PEREGRINO SI FA BEFFE DEI CRISTIANI… (Luciano di Samosata: La morte di Peregrino; 11 -13) . . . .
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. Nel testo De morte Peregrini, Luciano di Samosata (II sec. d.C.) racconta la parabola di un certo Peregrino o Proteo (soprannome questo, dovuto al suo straordinario trasformismo), un “sapiente” imbroglione, abile nel manipolare le persone, che nel corso della propria vita acquisì fama e successo con le sue imprese sfolgoranti e la sua abilità oratoria.
Peregino (che non è un personaggio d'invenzione bensì un personaggio storico, attestato anche da altri autori antichi, e che è descritto da Luciano come un esibizionista patologico) riuscì a irretire agli inizi della sua carriera di ciarlatano anche alcune comunità cristiane, divenendone in breve tempo il capo indiscusso, come possiamo leggere in questo brano.
Esso è interessante, tra l’altro, perché costituisce una preziosa testimonianza di alcuni aspetti della vita delle prime comunità cristiane, o almeno di come esse dovevano apparire agli occhi dei pagani e dei razionalisti dell'epoca.
In sostanza Luciano, similmente a Celso (nonché ad molti altri autori dei primi secoli), descrive i seguaci di questa nuova setta come persone per molti versi effettivamente “virtuose”, ma anche purtroppo sciocche e credulone, in quanto le loro convinzioni e i loro comportamenti (seppur in sé nobili!) sarebbero privi di un fondamento razionale e filosofico, in quanto basati sulla fede e l’irrazionalità.
(καταφρονοῦσιν οὖν ἁπάντων ἐξ ἴσης καὶ κοινὰ ἡγοῦνται, ἄνευ τινὸς ἀκριβοῦς πίστεως τὰ τοιαῦτα παραδεξάμενοι. - Disprezzano poi ogni cosa egualmente e la considerano proprietà comune: idee queste, che hanno però accolte senza alcuna base certa.)
Un’immagine un po’ diversa da quella, parallela e forse storicamente un po’ anteriore, che li vedeva come individui loschi e perversi, pericolosi per lo Stato e per la società. Un’immagine, inoltre, la cui diffusione favorirà probabilmente la loro riabilitazione tra le masse e la diffusione capillare del loro messaggio in seno alla società romana. . . Testo greco: - ‘ [11] ὅτεπερ καὶ τὴν θαυμαστὴν σοφίαν τῶν Χριστιανῶν ἐξέμαθεν, περὶ τὴν Παλαιστίνην τοῖς ἱερεῦσιν καὶ γραμματεῦσιν αὐτῶν ξυγγενόμενος. καὶ τί γάρ; ἐν βραχεῖ παῖδας αὐτοὺς ἀπέφηνε, προφήτης καὶ ^ θιασάρχης καὶ ξυναγωγεὺς καὶ πάντα μόνος αὐτὸς ὤν, καὶ τῶν βίβλων τὰς μὲν ἐξηγεῖτο καὶ διεσάφει, πολλὰς δὲ αὐτὸς καὶ συνέγραφεν, καὶ ὡς θεὸν αὐτὸν ἐκεῖνοι ᾐδοῦντο ^ καὶ νομοθέτῃ ἐχρῶντο καὶ προστάτην