VITA DI TEMISTOCLE
(CORNELIO NEPOTE)
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Tra le molte biografie scritte da Cornelio Nepote, una tra le migliori quanto a vivacità e a freschezza narrativa, è senza dubbio quella su Temistocle, il grande politico ateniese ricordato innanzitutto per essere stato l’autore della vittoria ateniese sui Persiani nella battaglia di Salamina, decisiva sia per le sorti della guerra sia più in generale per gli sviluppi della civiltà greca ed europea.
Temistocle viene descritto da Cornelio Nepote come un personaggio estremamente originale e imprevedibile, fin dalla prima giovinezza insofferente verso le costrizioni sociali: una qualità questa, che gli avrebbe portato gloria e successo da una parte, ma anche disgrazie private dall’altra.
Si traduce qui di seguito un breve brano dalla sua lunga biografia, che a mio avviso rende bene l’idea del suo stile incalzante e avvincente.
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THEMISTOCLES – TEMISTOCLE
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UNA GIOVINEZZA INQUIETA E I PRIMI PASSI IN POLITICA
originale [1] THEMISTOCLES, Neocli filius, Atheniensis. Huius vitia ineuntis adulescentiae magnis sunt emendata virtutibus, adeo ut anteferatur huic nemo, pauci pares putentur. 2 Sed ab initio est ordiendum. Pater eius Neocles generosus fuit. Is uxorem Acarnanam civem duxit, ex qua natus est Themistocles. Qui cum minus esset probatus parentibus, quod et liberius vivebat et rem familiarem neglegebat, a patre exheredatus est. 3 Quae contumelia non fregit eum, sed erexit. Nam cum iudicasset sine summa industria non posse eam exstingui, totum se dedidit rei publicae. Diligentius amicis famaeque serviens multum in iudiciis privatis versabatur, saepe in contionem populi prodibat; nulla res maior sine eo gerebatur; celeriter, quae opus erant, reperiebat, facile eadem oratione explicabat. 4 Neque minus in rebus gerendis promptus quam excogitandis erat, quod et de instantibus, ut ait Thucydides, verissime indicabat et de futuris callidissime coniciebat. Quo factum est, ut brevi tempore illustraretur.
traduzione Temistocle, figlio di Neocle, Ateniese. I difetti della sua prima giovinezza furono compensati da grandi virtu' al punto che nessuno gli ? anteposto e pochi sono considerati a lui pari. 2. Ma bisogna cominciare dall'inizio. Suo padre Neocle era di nobile stirpe. Egli prese in moglie una donna acarnana dalla quale nacque Temistocle. Ma, apprezzato poco dai genitori, sia perch? viveva in maniera piuttosto libera sia perch? trascurava il patrimonio familiare, fu diseredato dal padre. 3. Questo affronto per? non lo pieg?, anzi lo incoraggi?. Infatti, giacch? riteneva che questo non potesse essere cancellato senza grandissimo impegno, si diede interamente all'attivit? politica, dedicandosi con una certa diligenza agli amici e alla gloria. Si occupava molto di cause private, spesso si presentava all'assemblea del popolo; nessun affare di una certa importanza si trattava senza di lui; trovava facilmente quanto era necessario e lo chiariva con facilit? di parola. 4. E non era meno pronto nell'esecuzione che nell'ideazione, poich?, come dice Tucidide, non solo giudicava esattamente le situazioni presenti, ma anche prevedeva con grande abilit? quelle future. Perci? accadde che in breve tempo divent? famoso.
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Traduzione letterale: [1] Themistocles, Neocli filius, Atheniensis. Huius vitia ineuntis adulescentiae magnis sunt emendata virtutibus, adeo ut anteferatus huic nemo, pauces pares putentur. – Temistocle, figlio di Neocle, ateniese. I vizi della prima giovinezza (ineuntis adulescentiae: letteralm., dell’iniziante giovinezza) di costui furono emendati da grandi virtù, tanto che (adeo ut + congiunt.) nessuno gli sia anteposto (nelle virtù…), pochi (gli…) siano ritenuti pari.
Sed ab initio est ordiendum. Pater eius Neocles generosus fuit. – Ma bisogna cominciare (est ordiendum->gerundio da ordior, oris, orsus, iri: comincio) dall’inizio. Suo padre Neocle fu un nobile (generosus).
