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Immagine del redattoreAdriano Torricelli

Platone, REPUBBLICA: I libro [327, 328…]

Platone, REPUBBLICA: I libro [327, 328…]



Si traducono qui di seguito i primi periodi della Repubblica di Platone.

Per l’operazione ho usato il pdf segnalato sotto, trovato on line e opera di un professore americano.

Anche se nel mio testo vi sono già alcune note alla traduzione, vi consiglio per maggiori dettagli di consultare il pdf che, oltre al testo greco, contiene tutte o quasi le indicazioni necessarie a effettuare, con una certa facilità, una traduzione in autonomia.


Le pagine utili all’interno dell’allegato sono: la 14 e la 15 (contenenti il dizionario essenziale (“Core Vocabulary”) delle parole presenti nel testo greco esaminato); la 22 e la 24 (con il solo testo greco); la 23 e la 25 (con note più specifiche al testo: la pagina 23 per la 22 e la pagina 25 per la 24). COME POTRETE VEDERE, GLI A CAPO DEL MIO TESTO NON CORRISPONDONO QUASI MAI ALLA FINE DEL PERIODO DI PLATONE, BENSÌ ALL’INTERRUZIONE NELLA PAGINA DEL PDF DI RIFERIMENTO! SEGUENDO I CRITERI DI UNA TRADUZIONE RIGOROSAMENTE INTERLINEARE, L’ORDINE DELLE PAROLE ITALIANE CORRISPONDE SEMPRE (ANCHE A SCAPITO DI UNA CHIAREZZA IMMEDIATA DEL TESTO) A QUELLO DELLE PAROLE GRECHE.

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TESTO GRECO (PRESO DAL PDF):

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(pag. 22 del pdf)

