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PERCHE’ NON ATTACCARE IL RE PERSIANO, MA ATTENDERE IL SUO ATTACCO… (Demostene: oraz. 14; par. 3 - 5)

Aggiornamento: 27 set 2019

PERCHE’ NON ATTACCARE IL RE PERSIANO, MA ATTENDERE IL SUO ATTACCO… (Demostene: oraz. 14; par. 3 - 5)




Ancora da Demostene… un brano in cui l’oratore ateniese cerca, per ragioni eminentemente strategiche, di dissuadere i suoi concittadini dall’attaccare per primi il Re della Persia, da sempre nemico giurato della libertà ellenica.


Egli spiega infatti che, se gli Ateniesi prendessero l'iniziativa, facendo la prima mossa contro il sovrano asiatico, quest’ultimo potrebbe facilmente utilizzare una tale iniziativa, in quanto apparentemente non del tutto giustificata perché non necessaria, come pretesto per portare dalla propria parte alcuni Greci, rompendo la già vacillante unità della loro compagine…


Infatti, la litigiosità che da sempre divideva tra loro le città-stato elleniche era notoriamente il principale punto di debolezza di quella strana “nazione”, composta da singoli staterelli fieri della propria autonomia, litigiosi tra loro e restii quindi a coordinarsi e ad agire all’unisono.




- TESTO GRECO:






Περὶ τῶν συμμοριῶν (14) (3-5)



[3] Ἐγὼ νομίζω κοινὸν ἐχθρὸν ἁπάντων τῶν Ἑλλήνων εἶναι βασιλέα, οὐ μὴν διὰ τοῦτο παραινέσαιμ᾽ ἂν μόνοις τῶν ἄλλων ὑμῖν πόλεμον πρὸς αὐτὸν ἄρασθαι· οὐδὲ γὰρ αὐτοὺς τοὺς Ἕλληνας ὁρῶ κοινοὺς ἀλλήλοις ὄντας φίλους, ἀλλ᾽ ἐνίους μᾶλλον ἐκείνῳ πιστεύοντας ἤ τισιν αὑτῶν. ἐκ δὴ τῶν τοιούτων νομίζω συμφέρειν ὑμῖν τὴν μὲν ἀρχὴν τοῦ πολέμου τηρεῖν ὅπως ἴση καὶ δικαία γενήσεται, παρασκευάζεσθαι δ᾽ ἃ προσήκει πάντα καὶ τοῦθ᾽ ὑποκεῖσθαι. [4] ἡγοῦμαι γάρ, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, τοὺς Ἕλληνας, εἰ μὲν ἐναργὲς [τι] γένοιτο καὶ σαφὲς ὡς βασιλεὺς αὐτοῖς ἐπιχειρεῖ, κἂν συμμαχῆσαι καὶ χάριν μεγάλην ἔχειν τοῖς πρὸ αὐτῶν καὶ μετ᾽ αὐτῶν ἐκεῖνον ἀμυνομένοις· εἰ δ᾽ ἔτ᾽ ἀδήλου τούτου καθεστηκότος προαπεχθησόμεθ᾽ ἡμεῖς, δέδια, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, μὴ τούτοις μετ᾽ ἐκείνου πολεμεῖν ἀναγκασθῶμεν, ὑπὲρ ὧν προνοούμεθα. [5] ὁ μὲν γὰρ ἐπισχὼν ὧν ὥρμηκεν, εἰ ἄρ᾽ ἐγχειρεῖν ἔγνωκε τοῖς Ἕλλησι, χρήματα δώσει τισὶν αὐτῶν καὶ φιλίαν προτενεῖται, οἱ δὲ τοὺς ἰδίους πολέμους ἐπανορθῶσαι βουλόμενοι καὶ τοῦτον τὸν νοῦν ἔχοντες τὴν κοινὴν ἁπάντων σωτηρίαν παρόψονται. εἰς δὲ τὴν ταραχὴν ταύτην καὶ τὴν ἀγνωμοσύνην παραινῶ μὴ προκαθεῖναι τὴν πόλιν ἡμῶν.




