ODISSEO INCONTRA L’OMBRA DI AIACE TELAMONIO NELL’ADE
(Omero, Iliade; XI: 541-564)
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Ulisse, sceso nell’Ade per interrogare Tiresia, ha modo di incontrare svariate anime di eroi morti da poco, con i quali aveva combattuto sotto le mura di Troia.
Tra esse vi è quella di Aiace Telamonio, cui egli aveva involontariamente sottratto l’onore delle armi di Achille, messe in palio in una gara indetta dalla stessa madre dell’eroe morto.
Anche se Ulisse vorrebbe parlare con l’anima di Aiace, questi – ancora sdegnato dall’affronto della sconfitta – rifiuta di rivolgergli la parola.
In questo brano viene, per la prima volta nella storia della letteratura occidentale, tematizzato il silenzio come forma (molto eloquente) di espressione di pensieri e sentimenti…
Il racconto dello sdegno e del suicidio di Aiace in seguito a tale sconfitta, è il tema dell'omonima tragedia di Sofocle, una delle sette pervenuteci.
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TESTO ORIGINALE:
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αἱ δ᾽ ἄλλαι ψυχαὶ νεκύων κατατεθνηώτων
ἕστασαν ἀχνύμεναι, εἴροντο δὲ κήδε᾽ ἑκάστη.
οἴη δ᾽ Αἴαντος ψυχὴ Τελαμωνιάδαο
νόσφιν ἀφεστήκει, κεχολωμένη εἵνεκα νίκης,
545τήν μιν ἐγὼ νίκησα δικαζόμενος παρὰ νηυσὶ
τεύχεσιν ἀμφ᾽ Ἀχιλῆος: ἔθηκε δὲ πότνια μήτηρ.
παῖδες δὲ Τρώων δίκασαν καὶ Παλλὰς Ἀθήνη.
ὡς δὴ μὴ ὄφελον νικᾶν τοιῷδ᾽ ἐπ᾽ ἀέθλῳ:
τοίην γὰρ κεφαλὴν ἕνεκ᾽ αὐτῶν γαῖα κατέσχεν,
550Αἴανθ᾽, ὃς πέρι μὲν εἶδος, πέρι δ᾽ ἔργα τέτυκτο
τῶν ἄλλων Δαναῶν μετ᾽ ἀμύμονα Πηλεΐωνα.
τὸν μὲν ἐγὼν ἐπέεσσι προσηύδων μειλιχίοισιν:
‘Αἶαν, παῖ Τελαμῶνος ἀμύμονος, οὐκ ἄρ᾽ ἔμελλες
οὐδὲ θανὼν λήσεσθαι ἐμοὶ χόλου εἵνεκα τευχέων
555οὐλομένων; τὰ δὲ πῆμα θεοὶ θέσαν Ἀργείοισι,
τοῖος γάρ σφιν πύργος ἀπώλεο: σεῖο δ᾽ Ἀχαιοὶ
ἶσον Ἀχιλλῆος κεφαλῇ Πηληϊάδαο
ἀχνύμεθα φθιμένοιο διαμπερές: οὐδέ τις ἄλλος
αἴτιος, ἀλλὰ Ζεὺς Δαναῶν στρατὸν αἰχμητάων
560ἐκπάγλως ἤχθηρε, τεῒν δ᾽ ἐπὶ μοῖραν ἔθηκεν.
ἀλλ᾽ ἄγε δεῦρο, ἄναξ, ἵν᾽ ἔπος καὶ μῦθον ἀκούσῃς
ἡμέτερον: δάμασον δὲ μένος καὶ ἀγήνορα θυμόν. ’
ὣς ἐφάμην, ὁ δέ μ᾽ οὐδὲν ἀμείβετο, βῆ δὲ μετ᾽ ἄλλας
ψυχὰς εἰς Ἔρεβος νεκύων κατατεθνηώτων.
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TESTO TRADOTTO:
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E le altre anime dei morti, afflitte, lì restavano, e ciascuna chiedeva ciò di cui soffriva patimento. Soltanto l’anima di Aiace Telamonio se ne stette a distanza, adirata per la sconfitta subìta presso le navi nel giudizio per le armi di Achille: premio proposto dalla augusta madre; e a decidere fu la prole dei Troiani e Pallade Atena. Oh, che io non avessi mai vinto un tale premio. A causa di quelle armi, un tale uomo la terra si tenne, Aiace, che e per l’aspetto e per le imprese era primo fra tutti gli altri Danai dopo il nobile Pelide. Io con parole mielate a lui rivolsi il discorso: ‘Aiace, figlio del nobile Telamone, e dunque nemmeno morto dovevi dismettere l’ira che contro di me sentisti per quelle armi funeste. Gli dèi ne fecero sventura per gli Argivi. Un tale baluardo eri per loro e scomparve con te. Per te, per la tua morte noi Achei siamo sempre addolorati, del pari che per la persona del Pelide Achille. Nessun altro ne ha colpa: è Zeus che prese terribilmente in odio l’esercito dei Danai guerrieri, e su te impose destino di morte. Su, signore, vieni qui: ascolta la parola e il discorso che a te rivolgo. Vinci in te l’ira e il tuo animo superbo’. Così dissi, ma quello nulla mi rispose e si avviò verso l’Erebo per raggiungere le altre anime dei morti defunti.