ΠΟΛΙΤΕΙΑ Α ΣΩΚΡΑΤΗΣ [327] Κατέβην χθὲς εἰς Πειραιᾶ μετὰ Γλαύκωνος τοῦ Ἀρίστωνος προσευξόμενός τε τῇ θεῷ καὶ ἅμα τὴν ἑορτὴν βουλόμενος θεάσασθαι τίνα τρόπον ποιήσουσιν ἅτε νῦν πρῶτον ἄγοντες. καλὴ μὲν οὖν μοι καὶ ἡ τῶν ἐπιχωρίων πομπὴ ἔδοξεν εἶναι, οὐ μέντοι ἧττον ἐφαίνετο πρέπειν ἣν οἱ Θρᾷκες ἔπεμπον. προσευξάμενοι δὲ καὶ θεωρήσαντες ἀπῇμεν πρὸς τὸ ἄστυ. κατιδὼν οὖν πόρρωθεν ἡμᾶς οἴκαδε ὡρμημένους Πολέμαρχος ὁ Κεφάλου ἐκέλευσε δραμόντα τὸν παῖδα περιμεῖναί ἑ κελεῦσαι. καί μου ὄπισθεν ὁ παῖς λαβόμενος τοῦ ἱματίου, κελεύει ὑμᾶς, ἔφη, Πολέμαρχος περιμεῖναι. καὶ ἐγὼ μετεστράφην τε καὶ ἠρόμην ὅπου αὐτὸς εἴη. οὗτος, ἔφη, ὄπισθεν προσέρχεται· ἀλλὰ περιμένετε. ἀλλὰ περιμενοῦ- μεν, ἦ δ᾽ ὃς ὁ Γλαύκων. Καὶ ὀλίγῳ ὕστερον ὅ τε Πολέμαρχος ἧκε καὶ Ἀδείμαντος ὁ τοῦ Γλαύκωνος ἀδελφὸς καὶ Νικήρατος ὁ Νικίου καὶ ἄλλοι τινὲς ὡς ἀπὸ τῆς πομπῆς. Ὁ οὖν Πολέμαρχος ἔφη· ὦ Σώκρατες, δοκεῖτέ μοι πρὸς ἄστυ ὡρμῆσθαι ὡς ἀπιόντες. Οὐ γὰρ κακῶς δοξάζεις, ἦν δ᾽ ἐγώ. Ὁρᾷς οὖν ἡμᾶς, ἔφη, ὅσοι ἐσμέν; (pag. 23 del pdf) πῶς γὰρ οὔ; Ἢ τοίνυν τούτων, ἔφη, κρείττους γένεσθε ἢ μένετ᾽ αὐτοῦ. Οὐκοῦν, ἦν δ᾽ ἐγώ, ἔτι ἓν λείπεται, τὸ ἢν πείσωμεν ὑμᾶς ὡς χρὴ ἡμᾶς ἀφεῖναι; Ἦ καὶ δύναισθ᾽ ἄν, ἦ δ᾽ ὅς, πεῖσαι μὴ ἀκούοντας; Οὐδαμῶς, ἔφη ὁ Γλαύκων. Ως τοίνυν μὴ ἀκουσομένων, οὕτω διανοεῖσθε. [328] Καὶ ὁ Ἀδείμαντος, ἆρά γε, ἦ δ᾽ ὅς, οὐδ᾽ ἴστε ὅτι λαμπὰς ἔσται πρὸς ἑσπέραν ἀφ᾽ ἵππων τῇ θεῷ; ᾽Αφ᾽ ἵππων; ἦν δ᾽ ἐγώ· καινόν γε τοῦτο. λαμπάδια ἔχοντες διαδώσουσιν ἀλλήλοις ἁμιλλώμενοι τοῖς ἵπποις; ἢ πῶς λέγεις; Οὕτως, ἔφη ὁ Πολέμαρχος. καὶ πρός γε παννυχίδα ποιήσουσιν, ἣν ἄξιον θεάσασθαι· ἐξαναστησόμεθα γὰρ μετὰ τὸ δεῖπνον καὶ τὴν παννυχίδα θεασόμεθα. καὶ συνεσόμεθά τε πολλοῖς τῶν νέων αὐτόθι καὶ διαλεξόμεθα. ἀλλὰ μένετε καὶ μὴ ἄλλως ποιεῖτε. Καὶ ὁ Γλαύκων, ἔοικεν, ἔφη, μενετέον εἶναι. Ἀλλ᾽ εἰ δοκεῖ, ἦν δ᾽ ἐγώ, οὕτω χρὴ ποιεῖν. Ἦιμεν οὖν οἴκαδε εἰς τοῦ Πολεμάρχου, καὶ Λυσίαν τε αὐτόθι κατελάβομεν καὶ Εὐθύδημον, τοὺς τοῦ Πολεμάρχου ἀδελφούς, καὶ δὴ καὶ Θρασύμαχον τὸν Καλχηδόνιον καὶ Χαρμαντίδην τὸν Παιανιᾶ καὶ Κλειτοφῶντα τὸν Ἀριστωνύ- μου· ἦν δ᾽ ἔνδον καὶ ὁ πατὴρ ὁ τοῦ Πολεμάρχου Κέφαλος. καὶ μάλα πρεσβύτης μοι ἔδοξεν εἶναι· διὰ χρόνου γὰρ καὶ ἑωράκη αὐτόν. καθῆστο δὲ ἐστεφανωμένος ἐπί τινος προσκε- φαλαίου τε καὶ δίφρου· τεθυκὼς γὰρ ἐτύγχανεν ἐν τῇ αὐλῇ. ἐκαθεζόμεθα οὖν παρ᾽ αὐτόν· ἔκειντο γὰρ δίφροι τινὲς αὐτόθι κύκλῳ.