ἐπεγράφοντο, μετὰ ^ γοῦν ἐκεῖνον ὃν ἔτι σέβουσι, τὸν ἄνθρωπον τὸν ἐν τῇ Παλαιστίνῃ ἀνασκολοπισθέντα, ὅτι καινὴν ταύτην ^ τελετὴν εἰσῆγεν ἐς ^ τὸν βίον. ’ ‘ [12] τότε δὴ καὶ συλληφθεὶς ἐπὶ τούτῳ ὁ Πρωτεὺς ἐνέπεσεν εἰς τὸ δεσμωτήριον, ὅπερ καὶ αὐτὸ οὐ μικρὸν αὐτῷ ἀξίωμα περιεποίησεν πρὸς τὸν ἑξῆς βίον καὶ τὴν τερατείαν καὶ δοξοκοπίαν ὧν ἐρῶν ἐτύγχανεν. ἐπεὶ δ᾽ οὖν ἐδέδετο, οἱ Χριστιανοὶ συμφορὰν ποιούμενοι τὸ πρᾶγμα πάντα ἐκίνουν ἐξαρπάσαι πειρώμενοι αὐτόν. εἶτ᾽, ἐπεὶ τοῦτο ἦν ἀδύνατον, ἥ γε ἄλλη θεραπεία πᾶσα οὐ παρέργως ἀλλὰ σὺν σπουδῇ ἐγίγνετο: καὶ ἕωθεν μὲν εὐθὺς ἦν ὁρᾶν παρὰ τῷ δεσμωτηρίῳ περιμένοντα γρᾴδια χήρας τινὰς καὶ παιδία ὀρφανά, οἱ δὲ ἐν τέλει αὐτῶν καὶ συνεκάθευδον ἔνδον μετ᾽ αὐτοῦ διαφθείραντες τοὺς δεσμοφύλακας. εἶτα δεῖπνα ποικίλα εἰσεκομίζετο καὶ λόγοι ἱεροὶ αὐτῶν ἐλέγοντο, καὶ ὁ βέλτιστος Περεγρῖνος — ἔτι γὰρ τοῦτο ἐκαλεῖτο — καινὸς Σωκράτης ὑπ᾽ αὐτῶν ὠνομάζετο. ’ ‘ [13] καὶ μὴν κἀκ τῶν ἐν Ἀσίᾳ πόλεων ἔστιν ὧν ἧκόν τινες, τῶν Χριστιανῶν στελλόντων ἀπὸ τοῦ κοινοῦ, βοηθήσοντες καὶ συναγορεύσοντες καὶ παραμυθησόμενοι τὸν ἄνδρα. ἀμήχανον δέ τι τὸ τάχος ἐπιδείκνυνται, ἐπειδάν τι τοιοῦτον γένηται δημόσιον ἐν βραχεῖ γὰρ ἀφειδοῦσι πάντων. καὶ δὴ καὶ τῷ Περεγρίνῳ πολλὰ τότε ἧκεν χρήματα παρ᾽ αὐτῶν ἐπὶ προφάσει τῶν δεσμῶν, καὶ πρόσοδον οὐ μικρὰν ταύτην ἐποιήσατο. ^ πεπείκασι γὰρ αὑτοὺς οἱ κακοδαίμονες τὸ μὲν ὅλον ἀθάνατοι ἔσεσθαι καὶ βιώσεσθαι τὸν ἀεὶ χρόνον, παρ᾽ ὃ καὶ καταφρονοῦσιν τοῦ θανάτου καὶ ἑκόντες αὑτοὺς ἐπιδιδόασιν οἱ πολλοί. ἔπειτα δὲ ὁ νομοθέτης ὁ πρῶτος ἔπεισεν αὐτοὺς ὡς ἀδελφοὶ πάντες εἶεν ἀλλήλων, ἐπειδὰν ἅπαξ παραβάντες θεοὺς μὲν τοὺς Ἑλληνικοὺς ἀπαρνήσωνται, τὸν δὲ ἀνεσκολοπισμένον ἐκεῖνον σοφιστὴν αὐτὸν ^ προσκυνῶσιν καὶ κατὰ τοὺς ἐκείνου νόμους βιῶσιν. καταφρονοῦσιν οὖν ἁπάντων ἐξ ἴσης καὶ κοινὰ ἡγοῦνται, ἄνευ τινὸς ἀκριβοῦς πίστεως τὰ τοιαῦτα παραδεξάμενοι. ἢν τοίνυν παρέλθῃ τις εἰς αὐτοὺς γόης καὶ τεχνίτης ἄνθρωπος καὶ πράγμασιν χρῆσθαι δυνάμενος, αὐτίκα μάλα πλούσιος ἐν βραχεῖ ἐγένετο ἰδιώταις ἀνθρώποις ἐγχανών. ’ http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A2008.01.0461%3Asection%3D11&fbclid=IwAR3Iyx9I7MFGAc674CCq60e5IUebQz14dNESxxLOqCZgJ6xkkkUkMLGJvS4 . . Traduzione libera: - Fu allora che Peregrino si impadronì della stupefacente sapienza dei cristiani, quando, in Palestina, si associò ai loro sacerdoti e scribi. E in un batter d’occhio – e come poteva essere diversamente – li fece tutti apparire come bambini: era lui il profeta, lui a presiedere le celebrazioni liturgiche, lui il capo della sinagoga e ogni cosa a un tempo. Spiegava e