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TESTO SPIEGATO:
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αἱ δ᾽ ἄλλαι ψυχαὶ νεκύων κατατεθνηώτων
LE ALTRE ANIME DEI MORTI (νεκύων: genit. plur. di νέκυς, υος: morto) TRAPASSATI (part. att. perf. di κατα-θνήσκω: muoio; trapasso)
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ἕστασαν ἀχνύμεναι, εἴροντο δὲ κήδε᾽ ἑκάστη.
STAVANO SOFFERENTI (ἀχνύμεναι: part. presente di ἄχνυμαι: soffro), E IMPLORAVANO ATTENZIONI/SOLLECITUDINI (κήδεα; κῆδος, ους τὸ) CIASCUNA.
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οἴη δ᾽ Αἴαντος ψυχὴ Τελαμωνιάδαο
SOLA (οἴη: da οἶος, α, ον: unico, solo…; da non confondere con οἷος, α, ον: quale, tale da, capace di…!) L’ANIMA DI AIACE TELAMONIO (Τελαμωνιάδαο: genit. ionico per Τελαμωνιάδης, ου: figlio di Telamone)
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νόσφιν ἀφεστήκει, κεχολωμένη εἵνεκα νίκης,
LONTANO (νόσφιν: avverbio, poetico) ERA RIMASTA (ἀφεστήκει: 3^ sing. att. perf. indic. di ἀφ-ίστημι: sto da parte, lontano), OFFESA A CAUSA DELLA VITTORIA (εἵνεκα νίκης),
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545 τήν μιν ἐγὼ νίκησα δικαζόμενος παρὰ νηυσὶ
LA QUALE (τήν μιν: μιν=acc. sing. pronome relativo, enclit. poetico) IO AVEVO VINTA ((ἐ)νίκησα) ESSENDO STATO GIUDICATO PRESSO LE NAVI (παρὰ νηυσὶ)
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τεύχεσιν ἀμφ᾽ Ἀχιλῆος: ἔθηκε δὲ πότνια μήτηρ.
SULLE ARMI DI ACHILLE (ἀμφὶ τεύχεσιν Ἀχιλῆος); (LA…) AVEVA POSTA LA VENERATA (πότνια) MADRE (DI ACHILLE…)
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παῖδες δὲ Τρώων δίκασαν καὶ Παλλὰς Ἀθήνη.
I FIGLI DEI TROIANI AVEVANO GIUDICATO/DATO IL VERDETTO ((ἐ)δίκασαν) E PALLADE ATENA.
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ὡς δὴ μὴ ὄφελον νικᾶν τοιῷδ᾽ ἐπ᾽ ἀέθλῳ:
MAGARI NON (ὡς δὴ μὴ) ERO DESTINATO A VINCERE (ὄφελον νικᾶν; ὄφελον: aoristo indic. att. di ὀφείλω: sono debitore; sono destinato a) IN UN TALE AGONE (…τοιῷδ᾽ ἐπ᾽ ἀέθλῳ);
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τοίην γὰρ κεφαλὴν ἕνεκ᾽ αὐτῶν γαῖα κατέσχεν,
INFATTI UNA TALE TESTA/VITA A CAUSA DI ESSI LA TERRA TRATTENNE/SI TENNE (κατέσχεν: aoristo indic. att. di κατ-έχω: ho, tengo sotto, trattengo)
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550 Αἴανθ᾽, ὃς πέρι μὲν εἶδος, πέρι δ᾽ ἔργα τέτυκτο
AIACE, IL QUALE SIA PER L’IMMAGINE, SIA PER LE OPERE (πέρι μὲν εἶδος, πέρι δ᾽ ἔργα) ERA STATO BEN FATTO/AVEVA PRIMEGGIATO ((ἐ)τέτυκτο: 3^ sing. piuccheperf. medio-pass. indic. di τεύχω: produco; ben produco…)
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τῶν ἄλλων Δαναῶν μετ᾽ ἀμύμονα Πηλεΐωνα.
DEGLI/TRA GLI ALTRI DANAI (τῶν…: è un genitivo partitivo!) DOPO L’IMPECCABILE (ἀμύμονα) PELIDE.