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Traduzione professionale: Ieri scesi al Pireo con Glaucone, figlio di Aristone, per pregare la dea e nello stesso tempo per vedere come avrebbero celebrato la festa, dato che è la prima volta che la fanno. Mi sembrò davvero bella anche la processione della gente del posto, ma non appariva meno decorosa quella condotta dai Traci. Fatte le nostre preghiere e contemplato lo spettacolo, stavamo tornando in città quando Polemarco, figlio di Cefalo, avendo visto da lontano che ci incamminavamo verso casa, mandò di corsa il suo giovane schiavo per invitarci ad aspettarlo. E il ragazzo, afferratomi da dietro per il mantello, mi disse: «Polemarco vi prega di aspettarlo». Io mi voltai e gli chiesi dove fosse. «Eccolo qui dietro che arriva», rispose. «Aspettatelo». «Certo che lo aspetteremo!», disse Glaucone. Poco dopo arrivarono Polemarco, Adimanto fratello di Glaucone, Nicerato figlio di Nicia e altre persone, che probabilmente tornavano dalla festa. Allora Polemarco disse: «Mi sembra che voi, Socrate, vi siate mossi per fare ritorno in città». «Hai proprio ragione!», replicai. «Ma non vedi», disse, «quanti siamo?» «Come no?» «Allora», fece lui, «o siete più forti di costoro o rimanete qui». «Non c'è ancora un'alternativa», obiettai, «ovvero se riusciamo a persuadervi che conviene lasciarci andare?» «Potreste forse persuadere chi non vi presta ascolto?», replicò. «Proprio no», disse Glaucone. «E allora state certi che non vi ascolteremo». Allora intervenne Adimanto: «Ma non sapete che verso sera ci sarà una corsa a cavallo con fiaccole in onore della dea?» «A cavallo?», feci io. «Questa è nuova! Gareggeranno a cavallo con delle fiaccole che si passeranno l'un l'altro? Intendi questo?» «Proprio così », rispose Polemarco. «E inoltre faranno una festa notturna, che vale la pena di vedere: dopo cena usciremo e andremo ad assistervi. E assieme a noi ci saranno tanti giovani, con cui potremo parlare. Rimanete dunque, non fate altrimenti». Allora Glaucone disse: «Bisogna rimanere, a quanto sembra». «Se la decisione è questa», dissi io, «conviene fare così ». Andammo dunque a casa di Polemarco, e vi trovammo Lisia ed Eutidemo, fratelli di Polemarco, e inoltre Trasimaco di Calcedonia, Carmantide di Peania e Clitofonte figlio di Aristonimo.(5) Dentro c'era anche Cefalo, il padre di Polemarco, che mi sembrò assai vecchio; era molto che non lo vedevo. Sedeva su uno sgabello ricoperto da un cuscino e aveva un corona in capo, poiché aveva compiuto un sacrificio nell'atrio. Ci sedemmo quindi accanto a lui, su alcune sedie disposte in cerchio che si trovavano lì.

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Testo greco tradotto e commentato:

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ΣΩΚΡΑΤΗΣ SOCRATE

327 Κατέβην χθὲς εἰς Πειραιᾶ μετὰ Γλαύκωνος τοῦ Ἀρίστωνος Andavo ieri verso il Pireo con Glaucone (figlio) di Aristone [Nota: Κατέβην è 1 pers. sg. aor. di καταβαίνω] ----- προσευξόμενός τε τῇ θεῷ καὶ ἅμα τὴν ἑορτὴν βουλόμενος volendo pregare (al)la divinità e allo stesso tempo la festa decidendo [Nota: προσευξόμενός partic. fut. di προσεύχομαι: prego; il partic. futuro esprime spesso un’intenzione; lo troviamo qui e più volte avanti] ----- θεάσασθαι τίνα τρόπον ποιήσουσιν ἅτε νῦν πρῶτον ἄγοντες. di guardare: in quale modo (essi) faranno, in quanto ora per la prima volta conducenti (essa…). ----- καλὴ μὲν οὖν μοι καὶ ἡ τῶν ἐπιχωρίων πομπὴ ἔδοξεν εἶναι, Bella certamente a me anche la parata degli abitanti pareva essere, ----- οὐ μέντοι ἧττον ἐφαίνετο πρέπειν ἣν οἱ Θρᾷκες ἔπεμπον. non certo meno sembrava essere adeguata quella la quale i Traci sfoggiavano. ----- προσευξάμενοι δὲ καὶ θεωρήσαντες ἀπῇμεν πρὸς τὸ ἄστυ. Avendo pregato e avendo guardato andammo alla città. [Nota: ἀπ-ῇμεν 1 pers. plur. imperfetto di ἀπ-εἰμί: vado da] ----- κατιδὼν οὖν πόρρωθεν ἡμᾶς οἴκαδε ὡρμημένους Πολέμαρχος Avendo visto dunque da lontano noi verso casa avviantici Polemarco ----- ὁ Κεφάλου ἐκέλευσε δραμόντα τὸν παῖδα περιμεῖναί ἑ il (figlio…) di Cefalo ordinò che correndo (da noi…) lo schiavetto ad aspettare lui (=se stesso) [Nota: ἑ equivale a ἑαυτόν: se stesso] ----- κελεῦσαι. καί μου ὄπισθεν ὁ παῖς λαβόμενος τοῦ ἱματίου, (ci) invitasse. E dietro di me [=μου ὄπισθεν] il ragazzo avendo preso la (mia…) tunica: ----- κελεύει ὑμᾶς, ἔφη, Πολέμαρχος περιμεῖναι. καὶ ἐγὼ “Chiede che voi – diceva – Polemarco lo aspettiate.” E io ----- μετεστράφην τε καὶ ἠρόμην ὅπου αὐτὸς εἴη. οὗτος, ἔφη, mi girai e chiesi dove fosse. Egli, disse (il ragazzo…), ----- ὄπισθεν προσέρχεται· ἀλλὰ περιμένετε. ἀλλὰ περιμενοῦμεν, dietro viene; orsù rimanete.” “Orsù rimarremo”, ----- ἦ δ᾽ ὃς ὁ Γλαύκων. diceva questo Glaucone. [Nota: ἦ equivale a ἔφη: disse; ὃς significa quello/questo: pronome dimostrativo] ----- Καὶ ὀλίγῳ ὕστερον ὅ τε Πολέμαρχος ἧκε καὶ Ἀδείμαντος E poco dopo Polemarco era giunto e Adimanto ----- ὁ τοῦ Γλαύκωνος ἀδελφὸς καὶ Νικήρατος ὁ Νικίου καὶ il (figlio...) di Glaucone fratello e Nicerato il figlio di Nicia e ----- ἄλλοι τινὲς ὡς ἀπὸ τῆς πομπῆς. alcuni altri come/probabilmente dalla processione. ----- Ὁ οὖν Πολέμαρχος ἔφη· ὦ Σώκρατες, δοκεῖτέ μοι πρὸς Dunque Polemarco disse: “O Socrate, sembrate a me verso ----- ἄστυ ὡρμῆσθαι ὡς ἀπιόντες. la città dirigervi come andandovene. [Nota: ἀπιόντες è partic. plur. masch. di ἀπ-εἰμί: vado da] ----- Οὐ γὰρ κακῶς δοξάζεις, ἦν δ᾽ ἐγώ. Non infatti erroneamente ipotizzi, dissi io. ----- Ὁρᾷς οὖν ἡμᾶς, ἔφη, ὅσοι ἐσμέν; “Vedi dunque noi, dissi, quanti siamo?” ----- πῶς γὰρ οὔ; Come infatti (potrei...) non (vedere…)? ----- Ἢ τοίνυν τούτων, ἔφη, κρείττους γένεσθε ἢ μένετ᾽ αὐτοῦ. “O dunque di questi, disse, migliori siete o rimanete da costui.” [Nota: γένεσθε= letteralm. siate, in quanto è forma imperativa di γίγνομαι: sono/divento, come del resto μένετε] ----- Οὐκοῦν, ἦν δ᾽ ἐγώ, ἔτι ἓν λείπεται, τὸ ἢν πείσωμεν ὑμᾶς “Non dunque, dissi io, ancora un’alternativa è data/rilasciata: il fatto (τὸ) se persuaderemo voi [Nota: ἦν equivale a ἔφην; τὸ ἢν= τὸ ἢν ἐάν: il fatto (τὸ) se, cioè “l’eventualità che”] ----- ὡς χρὴ ἡμᾶς ἀφεῖναι; che bisogna noi lasciare andare?” ----- Ἦ καὶ δύναισθ᾽ ἄν, ἦ δ᾽ ὅς, πεῖσαι μὴ ἀκούοντας; “… e potreste, disse quello, persuadere dei non ascoltanti (cioè gli interlocutori di