chiariva molti dei loro libri, molti altri li andava componendo lui stesso. Quelli lo stimavano come un dio e si servivano di lui come un legislatore: lo elessero a loro capo, secondo soltanto a colui che veneravano ancora, quell’uomo crocefisso in Palestina per il fatto di aver introdotto tra gli uomini questa nuova religione. Fu allora appunto che Proteo, catturato sotto tale imputazione, fu gettato in prigione; il fatto gli procurò una non piccola reputazione e lo avvantaggiò enormemente nella sua futura carriera di ciarlatano e di istrione, cose delle quali era amante. Quando dunque venne imprigionato i Cristiani, reputando l’evento una sciagura, mossero cielo e terra nell’intento di strapparlo al carcere. Ma dato che questo si dimostrò impossibile, egli fu fatto segno di grande cura, e non di tanto in tanto ma con grande impegno. Fin dal primo mattino si potevano vedere anziane vedove e orfanelli in attesa davanti alla prigione, mentre i loro capi, corrotte le guardie, riuscivano perfino a passare la notte all’interno del carcere, insieme con lui. Qui dentro venivano serviti pasti variati e si dava lettura ad alta voce dei loro libri sacri; il nobile Peregrino – così infatti veniva già chiamato – ebbe presso di loro il nome di “nuovo Socrate”. E non è tutto: dalle città dell’Asia vennero alcuni, inviati dai Cristiani a spese della comunità, per soccorrere, difendere e incoraggiare il nostro uomo. È davvero incredibile la solerzia che mostrano ogni volta che una cosa del genere si divulga: in un attimo danno fondo a tutto. A favore di Peregrino, ad esempio, in occasione dell’arresto, vennero versate notevoli sostanze, e così egli poté procurarsi una piccola rendita. Questi poveretti sono convinti di diventare assolutamente immortali e che vivranno per l’eternità. Ed è questa la ragione per cui disprezzano la morte e spontaneamente i più le si offrono. Il loro primo legislatore, inoltre, li ha persuasi di essere fra loro tutti fratelli, una volta che, passati per sempre alla nuova fede e rinnegate le divinità dei Greci, adorino proprio quel sofista crocefisso e vivano secondo la sua legge. Disprezzano poi ogni cosa egualmente e la considerano proprietà comune: idee queste, che hanno però accolte senza alcuna base certa. Così, se capita fra loro un ciarlatano o un imbroglione abile a sfruttare la situazione, diverrà subito ricchissimo facendosi beffe della loro semplicità. (Traduzione tratta dal libro “La follia dei Cristiani” di Fabio Ruggiero, Città Nuova, 2002; pagine 100, 101) .