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τὸν μὲν ἐγὼν ἐπέεσσι προσηύδων μειλιχίοισιν:
QUELLO IO (τὸν μὲν ἐγὼ(ν)) CHIAMAVO (προσηύδων: imperf. indic. da προσ- αυδάω: mi rivolgo a…, chiamo) CON PAROLE DOLCI (ἐπέεσσι μειλιχίοισιν; ἐπέεσσι= ἔπεσι):
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‘Αἶαν, παῖ Τελαμῶνος ἀμύμονος, οὐκ ἄρ᾽ ἔμελλες
“AIACE, FIGLIO DI TELAMONE SENZA DIFETTI, NON ANCORA (οὐκ ἄρ᾽) TI DECIDEVI/TI SEI DECISO (ἔμελλες),
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οὐδὲ θανὼν λήσεσθαι ἐμοὶ χόλου εἵνεκα τευχέων
NEMMENO (οὐδὲ) ESSENDO MORTO, A DIMENTICARMI/PERDONARMI (λήσεσθαι ἐμοὶ *) PER L’IRA DELLE ARMI (εἵνεκα χόλου τευχέων)
…
* ἔμελλες λήσεσθαι ἐμοὶ: μέλλω: sto per; mi decido a… + infinito futuro; λήσεσθαι: infinito medio futuro di λανθάνω: nascondo; al medio: occulto, dimentico)
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555 οὐλομένων; τὰ δὲ πῆμα θεοὶ θέσαν Ἀργείοισι,
PERDITRICI (οὐλομένων=ὀλομένων: partic. medio aoristo di ὄλλυμι: distruggo)? TALI COSE/EVENTI (τὰ) COME UNA SCIAGURA (πῆμα) GLI DEI HANNO POSTO/IMPOSTO AGLI ARGIVI,
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τοῖος γάρ σφιν πύργος ἀπώλεο: σεῖο δ᾽ Ἀχαιοὶ
INFATTI (TU…), PER NOI (σφιν) UNA TALE COLONNA/BALUARDO (τοῖος πύργος), SVANISTI (ἀπώλεο=ἀπώλου: 2^ sing. medio aoristo indic. di ἀπόλλυμι: distruggo; al medio: vado in rovina); DI/PER TE (σεῖο=σοῦ) (NOI…) ACHEI
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ἶσον Ἀχιλλῆος κεφαλῇ Πηληϊάδαο
COME PER LA VITA DI ACHILLE PELIDE (ἶσον κεφαλῇ Ἀχιλλῆος Πηληϊάδαο)
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ἀχνύμεθα φθιμένοιο διαμπερές: οὐδέ τις ἄλλος
SOFFRIAMO ESSENDO STATO ANNIENTATO (φθιμένοιο=φθιμένου: part. perfetto medio di φθίνω: anniento) CONTINUAMENTE; NÉ QUALCUN ALTRO
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αἴτιος, ἀλλὰ Ζεὺς Δαναῶν στρατὸν αἰχμητάων
(È…) RESPONSABILE, MA ZEUS L’ESERCITO DEI GUERRIERI DANAI (στρατὸν αἰχμητάων Δαναῶν)
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560 ἐκπάγλως ἤχθηρε, τεῒν δ᾽ ἐπὶ μοῖραν ἔθηκεν.
SPAVENTOSAMENTE ODIAVA (ἤχθηρε: 3^ sing. indic. att. aoristo di ἐχθαίρω: odio), E TE (τεῒν=σοί, epico) AL DESTINO/ALLA MORTE PORTÒ.
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ἀλλ᾽ ἄγε δεῦρο, ἄναξ, ἵν᾽ ἔπος καὶ μῦθον ἀκούσῃς
MA VIENI QUA, SIGNORE, AFFINCHÉ UNA PAROLA E UN RACCONTO (TU…) ASCOLTI/POSSA SENTIRE (ἵνα… ἀκούσῃς->congiunt. aoristo attivo di ἀκούω: odo, sento, ascolto; proposiz. finale)
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ἡμέτερον: δάμασον δὲ μένος καὶ ἀγήνορα θυμόν. ’
NOSTRO/NOSTRI; DOMA/CONTROLLA (δάμασον: imperat. aoristo attivo da δαμάζω: tengo sotto controllo, domino) L’IRA E IL SUPERBO CUORE.”
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ὣς ἐφάμην, ὁ δέ μ᾽ οὐδὲν ἀμείβετο, βῆ δὲ μετ᾽ ἄλλας
COSÌ PARLAVO, MA QUELLO (ὁ δέ) A ME NULLA RISPONDEVA (μοι οὐδὲν ἀμείβετο= ἠμείβετο: imperf. medio-pass. di ἀμείβω: ricambio, rispondo), E ANDAVA ((ἐ)βῆ: 3^ sing. att. indicat. aoristo di βαίνω: vado) TRA LE ALTRE
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ψυχὰς εἰς Ἔρεβος νεκύων κατατεθνηώτων.
ANIME DEI MORTI TRAPASSATI (ψυχὰς νεκύων κατατεθνηώτων) VERSO L’EREBO/L’OSCURITÀ.
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