Is uxorem Acarnanam civem duxit, ex qua natus est Themistocles, qui cum minus esset probatus parentibus, quod liberius vivebat et rem familiarem negligebat, a patre exheredatus est. – Egli (=Neocle) sposò (uxorem duxit) una cittadina acarnana, da cui nacque (natus est: perfetto dal verbo deponente nascor, eris: nascere, sorgere) Temistocle, il quale, poiché (cum + cong.) non abbastanza (minus) era stato approvato(esset probatus: piuccheperf. cong. passivo da probo, as, ecc.: approvo [*]) dai genitori, poiché/dal momento che (quod) viveva troppo liberalmente (liberius) e trascurava la proprietà familiare (rem familiarem), fu diseredato dal padre.
[*] Nota su consecutio temporum: poiché la reggente (qui exheredatus est) ha un tempo storico (=perfetto storico), la subordinata (cum minus esset probatus) che vuole esprimere anteriorità rispetto a essa, usa un congiunt. piuccheperfetto. (Per questo e altre subordinate con congiuntivi piuccheperfetti, vedi tabella sulla consecutio temporum).
Quae contumelia non fregit eum, sed erexit. – La quale offesa (però…) non lo abbatté (fregit: perfetto di frango,is, ecc.: abbatto), ma lo destò (erexit: perfetto di erigo, is, ecc.: innalzo). Nam cum iudicasset sine summa industria non posse eam extingui, totum se dedidit rei publicae, diligentius amicis famaeque serviens. – Infatti, dal momento che aveva giudicato che essa (=l’offesa) senza un enorme sforzo non poteva essere estinta, dedicò (dedidit: perfetto da dedo: do, consegno) tutto se stesso allo stato (=rei publicae: alla cosa pubblica), servendo con maggior diligenza gli amici e la fama.
Multum in iudiciis privatis versabatur, saepe in contionem populi prodibat; nulla res maior sine eo gerebatur; celeriter, quae opus erant, reperiebat, facile eadem oratione explicabat. – Era molto versato nei processi privati, spesso si esponeva/parlava nelle adunanze(in contionem: letter., nell’adunanza); nessuna cosa importante (maior) senza di lui veniva affrontata; velocemente trovava le cose necessarie (quae opus erant: letter., le cose che erano la cosa opportuna->opus), (poi…) le stesse spiegava facilmente con un discorso.
Neque minus in rebus gerendis promptus quam excogitandis erat, quod et de instantibus, ut ait Thucydides, verissime indicabat et de futuris callidissime coniciebat. – Né (era, sott.) meno propenso/risoluto verso le cose da risolvere che verso quelle da immaginare, poiché sia in merito alle cose presenti (de instantibus), come afferma Tucidide, giudicava verissimamente, sia in merito alle cose future astutissimamente congetturava.
Quo factum est, ut brevi tempore illustraretur. – Per la qual cosa (Quo) accadde (=factum est: letteralm., fu fatto: perfetto passivo da facio, is, ecc.: faccio; l'ut + cong. seguente ha valore consecutivo, ovvero illustra ciò che accadde o "fu fatto") che in breve tempo (brevi tempore) venne illuminato/divenne famoso (illustraretur: 3^ sing. cong. pass. imperfetto da illustro, as, ecc.: illumino, metto in luce).
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SERSE E LA COSTRUZIONE DI UNA GRANDE FLOTTA ATENIESE
originale [2] Primus autem gradus fuit capessendae rei publicae bello Corcyraeo; ad quod gerendum praetor a populo factus non solum praesenti bello, sed etiam reliquo tempore ferociorem reddidit civitatem. 2 Nam cum pecunia publica, quae ex metallis redibat, largitione magistratuum quotannis interiret, ille persuasit populo, ut ea pecunia classis centum navium aedificaretur. 3 Qua celeriter effecta primum Corcyraeos fregit, deinde maritimos praedones consectando mare tutum reddidit. In quo cum divitiis ornavit, tum etiam peritissimos belli navalis fecit Athenienses. 4 Id quantae saluti fuerit universae Graeciae, bello cognitum est Persico. Nam cum Xerxes et mari et terra bellum universae inferret Europae cum tantis copiis, quantas neque ante nec postea habuit quisquam - 5 huius enim classis mille et ducentarum navium longarum fuit, quam duo milia onerariarum sequebantur; terrestres autem exercitus DCC peditum, equitum CCCC milia fuerunt -, 6 cuius de adventu cum fama in Graeciam esset perlata et maxime Athenienses peti dicerentur propter pugnam Marathoniam, miserunt Delphos consultum, quidnam facerent de rebus suis. Deliberantibus Pythia respondit, ut moenibus ligneis se munirent. 7 Id responsum quo valeret, cum intellegeret nemo, Themistocles persuasit consilium esse Apollinis, ut in naves se suaque conferrent: eum enim a deo significari murum ligneum. 8 Tali consilio probato addunt ad superiores totidem naves triremes suaque omnia, quae moveri poterant, partim Salamina, partim Troezena deportant; arcem sacerdotibus paucisque maioribus natu ac sacra procuranda tradunt, reliquum oppidum relinquunt.