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Traduzione letterale e spiegata (trovata online!):
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https://digilander.libero.it/Hard_Rain/de_morte_peregrini_edizione_web.pdf?fbclid=IwAR3wLi8f8rIQwg1S41bzQatxTRU46jKH8K1rCG-XXIWOhImPo5k2vdehh1o
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Traduzione libera online:
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http://www.senecio.it/riv/peregrino.pdf?fbclid=IwAR1e2racglBML5Jt9tY-YPlyhsT201FePB2q5UyH910SUYS-WaTNB3E_a-4
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Testo greco spiegato:
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‘ [11] ὅτεπερ καὶ τὴν θαυμαστὴν σοφίαν τῶν Χριστιανῶν ἐξέμαθεν, περὶ τὴν Παλαιστίνην τοῖς ἱερεῦσιν καὶ γραμματεῦσιν αὐτῶν ξυγγενόμενος. καὶ τί γάρ;
QUANDO APPUNTO/ALLORA APPUNTO (ὅτε[περ]) (PEREGRINO…) APPRESE ANCHE LA STUPEFACENTE SAPIENZA DEI CRISTIANI (καὶ τὴν θαυμαστὴν σοφίαν τῶν Χριστιανῶν ἐξέμαθεν->3^ sing. indic. aoristo attivo di ἐκ-μανθάνω: esamino, imparo), FREQUENTANDO ATTORNO ALLA/IN PALESTINA I SACERDOTI E I GRAMMATICI/SAPIENTi DI ESSI/DEI CRISTIANI (περὶ τὴν Παλαιστίνην τοῖς ἱερεῦσιν καὶ γραμματεῦσιν αὐτῶν ξυγγενόμενος). E COSA (AVVENNE…) INFATTI (καὶ τί γάρ)?
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ἐν βραχεῖ παῖδας αὐτοὺς ἀπέφηνε, προφήτης καὶ ^ θιασάρχης καὶ ξυναγωγεὺς καὶ πάντα μόνος αὐτὸς ὤν, καὶ τῶν βίβλων τὰς μὲν ἐξηγεῖτο καὶ διεσάφει, πολλὰς δὲ αὐτὸς καὶ συνέγραφεν, καὶ ὡς θεὸν αὐτὸν ἐκεῖνοι ᾐδοῦντο ^ καὶ νομοθέτῃ ἐχρῶντο καὶ προστάτην ἐπεγράφοντο, μετὰ ^ γοῦν ἐκεῖνον ὃν ἔτι σέβουσι, τὸν ἄνθρωπον τὸν ἐν τῇ Παλαιστίνῃ ἀνασκολοπισθέντα, ὅτι καινὴν ταύτην ^ τελετὴν εἰσῆγεν ἐς ^ τὸν βίον. ’
IN BREVE (TEMPO…) LI MOSTRÒ/LI FECE APPARIRE COME BAMBINI//LI EBBE IN SUO POTERE (ἐν βραχεῖ παῖδας αὐτοὺς ἀπέφηνε->3^ sing. indic. aoristo attivo di ἀπο-φαίνω: dimostro), EGLI ESSENDO/DIVENENDO VATE E TIASARCA E CONVOCATORE (αὐτὸς ὤν προφήτης καὶ ^ θιασάρχης καὶ ξυναγωγεὺς) E PRIMO IN TUTTE LE COSE (καὶ πάντα μόνος; πάντα: accusat. di relazione), E ALCUNI DEI (LORO…) LIBRI (καὶ τῶν βίβλων τὰς μὲν…; nota bene: βίβλος è femminile) ESPONEVA E SPIEGAVA (ἐξηγεῖτο καὶ διεσάφει), MOLTI INVECE (πολλὰς δὲ) EGLI STESSO ANCHE/INOLTRE SCRIVEVA (αὐτὸς καὶ συνέγραφεν), E COME UN DIO QUELLI LO TEMEVANO E COME NOMOTETA (LO…) USAVANO/LO CONSIDERAVANO IL LORO LEGISLATORE (καὶ ὡς θεὸν αὐτὸν ἐκεῖνοι ᾐδοῦντο ^ καὶ νομοθέτῃ ἐχρῶντο) E CAPO (LO…) INTITOLAVANO/DICHIARAVANO (καὶ προστάτην ἐπεγράφοντο), DOPO OVVIAMENTE QUELLO IL QUALE ANCORA ADORANO [CIOÈ GESÙ] (μετὰ ^ γοῦν ἐκεῖνον ὃν ἔτι σέβουσι), L’UOMO CHE ERA STATO CROCEFISSO IN PALESTINA (τὸν ἄνθρωπον τὸν ἐν τῇ Παλαιστίνῃ ἀνασκολοπισθέντα), POICHÉ QUESTA NUOVA DOTTRINA (EGLI…) PORTAVA VERSO LA/ALLA VITA (ὅτι καινὴν ταύτην ^ τελετὴν εἰσῆγεν ἐς ^ τὸν βίον)//PERCHÉ INSEGNAVA AL MONDO QUESTA NUOVA DOTTRINA.