Socrate)?” ----- Οὐδαμῶς, ἔφη ὁ Γλαύκων. “In nessun modo”, disse Glaucone. ----- Ως τοίνυν μὴ ἀκουσομένων, οὕτω διανοεῖσθε. “Che certamente non ascoltanti, così (=questo fatto) sappiate.” [Nota: Ως ha valore dichiarativo: il fatto che; οὕτω si richiama a Ως; ἀκουσομένων è un genitivo assoluto il cui soggetto sottinteso è noi] ----- Καὶ ὁ Ἀδείμαντος, ἆρά γε, ἦ δ᾽ ὅς, οὐδ᾽ ἴστε ὅτι E Adimanto: “Forse – dice quello – non sapete che [Nota: ἆρα è preposizione usata nelle proposiz. interrogative, che appunto denota una domanda (forse che?...); ἴστε è 1 pers. plur. di οἶδα: so] ----- λαμπὰς ἔσται πρὸς ἑσπέραν ἀφ᾽ ἵππων τῇ θεῷ; una gara con le fiaccole (=λαμπὰς) vi sarà verso sera coi cavalli per la dea?” ----- ᾽Αφ᾽ ἵππων; ἦν δ᾽ ἐγώ· καινόν γε τοῦτο. Λαμπάδια “Coi cavalli? Dissi io: “strano (è…) questo. Piccole torce ----- ἔχοντες διαδώσουσιν ἀλλήλοις ἁμιλλώμενοι τοῖς ἵπποις; ἢ portando, le scambieranno tra loro combattendo coi cavalli? O ----- πῶς λέγεις; come dici/intendi?” ----- Οὕτως, ἔφη ὁ Πολέμαρχος. καὶ πρός γε παννυχίδα “Così, disse Polemarco. E in più (=πρός γε) una festa notturna ----- ποιήσουσιν, ἣν ἄξιον θεάσασθαι· ἐξαναστησόμεθα γὰρ μετὰ faranno, la quale (sarà…) cosa degna da guardare: ci alzeremo infatti dopo ----- τὸ δεῖπνον καὶ τὴν παννυχίδα θεασόμεθα. καὶ συνεσόμεθά la cena e la festa notturna guarderemo. E ci uniremo ----- τε πολλοῖς τῶν νέων αὐτόθι καὶ διαλεξόμεθα. ἀλλὰ μένετε a molti dei giovani al momento (αὐτόθι) e discuteremo (con essi…). Ma restate ----- καὶ μὴ ἄλλως ποιεῖτε. e non altrimenti fate.” ----- Καὶ ὁ Γλαύκων, ἔοικεν, ἔφη, μενετέον εἶναι. E Glaucone: “Sembra opportuno, diceva, il dover restare essere.” [Nota: ἔοικεν è espressione ricorrente di valore impersonale che significa: sembra giusto/inevitabile ecc.; da ἔοικα: sembro giusto] ----- Ἀλλ᾽ εἰ δοκεῖ, ἦν δ᾽ ἐγώ, οὕτω χρὴ ποιεῖν. “Ma se appare (opportuno…), dissi io, così bisogna fare.”----- Ἦιμεν οὖν οἴκαδε εἰς τοῦ Πολεμάρχου, καὶ Λυσίαν τε Andammo dunque a casa da Polemarco, e Lisia [Nota: Ἦιμεν= ῇμεν: 1 pers. plur. imperfetto di εἰμί: vado; οἴκαδε: avverbio che significa “a casa”] ----- αὐτόθι κατελάβομεν καὶ Εὐθύδημον, τοὺς τοῦ Πολεμάρχου alla spicciolata prendemmo (tra noi…) e Eutidemo, i di Polemarco ----- ἀδελφούς, καὶ δὴ καὶ Θρασύμαχον τὸν Καλχηδόνιον καὶ fratelli, e inoltre (=καὶ δὴ καὶ) Trasimaco il calcedonio e ----- Χαρμαντίδην τὸν Παιανιᾶ καὶ Κλειτοφῶντα τὸν Ἀριστωνύμου· Carmantide il peanio e Clitofonte (il figlio…) di Aristonimo; ----- ἦν δ᾽ ἔνδον καὶ ὁ πατὴρ ὁ τοῦ Πολεμάρχου Κέφαλος. Era lì anche il padre di Polemarco Cefalo. ----- καὶ μάλα πρεσβύτης μοι ἔδοξεν εἶναι· διὰ χρόνου γὰρ καὶ e molto vecchio a me appariva essere; lungo (molto…) tempo infatti ancora (=καὶ) ----- ἑωράκη αὐτόν. καθῆστο δὲ ἐστεφανωμένος ἐπί τινος προσκεφαλαίου avevo visto lui. Sedeva (essendo stato) incoronato su un cuscino [Nota: καθῆστο è 3 pers. sing. imperfetto di καθ-ἕζομαι: siedo; ἐστεφανωμένος è partic. piuccheperf. di στεφάνω: incorono] ----- τε καὶ δίφρου· τεθυκὼς γὰρ ἐτύγχανεν ἐν τῇ αὐλῇ. e una sedia; aveva sacrificato infatti nel cortile. [Nota: τεθυκὼς è partic. piuccheperf. di θύω: sacrifico; “τεθυκὼς ἐτύγχανεν” è una tipica costruzione greca: participio + τυγχάνω: il verbo τυγχάνω non va tradotto e il participio diviene verbo principale] ----- ἐκαθεζόμεθα οὖν παρ᾽ αὐτόν· ἔκειντο γὰρ δίφροι τινὲς αὐτόθι Siedevamo dunque presso questi; si trovavano infatti alcune sedie lì [Nota: ἔκειντο è 3 pers. plur. imperfetto di κεῖμαι: giaccio] ----- κύκλῳ. in circolo.




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