traduzione Il primo passo della sua carriera politica fu al tempo della guerra di Corcira: eletto stratego dal popolo per condurla, rese la citt? pi? ardita non solo nella guerra di allora ma anche per il futuro. 2 Siccome il denaro pubblico che si ricavava dalle miniere veniva sperperato ogni anno a causa delle elargizioni dei magistrati, convinse il popolo a impiegare quel denaro per costruire una flotta di cento navi. 3 Allestita in breve una tale flotta, dapprima debell? i Corciresi, poi dette la caccia ai predoni marittimi finch? rese il mare sicuro. Con che arricch? gli Aten?esi e nel contempo li rese espertissimi nella guerra navale. 4 Quanto questo abbia contribuito alla salvezza di tutta quanta la Grecia, si vide nella guerra contro i Persiani. Quando infatti Serse port? guerra per terra e per mare a tutta l'Europa, la invase con un esercito tanto grande quale nessuno n? prima n? dopo ebbe mai: 5 la sua flotta si componeva di milleduecento navi da guerra, a cui tenevano dietro duemila navi da carico; le truppe terrestri ammontavano a settecentomila fanti e quattrocentomila cavalieri. 6 Recata in Grecia la fama del suo arrivo, poich? si diceva che soprattutto gli Ateniesi erano presi di mira per via della battaglia di Maratona, essi andarono a Delfi. a consultare l'oracolo sulle misure da prendere. Agli interpellanti la Pizia rispose che dovevano difendersi con mura di legno. 7 Mentre nessuno capiva il senso dell'oracolo, Temistocle li convinse che il consiglio di Apollo era di mettere se stessi e le proprie sostanze sulle navi: questo era il muro di legno che intendeva il dio. 8 Tale parere viene considerato giusto e cos? gli Ateniesi aggiungono alle precedenti altrettante navi triremi e trasferiscono tutti i loro beni mobili, parte a Salamina, parte a Trezene: affidano l'Acropoli e l'espletamento del culto ai sacerdoti e a pochi anziani ed abbandonano il resto della città.
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Traduzione letterale: [2] Primus autem gradus fuit capessendae rei publicae bello Corcyraeo; ad quod gerendum praetor a populo factus non solum praesenti bello, sed etiam reliquo tempore ferociorem reddidit civitatem. – Il primo passo (gradus) fu di conquistare lo stato (capessendae rei publicae: letteralm., ....dello stato da conquistare) con la guerra contro Corcira; per ottenere la qual cosa (ad gerendum quod), fatto pretore dal popolo, non solo per la guerra presente, ma anche per il tempo successivo, rese la città (=Atene) più impetuosa/ardita.
Nam cum pecunia publica, quae ex metallis redibat, largitione magistratuum quotannis interiret, ille persuasit populo, ut ea pecunia classis centum navium aedificaretur. – Infatti, poiché il danaro pubblico, che proveniva dai metalli (=dalle miniere), si perdeva (interiret: cong. imperf. attivo da intereo: affondo, mi perdo…) ogni anno per la largizione per i magistrati, egli persuase il popolo perché (ut + cong.) con quel danaro fosse fabbricata una flotta di cento navi(classis centum navium; centum è indeclinabile).
Qua celeriter effecta primum Corcyraeos fregit, deinde maritimos praedones consectando mare tutum reddidit. – Costruita velocemente la quale (=flotta), in primo luogo sconfisse i Corciresi, quindi inseguendo (consectando: con l’inseguire; gerundio ablativo di consector, aris, ecc.) i predoni ripulì tutto il mare.
In quo cum divitiis ornavit, tum etiam peritissimos belli navalis fecit Athenienses. – Con la qual cosa (In quo) tanto adornò (gli Ateniesi…) con ricchezze, quanto (…tum) inoltre li(=Athenienses) rese espertissimi della guerra navale.
Id quantae saluti fuerit universae Graeciae, bello cognitum est Persico. – Di quanto vantaggio ciò sarebbe stato (fuerit: 3^ sing. perfetto congiuntivo di sum: essere) per l’intera Grecia, fu reso chiaro (cognitum est) con la guerra Persiana (bello Persico).