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‘ [12] τότε δὴ καὶ συλληφθεὶς ἐπὶ τούτῳ ὁ Πρωτεὺς ἐνέπεσεν εἰς τὸ δεσμωτήριον, ὅπερ καὶ αὐτὸ οὐ μικρὸν αὐτῷ ἀξίωμα περιεποίησεν πρὸς τὸν ἑξῆς βίον καὶ τὴν τερατείαν καὶ δοξοκοπίαν ὧν ἐρῶν ἐτύγχανεν.
E ALLORA, DOPO ESSERE STATO PRESO/ARRESTATO PER QUESTA COSA (τότε δὴ καὶ συλληφθεὶς ἐπὶ τούτῳ; συλληφθεὶς: partic. masch. sing. nomin. aoristo passivo di συλλαμβάνω: prendo, catturo), PROTEO CADDE/SI RITROVÒ IN CARCERE (ὁ Πρωτεὺς ἐνέπεσεν εἰς τὸ δεσμωτήριον; ἐνέπεσεν: 3^ sing. indic. aoristo attivo di ἐμ-πίπτω: inciampo, cado in), IL QUALE CERTO ANCHE PER SE STESSO (ὅ[περ] καὶ αὐτὸ) CREÒ ATTORNO A LUI NON PICCOLO PRESTIGIO (οὐ μικρὸν αὐτῷ ἀξίωμα περιεποίησεν) PER LA VITA DI SEGUITO/DA ALLORA IN AVANTI (πρὸς τὸν ἑξῆς βίον καὶ τὴν τερατείαν καὶ δοξοκοπίαν) E (PER…) LA CIARLATANERIA/LE CIALTRONATE E L’AMBIZIONE/LE SPARATE AMBIZIOSE (καὶ (πρὸς) τὴν τερατείαν καὶ δοξοκοπίαν) DELLE QUALI GLI ACCADEVA DI PARLARE/CHE A VOLTE FACEVA (ὧν ἐρῶν ἐτύγχανεν; partic. predicativo: “egli accadeva dicente”, ovvero “gli accadeva di dire/parlare” (il partic. predicat. si ha quando il participio è più importante semanticamente del verbo che lo regge; tipico del verbo τυγχάνω: imbattersi, accadere!; ἐρῶν: partic. sing. masch. nomin. aoristo att. di λέγω: dico, parlo).
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ἐπεὶ δ᾽ οὖν ἐδέδετο, οἱ Χριστιανοὶ συμφορὰν ποιούμενοι τὸ πρᾶγμα πάντα ἐκίνουν ἐξαρπάσαι πειρώμενοι αὐτόν.
POICHÉ DUNQUE ERA STATO INCATENATO (ἐπεὶ δ᾽ οὖν ἐδέδετο), I CRISTIANI FACENDO/RITENENDO IL FATTO UNA DISGRAZIA (οἱ Χριστιανοὶ συμφορὰν ποιούμενοι τὸ πρᾶγμα) TUTTE LE COSE MOSSERO/FECERO DI TUTTO (πάντα ἐκίνουν) TENTANDO DI LIBERARLO (ἐξαρπάσαι πειρώμενοι αὐτόν).
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εἶτ᾽, ἐπεὶ τοῦτο ἦν ἀδύνατον, ἥ γε ἄλλη θεραπεία πᾶσα οὐ παρέργως ἀλλὰ σὺν σπουδῇ ἐγίγνετο: καὶ ἕωθεν μὲν εὐθὺς ἦν ὁρᾶν παρὰ τῷ δεσμωτηρίῳ περιμένοντα γρᾴδια χήρας τινὰς καὶ παιδία ὀρφανά, οἱ δὲ ἐν τέλει αὐτῶν καὶ συνεκάθευδον ἔνδον μετ᾽ αὐτοῦ διαφθείραντες τοὺς δεσμοφύλακας.