Traduzione letteraria:



Io credo che il Re sia comune nemico di tutti i Greci, e contuttociò non vi conforterei a muovergli guerra da voi soli. Perché i Greci sono senza dubbio poco amici fra di loro, anzi si fidano più di lui che di alcuni dei loro. Laonde io stimo utile che si cerchi il principio della guerra, che sia conveniente e giusto, e intanto con questo proposito si facciano le preparazioni opportune. E veramente io stimo. Ateniesi, che se apparisse chiaro che il re volesse venir contro i Greci, tutti si unirebbero e avrebbero obbligo non mediocre a quelli, che per loro e con loro lo rintuzzassero. Ma finché ciò è occulto, se noi scopriamo la nostra inimicizia, io temo, Ateniesi, che siamo necessitati a guerreggiare e lui ed essi ai quali vogliamo provvedere. Imperocché frenando egli l’impeto suo, quando puro volesse assaltare i Greci, ne placherebbe alcuni con denari, altri con amicizia simulata. E mentre essi cercherebbero un compenso alle loro guerre, trascurerebbero la salvezza comune. Non vogliate che la città nostra cada in tanta confusione e follia.




- TESTO GRECO CON TRADUZIONE E COMMENTO:




[3] Ἐγὼ νομίζω κοινὸν ἐχθρὸν ἁπάντων τῶν Ἑλλήνων εἶναι βασιλέα, οὐ μὴν διὰ τοῦτο παραινέσαιμ᾽ ἂν μόνοις τῶν ἄλλων ὑμῖν πόλεμον πρὸς αὐτὸν ἄρασθαι· οὐδὲ γὰρ αὐτοὺς τοὺς Ἕλληνας ὁρῶ κοινοὺς ἀλλήλοις ὄντας φίλους, ἀλλ᾽ ἐνίους μᾶλλον ἐκείνῳ πιστεύοντας ἤ τισιν αὑτῶν.

Io ritengo nemico comune di tutti gli Elleni essere il Re (…di Persia), non certamente per questo avrei consigliato/consiglierei (παραινέσαιμι: 1^ pers. sing. ottat. att. aoristo da παρ-αινέω: consiglio) a voi soli senza gli altri (= μόνοις τῶν ἄλλων: letter., soli tra gli altri; τῶν ἄλλων è genit. partitivo) di bramare/ricercare la guerra contro quello; né infatti vedo i Greci stessi uniti (κοινοὺς), essenti/essendo/come se fossero amici reciprocamente (ἀλλήλοις φίλους: letter., amici gli uni agli altri), ma alcuni più fedeli (πιστεύοντας: part. plur. da πιστεύω: mi fido) a quello (= il Re di Persia), che ad alcuni tra i Greci (ἤ τισιν αὑτῶν: letter., “che ad alcuni di se stessi”; ἤ va posto in relazione a μᾶλλον: più… che).


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ἐκ δὴ τῶν τοιούτων νομίζω συμφέρειν ὑμῖν τὴν μὲν ἀρχὴν τοῦ πολέμου τηρεῖν ὅπως ἴση καὶ δικαία γενήσεται, παρασκευάζεσθαι δ᾽ ἃ προσήκει πάντα καὶ τοῦθ᾽ ὑποκεῖσθαι.

Considerando tali cose (ἐκ δὴ τῶν τοιούτων: letter., Da tali cose) ritengo convenire a voi/che vi convenga (συμφέρειν ὑμῖν) guardare/star bene attenti all’inizio della guerra (τὴν μὲν ἀρχὴν τοῦ πολέμου τηρεῖν), a come (τηρεῖν ὅπως->preposiz. interrogativa: come?; letter., “guardare/curarsi di come…”) fare in modo che sia (γενήσεται: futuro indic. da γίγνομαι: vengo all’essere; il futuro ha valore volitivo: fare sì che sarà/sia) equo e giusto (ἴση καὶ δικαία: riferito all’inizio della guerra), (e…) approntare (παρασκευάζεσθαι) tutte le cose che pertengono (alla guerra…) (προσήκει; da προσ-ήκω: sono prima, sto davanti, sono essenziale, ecc.; difatti ήκω significa sono giunto->mi trovo/sto stabilmente; προς significa davanti), e (l’ultima infinitiva è dipendente dal “credo che” iniziale: νομίζω…) questo (τοῦθ’=τοῦτο) sia primo per importanza (ὑποκεῖσθαι).