Nam cum Xerxes et mari et terra bellum universae inferret Europae cum tantis copiis, quantas neque ante nec postea habuit quisquam – Infatti quando Serse portò (inferret: 3^ sing. imperfetto congiuntivo di infero,fers,tuli, ecc.: riverso) la guerra a tutta l’Europa sia per mare sia per terra (et mari et terra) con tanti soldati (tantis copiis) quanti né prima né dopo nessuno (quisquam: letteralm., chiunque) ebbe (mai…)
- huius enim classis mille et ducentarum navium longarum fuit, quam duo milia onerariarum sequebantur; terrestres autem exercitus DCC peditum, equitum CCCC milia fuerunt -, – (infatti la flotta di questi fu di mille e duecento (=mille et duecentarum) navi lunghe, la quale seguivano duemila (navium, di navi, sottint.) da carico (onerariarum); e vi erano eserciti terrestri di 700 (=DCC) (milia, sott.) mila fanti, di 400 (CCCC) mila cavalieri)
cuius de adventu cum fama in Graeciam esset perlata et maxime Athenienses peti dicerentur propter pugnam Marathoniam, miserunt Delphos consultum, quidnam facerent de rebus suis. – [nota che questa terza parte della frase è la reggente della proposizione contenuta nella prima: Nam cum Xerxes et mari et terra…] dal momento che (cum + cong.) era giunta (perlata esset: 3^ sing. piuccheperfetto congiuntivo passivo da perfero: porto; quindi letteralm.: “era stata portata”) la fama dell’arrivo di quello (=cuius: del quale-> di quello->Serse) e gli Ateniesi erano detti essere massimamente ricercati a causa della battaglia di Maratona, (gli Ateniesi, sogg. sottint.) chiesero un responso a Delfi(=miserunt consultum (ad) Delphos->accusativo alla greca: i Delfi: letter., mandarono un consulto ai Delfi), su cosa mai (quidam) dovessero fare riguardo alle loro ricchezze.
Deliberantibus Pythia respondit, ut moenibus ligneis se munirent. – Ai richiedenti (Deliberantibus: letter., a coloro che richiedevano un consulto) la Pizia rispose (ut + cong.: valore finale/esortativo) che si munissero di mura lignee.
Id responsum quo valeret, cum intellegeret nemo, Themistocles persuasit consilium esse Apollinis, ut in naves se suaque conferrent: eum enim a deo significari murum ligneum. – Poiché nessuno comprendeva a cosa mirasse (quo valeret: quo è il dativo di quid: cosa?; il verbo valeo: “miro a”, regge il dativo) quel responso, Temistocle (li…) persuase che fosse consiglio di Apollo, (ut + cong.) che portassero su delle navi se stessi (se) e le loro cose (suaque): (disse che, sott.) infatti questo era significato/inteso dal dio (con…) muro ligneo.
Tali consilio probato addunt ad superiores totidem naves triremes suaque omnia, quae moveri poterant, partim Salamina, partim Troezena deportant; – Essendo stato approvato tale consiglio (Tali consilio probato: ablativo assol.), (gli Ateniesi, sogg. sott.) aggiungono alle precedenti (ad superiores) altrettante (totidem: aggett. numerale indeclinabile) navi triremi e tutte le proprie cose, che potevano trasportare, portano in parte a Salamina, in parte a Trezene (Salamina e Troezena sono accusativi alla greca; l’”ad” è sottinteso);
arcem sacerdotibus paucisque maioribus natu ac sacra procuranda tradunt, reliquum oppidum relinquunt. – ai sacerdoti e a pochi anziani(=maioribus natu: maggiori per nascita->natu) lasciano in mano(tradunt) la città alta e le cose sacre da curare (arcem… ac sacra (pro)curanda), abbandonano la città rimanente.
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LA FLOTTA ATENIESE TIENE TESTA ALL’ESERCITO DEL GRAN RE PERSIANO
originale [3] Huius consilium plerisque civitatibus displicebat et in terra dimicari magis placebat. Itaque missi sunt delecti cum Leonida, Lacedaemoniorum rege, qui Thermopylas occuparent longiusque barbaros progredi non paterentur. Hi vim hostium non sustinuerunt eoque loco omnes interierunt. 2 At classis communis Graeciae trecentarum navium, in qua ducentae erant Atheniensium, primum apud Artemisium inter Euboeam continentemque terram cum classiariis regis conflixit. Angustias enim Themistocles quaerebat, ne multitudine circuiretur. 3 Hic etsi pari proelio discesserant, tamen eodem loco non sunt ausi manere, quod erat periculum, ne, si pars navium adversariorum Euboeam superasset, ancipiti premerentur periculo. 4 Quo factum est, ut ab Artemisio discederent et exadversum Athenas apud Salamina classem suam constituerent.