IN SEGUITO, POICHÉ QUESTA COSA ERA IMPOSSIBILE (εἶτ᾽, ἐπεὶ τοῦτο ἦν ἀδύνατον), L’ALTRA TERAPIA/CURA TUTTA NON SALTUARIAMENTE MA CON IMPEGNO/CONTINUITÀ SORSE//SI DEDICARONO A CURARLO IN MODO NON SALTUARIO MA MOLTO ASSIDUO (ἥ γε ἄλλη θεραπεία πᾶσα οὐ παρέργως ἀλλὰ σὺν σπουδῇ ἐγίγνετο); E ALLA MATTINA (καὶ ἕωθεν) SUBITO ERA (POSSIBILE…) VEDERE (μὲν εὐθὺς ἦν ὁρᾶν) PRESSO LA PRIGIONE VECCHIERELLE SOSTANTI (παρὰ τῷ δεσμωτηρίῳ περιμένοντα γρᾴδια) ALCUNE VEDOVE E BAMBINI ORFANI (χήρας τινὰς καὶ παιδία ὀρφανά), ALTRI INVECE (…οἱ δὲ) ALLA FINE DI ESSI/ULTIMI DELLA FILA ANCHE/INOLTRE DORMIVANO DENTRO PRESSO DI LUI, CORROMPENDO/TENTANDO DI CORROMPERE LE GUARDIE CARCERARIE (ἐν τέλει αὐτῶν καὶ συνεκάθευδον ἔνδον μετ᾽ αὐτοῦ διαφθείραντες τοὺς δεσμοφύλακας).
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εἶτα δεῖπνα ποικίλα εἰσεκομίζετο καὶ λόγοι ἱεροὶ αὐτῶν ἐλέγοντο, καὶ ὁ βέλτιστος Περεγρῖνος — ἔτι γὰρ τοῦτο ἐκαλεῖτο — καινὸς Σωκράτης ὑπ᾽ αὐτῶν ὠνομάζετο. ’
E POI (GLI…) SERVIVANO PRANZI VARIEGATI E DISCORSI SACRI DI ESSI/DEI CRISTIANI ERANO DETTI/PRONUNCIATI (εἶτα δεῖπνα ποικίλα εἰσεκομίζετο καὶ λόγοι ἱεροὶ αὐτῶν ἐλέγοντο), E IL SOMMO PEREGRINO – ANCORA QUESTO/COSÌ ERA CHIAMATO – UN NUOVO SOCRATE TRA ESSI ERA CONSIDERATO (καὶ ὁ βέλτιστος Περεγρῖνος — ἔτι γὰρ τοῦτο ἐκαλεῖτο — καινὸς Σωκράτης ὑπ᾽ αὐτῶν ὠνομάζετο).
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‘ [13] καὶ μὴν κἀκ τῶν ἐν Ἀσίᾳ πόλεων ἔστιν ὧν ἧκόν τινες, τῶν Χριστιανῶν στελλόντων ἀπὸ τοῦ κοινοῦ, βοηθήσοντες καὶ συναγορεύσοντες καὶ παραμυθησόμενοι τὸν ἄνδρα.
E CERTO ANCHE DALLE CITTÀ IN ASIA/ASIATICHE (καὶ μὴν κἀκ [=καὶ ἐκ] τῶν ἐν Ἀσίᾳ πόλεων) È/ACCADE/ACCADDE ALCUNI (INDIVIDUI…) DELLE QUALI (INTENDI: DELLE CITTÀ…) GIUNGEVANO (ἔστιν ὧν ἧκόν τινες)//E INOLTRE AVVENNE CHE ALCUNI ARRIVASSERO ANCHE DALLE CITTÀ ASIATICHE (N.B: la frase originale greca è intraducibilein italiano in modo letterale…), I CRISTIANI INVIANDO(LI) DAL BENE COMUNE/POICHÉ GLI ALTRI CRISTIANI LI MANDAVANO COI BENI DELLA COMUNITÀ (τῶν Χριστιανῶν στελλόντων ἀπὸ τοῦ κοινοῦ), PERCHÉ SOCCORRESSERO E SOSTENESSERO CON LA PAROLA E INCORAGGIASSERO L’UOMO/IL NOSTRO UOMO (βοηθήσοντες καὶ συναγορεύσοντες καὶ παραμυθησόμενοι τὸν ἄνδρα; nota: sono tutti e tre participi futuri, con valore finale).
