, ἱκανῶς δὲ ὀχληθέντας ἐλθεῖν εἰς τὴν οἰκουμένην χώραν καὶ τούς τε ἀνθρώπους ὑβρίζοντας καὶ τὰ ἱερὰ συλῶντας καὶ ἐμπρήσαντας ἐλθεῖν εἰς τὴν νῦν Ἰουδαίαν προσαγορευομένην, κτίσαντας δὲ πόλιν ἐνταῦθα κατοικεῖν.

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Avendo approvato gli altri (cioè, gli altri membri del gruppo, oltre a Mosé) (συναινεσάντων δὲ τῶν ἄλλων: genit. assoluto) (tutti assieme) facendo le cose ritenute giuste (τὰ δοχθέντα ποιοῦντας) (dice che…) camminarono per il deserto (διὰ τῆς ἐρήμου πορεύεσθαι), ed essendo stati tormentati a sufficienza/avendo sofferto abbondantemente (ἱκανῶς δὲ ὀχληθέντας) (dice…) che si recarono in una terra abitata (ἐλθεῖν εἰς τὴν οἰκουμένην χώραν) e, avendo oltraggiato gli uomini e i templi avendo spogliato e avendo bruciato (καὶ τούς τε ἀνθρώπους ὑβρίζοντας καὶ τὰ ἱερὰ συλῶντας καὶ ἐμπρήσαντας->acc. masch. plur. partic. aoristo attivo di ἐμπρήθω: brucio), che andarono nell’ora definita da tutti Giudea/in quella che ora chiamata è Giudea (ἐλθεῖν εἰς τὴν νῦν Ἰουδαίαν προσαγορευομένην), e avendo costruito una città che lì abitarono (κτίσαντας δὲ πόλιν ἐνταῦθα κατοικεῖν).

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τὸ δὲ ἄστυ τοῦτο Ἱερόσυλα ἀπὸ τῆς ἐκείνων διαθέσεως ὠνομάσθαι.

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E (dice che…) questa città è stata chiamata Gerosola (τὸ δὲ ἄστυ τοῦτο Ἱερόσυλα ὠνομάσθαι; Ἱερόσυλα richiama il verbo ἱεροσυλέω: saccheggio) dalla disposizione di quelli/coerentemente con la loro disposizione d’animo (ἀπὸ τῆς ἐκείνων διαθέσεως).

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ὕστερον δ᾽ αὐτοὺς ἐπικρατήσαντας χρόνῳ διαλλάξαι τὴν ὀνομασίαν πρὸς τὸ ὀνειδίζεσθαι καὶ τήν τε πόλιν Ἱεροσόλυμα καὶ αὐτοὺς Ἱεροσολυμίτας προσαγορεύεσθαι.

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E (dice che…) dopo essi, essendo diventati potenti col tempo (ὕστερον δ᾽ αὐτοὺς ἐπικρατήσαντας χρόνῳ), che cambiarono il nome per l’essere biasimati/a causa del biasimo (che suscitava il nome precedente…) (διαλλάξαι τὴν ὀνομασίαν πρὸς τὸ ὀνειδίζεσθαι) e che essi sono chiamati da tutti (da allora…) Gerosolomitani (καὶ αὐτοὺς Ἱεροσολυμίτας προσαγορεύεσθαι).

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