traduzione Il suo progetto non piaceva alla maggior parte delle citt?, che preferivano combattere per terra. Cos? furono inviati dei soldati scelti insieme con Leonida, re degli Spartani, per occupare le Termopili e impedire che i barbari avanzassero ancora. Questi non contennero l'assalto dei nemici e tutti morirono sul posto. 2 Ma la flotta confederata della Grecia composta di trecento navi, di cui duecento ateniesi, ebbe un primo scontro con la marina del re presso l'Artemisio, tra l'Eubea e il continente. Temistocle sceglieva infatti i luoghi stretti, per non essere aggirato dal gran numero di navi dei nemici. 3 Anche se questo scontro ebbe un esito incerto, tuttavia i Greci non osarono rimanere nello stesso luogo perch? c'era il pericolo di essere attaccati su due fronti, se una parte della flotta nemica avesse superato l'Eubea. 4 Cos? si allontanarono dall'Artemisio e dislocarono le loro navi presso Salamina di fronte ad Atene.
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Traduzione letterale: [3] Huius consilium plerisque civitatibus displicebat et in terra dimicari magis placebat. – La deliberazione di questi (=Temistocle) dispiaceva alla maggior parte delle città, e (et: qui è meglio tradurre con ”poiché”) piaceva (loro…) di più combattere sulla terra.
Itaque missi sunt delecti cum Leonida, Lacedaemoniorum rege, qui Thermopylas occuparent longiusque barbaros progredi non paterentur. – E così degli incaricati (missi: part. da mitto, is, ecc.: mando, incarico) furono scelti (delecti sunt: perfetto passivo da deligo,is, ecc.: scelgo) assieme a Leonida, che occupassero (nota il congiuntivo con valore volitivo) le Termopili e non permettessero(paterentur: cong. 3^ plur. imperfetto da da patior,eris, ecc.: sopporto, permetto) che i barbari avanzassero più in là (longius).
Hi vim hostium non sustinuerunt eoque loco omnes interierunt. – Essi (però…) non sostennero la forza dei nemici e in quel luogo morirono (interrierunt: affondarono) tutti. At classis communis Graeciae trecentarum navium, in qua ducentae erant Atheniensium, primum apud Artemisium inter Euboeam continentemque terram cum classiariis regis conflixit. – E la flotta comune della Grecia di trecento navi, nella quale duecento erano degli Ateniesi, per la prima volta si scontrò presso l’Artemisio, tra L’Eubea e la zona vicina (=continentem terram), con i marinai regi (=del re Serse).
Angustias enim Themistocles quaerebat, ne multitudine circuiretur. – Infatti Temistocle cercava I luoghi più angusti (=angustia: aggettivo neutro plur. comparat. di angustus,a,um), affinché dalla moltitudine (…delle navi persiane!) non venisse accerchiata.
Hic etsi pari proelio discesserant, tamen eodem loco non sunt ausi manere, quod erat periculum, ne, si pars navium adversariorum Euboeam superasset, ancipiti premerentur periculo. – Qui anche se (etsi) si erano separati (discesserant: 3^ plur. indic. att. piuccheperfetto da discedo, is, scessi, scessum, ere: mi allontano) dopo una battaglia bilanciata (pari proelio), tuttavia (i Greci, sogg. sott.) non osarono rimanere nello stesso luogo, poiché vi era pericolo che (ne + congiunt. è la proposizione che esplicita il pericolo; il “non” contenuto nel nel “ne”, sta a indicare ciò che non dovrebbe accadere ma si teme che accada…), se parte delle navi avversarie (…cioè quelle persiane) avesse oltrepassato (supera(vi)sset: 3^ plur. cong. piuccheperf. da supero, as, ecc.) l’Eubea, sarebbero stati stretti (premerentur: 3^ plur. cong. imperf. da premo, is, pressi, pressum, ere: schiaccio) da un pericolo doppio(ancipiti: letter.: a due teste).
Quo factum est, ut ab Artemisio discederent et exadversum Athenas apud Salamina classem suam constituerent. – Per la qual cosa (Quo) avvenne (factum est) che (ut + cong. ha qui valore consecutivo/dichiarativo: spiega cioè cosa avvenne in conseguenza di quanto detto prima) (i Greci, sogg. sott.) si allontanassero dall’Artemisio e davanti ad Atene, vicino a Salamina, disponessero la loro flotta.
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