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ἀμήχανον δέ τι τὸ τάχος ἐπιδείκνυνται, ἐπειδάν τι τοιοῦτον γένηται δημόσιον ἐν βραχεῖ γὰρ ἀφειδοῦσι πάντων.
E UNA QUALCHE SEMPLICE VELOCITÀ/EFFICIENZA MOSTRANO (ἀμήχανον δέ τι τὸ τάχος ἐπιδείκνυνται), QUALORA QUALCOSA DI TALE/QUALCOSA (ἐπειδάν τι τοιοῦτον; ἐπειδάν= ἐπειδὴ ἄν->eventualità) SIA PUBBLICO/DI TUTTI (γένηται δημόσιον), IN BREVE (TEMPO…) INFATTI DISSIPANO/SI DISFANO DI TUTTE LE COSE//DISSIPANO TUTTI I BENI (ἐν βραχεῖ γὰρ ἀφειδοῦσι πάντων).
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καὶ δὴ καὶ τῷ Περεγρίνῳ πολλὰ τότε ἧκεν χρήματα παρ᾽ αὐτῶν ἐπὶ προφάσει τῶν δεσμῶν, καὶ πρόσοδον οὐ μικρὰν ταύτην ἐποιήσατο.
E CERTO ANCHE A PEREGRINO ALLORA GIUNSERO MOLTE RICCHEZZE DA ESSI (καὶ δὴ καὶ τῷ Περεγρίνῳ πολλὰ τότε ἧκεν χρήματα παρ᾽ αὐτῶν) IN RFAGIONE/A MOTIVO DEI CEPPI (ἐπὶ προφάσει τῶν δεσμῶν), E (EGLI…) SI FECE (καὶ ἐποιήσατο) QUESTA NON PICCOLA RENDITA (οὐ μικρὰν ταύτην πρόσοδον).
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^ πεπείκασι γὰρ αὑτοὺς οἱ κακοδαίμονες τὸ μὲν ὅλον ἀθάνατοι ἔσεσθαι καὶ βιώσεσθαι τὸν ἀεὶ χρόνον, παρ᾽ ὃ καὶ καταφρονοῦσιν τοῦ θανάτου καὶ ἑκόντες αὑτοὺς ἐπιδιδόασιν οἱ πολλοί.
INFATTI LI HANNO CONVINTI GLI SCIAGURATI/I DELINQUENTI (πεπείκασι γὰρ αὑτοὺς οἱ κακοδαίμονες) CHE SARANNO (ἔσεσθαι: infinito futuro di εἰμί: sono) DEL TUTTO IMMORTALI (τὸ μὲν ὅλον ἀθάνατοι; τὸ ὅλον: avverbiale) E CHE VIVRANNO NEL TEMPO ETERNAMENTE/PER SEMPRE (καὶ βιώσεσθαι τὸν ἀεὶ χρόνον), PER LA QUAL COSA (παρ᾽ ὃ καὶ) SIA DISPREZZANO LA MORTE (καταφρονοῦσιν τοῦ θανάτου) SIA VOLENTI/VOLONTARIAMENTE MOLTI (DI ESSI…) DANNO/SACRIFICANO SE STESSI (καὶ ἑκόντες οἱ πολλοί ἐπιδιδόασιν αὑτοὺς->N.B: è riflessivo (=ἑαυτοῦς), ha lo spirito aspro!).