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ἡγοῦμαι γάρ, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, τοὺς Ἕλληνας, εἰ μὲν ἐναργὲς [τι] γένοιτο καὶ σαφὲς ὡς βασιλεὺς αὐτοῖς ἐπιχειρεῖ, κἂν συμμαχῆσαι καὶ χάριν μεγάλην ἔχειν τοῖς πρὸ αὐτῶν καὶ μετ᾽ αὐτῶν ἐκεῖνον ἀμυνομένοις· εἰ δ᾽ ἔτ᾽ ἀδήλου τούτου καθεστηκότος προαπεχθησόμεθ᾽ ἡμεῖς, δέδια, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, μὴ τούτοις μετ᾽ ἐκείνου πολεμεῖν ἀναγκασθῶμεν, ὑπὲρ ὧν προνοούμεθα.

Ritengo infatti, o Ateniesi, che i Greci, se qualcosa avvenisse/fosse avvenuto (γένοιτο) di evidente e chiaro che (ὡς: preposiz. dichiarativa) (noi aggiungeremmo: “dimostrasse che…”) il Re li aggredisce, e (κἂν= καὶ ἄν->sfumatura di eventualità dell’infinitiva) combatterebbero uniti (συμμαχῆσαι) e avrebbero grande riconoscenza (χάριν μεγάλην ἔχειν) per quelli che allontanano/allontanino quello (= il Re) a favore di quelli e presso quelli (= gli aggrediti); ma se, essendo rimasto/restando (καθεστηκότος: part. att. gen. perfetto di καθίστημι: mi pongo (intrans.); pongo (trans.)) questo (= il Re) nascosto (ἀδήλου), noi attaccheremo per primi, temo (δέδια: 1^ sing. perf. ind. di δείδω: temo), o Ateniesi, che (μὴ + cong. è costruzione tipica delle dipendenti che esprimono timore; simile al ne + cong. in latino) saremmo costretti (ἀναγκασθῶμεν: 1^ pers. plur. cong. aor. pass. da ἀναγκάζω: spingo, induco) a fare guerra con quello (= il Re) (anche…) a questi (= gli altri Greci), ai quali (ὑπὲρ ὧν) provvediamo (προνοούμεθα: 1^ pers. plur. ind. pres. da προνοέω: penso in favore di, mi prendo cura di).


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ὁ μὲν γὰρ ἐπισχὼν ὧν ὥρμηκεν, εἰ ἄρ᾽ ἐγχειρεῖν ἔγνωκε τοῖς Ἕλλησι, χρήματα δώσει τισὶν αὐτῶν καὶ φιλίαν προτενεῖται, οἱ δὲ τοὺς ἰδίους πολέμους ἐπανορθῶσαι βουλόμενοι καὶ τοῦτον τὸν νοῦν ἔχοντες τὴν κοινὴν ἁπάντων σωτηρίαν παρόψονται.

Infatti quello da una parte (ὁ μὲν), interrompendo le cose che ha messo in moto/iniziato (ὥρμηκεν: 3^ sing. ind. att. perf. da ὁρμάω: metto in movimento), se veramente ha imparato/avesse imparato (ἔγνωκε: 3^ sing. ind. att. perf. da γιγνώσκω) a trattare coi Greci, darà/elargirà ricchezze ad alcuni di loro e prometterà (προτενεῖται: 3^ sing. ind. att. futuro asigmatico da προτείνω: prometto) amicizia, quelli dall’altra (οἱ δὲ) che vogliono/volessero sistemare (ἐπανορθῶσαι: inf. aor. att. da ἐπανορθόω: emendo, riparo) dei conflitti privati e che hanno/avessero questo pensiero (τοῦτον τὸν νοῦν ἔχοντες), perderanno di vista (παρόψονται: 3^ plur. ind. att. da παρ-οράω: vedo male, perdo di vista) la salvezza comune di tutti (i Greci…)


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εἰς δὲ τὴν ταραχὴν ταύτην καὶ τὴν ἀγνωμοσύνην παραινῶ μὴ προκαθεῖναι τὴν πόλιν ἡμῶν.

Verso un tale sconvolgimento (εἰς τὴν ταραχὴν ταύτην) e sconsideratezza (vi…) ammonisco/esorto di non gettare (προκαθεῖναι: infin. aor. att. da προ-καθ-ἵημι: gettare innanzi) la nostra città.




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