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ἔπειτα δὲ ὁ νομοθέτης ὁ πρῶτος ἔπεισεν αὐτοὺς ὡς ἀδελφοὶ πάντες εἶεν ἀλλήλων, ἐπειδὰν ἅπαξ παραβάντες θεοὺς μὲν τοὺς Ἑλληνικοὺς ἀπαρνήσωνται, τὸν δὲ ἀνεσκολοπισμένον ἐκεῖνον σοφιστὴν αὐτὸν ^ προσκυνῶσιν καὶ κατὰ τοὺς ἐκείνου νόμους βιῶσιν.
POICHÉ IL PRIMO LEGISLATORE (=CRISTO) LI CONVINSE CHE TUTTI FRATELLI SAREBBERO/POTREBBERO ESSERE GLI UNI DEGLI ALTRI (ἔπειτα δὲ ὁ νομοθέτης ὁ πρῶτος ἔπεισεν αὐτοὺς ὡς ἀδελφοὶ πάντες εἶεν ἀλλήλων), QUALORA UNA VOLTA PER TUTTE (ἐπειδὰν ἅπαξ) AFFINACANDO(GLI)SI GLI DEI GRECI ABBIANO RINNEGATO (παραβάντες θεοὺς μὲν τοὺς Ἑλληνικοὺς ἀπαρνήσωνται), E QUELL’(UOMO) CROCEFISSO (τὸν δὲ ἀνεσκολοπισμένον ἐκεῖνον) COME UN SAPIENTE LO ADORINO (σοφιστὴν αὐτὸν ^ προσκυνῶσιν) E SECONDO LE LEGGI DI LUI VIVANO (καὶ κατὰ τοὺς ἐκείνου νόμους βιῶσιν).
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καταφρονοῦσιν οὖν ἁπάντων ἐξ ἴσης καὶ κοινὰ ἡγοῦνται, ἄνευ τινὸς ἀκριβοῦς πίστεως τὰ τοιαῦτα παραδεξάμενοι.
DISPREZZANO QUINDI TUTTE LE COSE (καταφρονοῦσιν οὖν ἁπάντων) EGUALMENTE (ἐξ ἴσης: espressione idiomatica) E COMUNI (LE…) RITENGONO (καὶ κοινὰ ἡγοῦνται), SENZA UNA QUALCHE PRECISA DIMOSTRAZIONE (ἄνευ τινὸς ἀκριβοῦς πίστεως) DI TALI COSE ESSENDO STATI CONVINTI (τὰ τοιαῦτα παραδεξάμενοι; τὰ τοιαῦτα: accusativo di relazione)//CREDENDOVI SENZA CHE NESSUNO LO ABBIA LORO DIMOSTRATO VERAMENTE (ἄνευ τινὸς ἀκριβοῦς πίστεως τὰ τοιαῦτα παραδεξάμενοι).
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ἢν τοίνυν παρέλθῃ τις εἰς αὐτοὺς γόης καὶ τεχνίτης ἄνθρωπος καὶ πράγμασιν χρῆσθαι δυνάμενος, αὐτίκα μάλα πλούσιος ἐν βραχεῖ ἐγένετο ἰδιώταις ἀνθρώποις ἐγχανών. ’
QUALORA DUNQUE GIUNGESSE QUALCUNO DA/TRA LORO, UOMO INCANTATORE E ABILE (ἢν (=ἐὰν-> εἰ ἂν: “se eventualmente”) τοίνυν παρέλθῃ τις εἰς αὐτοὺς γόης καὶ τεχνίτης ἄνθρωπος), E CAPACE DI USARE I FATTI /ABILE NEL RAGGIRARE (καὶ πράγμασιν χρῆσθαι δυνάμενος), SUBITO MOLTO RICCO IN POCO (TEMPO…) DIVENTAVA/DIVENTEREBBE (αὐτίκα μάλα πλούσιος ἐν βραχεῖ ἐγένετο) DERIDENDO/FACENDOSI BEFFE DI UOMINI SEMPLICI (ἰδιώταις ἀνθρώποις ἐγχανών->partic. masch. sing. aoristo attivo di ἐγ-χαίνω: rido di, derido, prendo in giro).
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